La baraonda

ITALIA 1980
Il racconto è tenuto insieme dal tenue filo che pare torni a legare Federico Salvi, un giovane medico sportivo di turno alla sei giorni ciclistica che si svolge al Palasport di Milano, ed Erminia, una ragazza romagnola che ha avuto con lui una fugace avventura amorosa d'estate, a Cesenatico, un paio d'anni prima. La ragazza, infatti, continua a pedinare il medico - che ha completamente dimenticato quella parentesi estiva - riuscendo a catturarlo con il suo fare spregiudicato e aggressivo, fino a convincerlo a prendersi le proprio responsabilità nei suoi confronti e nei confronti del bambino nato dalla loro relazione. Infine, inaspettatamente e senza scenate, gli dice che sa cavarsela da sola, e parte con il bimbo per il Canada. La cornice dell'esile vicenda è la "baraonda" del Palasport durante la sei giorni, che consente al regista di abbozzare un campionario di dolente umanità. Tante piccole storie appena accennate, qualche fuggevole indugiare della cinepresa su volti e risvolti, che induce quasi lo spettatore distratto a rendersi conto che dentro quella massa di tifosi e di faccendieri che popola il Palasport esistono uomini e problemi. E un finale emblematico: nel cielo notturno, che fa da sipario al Palasport finalmente deserto, un solitario barbone scorge un oggetto misterioso. Promessa di incontri ravvicinati dell'umanità con qualcuno in grado di metter un po' di ordine nella "baraonda"?
SCHEDA FILM

Regia: Florestano Vancini

Attori: Giuliano Gemma - Federico Salvi, Edy Angelillo - Erminia, Andrea Roncato, Wanda Aschel Bacciella, Narcisa Bonati, Enrico Grazioli, Francesco Salvi

Soggetto: Massimo De Rita, Lucio Manlio Battistrada, Florestano Vancini

Sceneggiatura: Lucio Manlio Battistrada, Florestano Vancini

Fotografia: Alfio Contini

Musiche: Fiorenzo Carpi

Montaggio: Enzo Meniconi

Scenografia: Silvana Pantani

Costumi: Silvana Pantani

Altri titoli:

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Durata: 107

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: PANORAMICO - COLORE CINECITTA'

Produzione: GIANNI MINERVINI E ANTONIO AVATI PER LA A.M.A. FILM E UGO TUCCI PER UTI PRODUZIONI ASSOCIATE

Distribuzione: VARIETY FILM

CRITICA
"Il film non può dirsi eccezionale, anche se - a confronto delle quotidiane banalità che il cinema italiano (e non) degli anni 80 ci propone - ha un suo tenue richiamo alla responsabilità personale di ciascuno nella vita. Il regista, però, ha perduto l'occasione di andare più a fondo nei comportamenti dei suoi personaggi e di delineare con più incisività i drammi, le passioni, i fenomeni individuali e collettivi che si svolgono ai bordi della pista: violenza, droga, deviazioni sessuali, intrighi parapolitici, esaltazione religiopsa, terrorismo... tutto un calderone pittoresco e patetico lì confluito dalle pieghe oscure della metropoli." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 93, 1982)