Il piccolo Kirikù nasce in un villaggio africano che vive da tempo nel terrore. La perfida strega Karabà ha divorato tutti gli uomini, pretende dalle donne ori e gioielli e ha fatto prosciugare la sorgente d'acqua, rendendo difficile il lavoro e la vita quotidiana. Anche se è neonato, Kirikù dice che questo sortilegio deve finire, lui non ha paura e annuncia di voler partire per sfidare la strega e il segreto della sua perfidia. Dopo aver superato ostacoli e pericoli, Kirikù arriva finalmente alla Montagna Proibita. Qui il nonno, conosciuto come il Saggio della Montagna, lo accoglie, lo elogia per il suo coraggio e quindi gli rivela la verità: Karabà non ha mai mangiato uomini e non è malvagia, fa del male perché soffre, ha una spina avvelenata nel corpo che le dà i poteri di strega e lei non vuole perderli. Kirikù entra nel palazzo di Karabà, riesce ad avvicinarla e a toglierle la spina. Ora Karabà non soffre più, bacia Kirikù e lui diventa grande. Karabà trasformava gli uomini in oggetti, ma ora al villaggio torna anche il nonno, il sortilegio finisce e tutti rientrano in famiglia. Kirikù e Karabà possono amarsi.
SCHEDA FILM
Regia: Michel Ocelot
Attori: Veronica Pivetti - Voce Karabà, Aroldo Tieri - Voce del grande saggio, Erica Necci - Voce Kirikù
Soggetto: Michel Ocelot, Raymond Burlet
Sceneggiatura: Raymond Burlet, Michel Ocelot
Musiche: Youssou N'Dour
Altri titoli:
Kirikou et la sorcière
Kirikou and the Sorceress
Durata: 71
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE
Produzione: DIDIER BRUNER, JACQUES VERCRUYSSEN, PAUL THILTGES
Distribuzione: MIKADO FILM (1999)
CRITICA
"Il film del francese Ocelot è la prova lampante che l'Europa è in grado di produrre cartoon di grande qualità e originalità, non 'contro' ma in alternativa all'animazione disneyana. 'Kirikù' innesta sulla leggenda africana uno spirito 'illuminista' e trasforma la fiaba filastrocca in un apologo contro superstizioni e fatalismi". (Renato Pallavicini, 'l'Unità', 18 dicembre 1999).
"Grazie al simpatico Kiriku' potremo fare una salutare immersione totale in una cultura da riscoprire e salvare, dove il materialismo lascia il posto alla spiritualità, dove la frenetica corsa alla riccchezza e al potere si piegano di fronte alla semplicità e alla forza dell'animo, dove l'odio e la violenza si dissolvono nell'amore. Un amore assoluto che realizzerà il miracolo di affrancare Karabà dai poteri malefici e di trasformare il piccolo Kirikù in un adulto innamorato grazie a un bacio appassionato. E come in tutte le belle favole il finale è un miracolo dell'amore" (Magdi Allam, La Repubblica, 23.12.1999).