King Kong non è morto. A dieci anni di distanza, in un ospedale di Atlanta, in Georgia, una equipe di medici guidata dal chirurgo Amy Franklin, sta per trapiantargli un enorme cuore di plastica. L'operazione era rimasta in sospeso per la mancanza del sangue adatto alla trasfusione, fornito ora da un identico animale, ma di sesso femminile, trovato nel Borneo da Hank Mitchell, cacciatore e avventuriero. Portato a termine con successo l'intervento, i due bestioni vengono separati, ma la mossa si rivela sbagliata e innesca una serie di drammatiche reazioni. Kong spezza le catene, libera la compagna, insieme fuggono sui monti, l'esercito si getta in forze alla loro caccia, la femmina è catturata e rinchiusa in un nuovo pozzo d'acciaio. Kong sembra essere morto, ma, appena il suo cuore nuovo riprende forza. l'animale si rimette in movimento per recuperare la fedele compagna che adesso è in stato interessante. Carico di rabbia, fa strage di alcuni cacciatori del paese vicino e sfida ancora una volta l'esercito schierato con cannoni e carri armati. Colpito a morte, fa però in tempo a rivedere la sua sposa e ad assistere alla nascita del piccolo Kong junior. Madre e figlio, grazie all'interessamento di Amy e Hank la cui storia d'amore procede in parallelo con quella delle due scimmie, sono riportati nel Borneo, dove ritrovano il loro ambiente naturale.
SCHEDA FILM
Regia: John Guillermin
Attori: Linda Hamilton - Amy Franklin, Brian Kerwin - Hank Mitchell, John Ashton - Colonello Navitt, Peter Michael Goetz - Dottor Ingersoll, Frank Maraden - Dottor Benson Hughes, Peter Elliott (III) - King Kong, George Yiasoumi - Compagna Di Kong, Alan Sader, Marc Clement, Luo Criscuolo
Soggetto: Ronald Shusett, Steven Pressfield
Sceneggiatura: Steven Pressfield, Ronald Shusett
Fotografia: Alec Mills
Musiche: John Scott
Montaggio: Malcolm Cooke
Scenografia: Peter Murton
Effetti: Carlo Rambaldi, William D. Harrison, Robert Bass, Doug Beswick
Durata: 106
Colore: C
Genere: FANTASY
Specifiche tecniche: SCOPE A COLORI
Tratto da: BASATO SUL TESTO DI EDGAR WALLACE E MERIAN C. COOPER
Produzione: MARTHA SCHUMACHER PER DEG
Distribuzione: FILMAURO - RICORDI VIDEO, PANARECORD, SKORPION ENTERTAINMENT
NOTE
EFFETTI SPECIALI DI TRUCCO: DEAN GATES.
CRITICA
"Diretto rivale di 'Labyrinth' e di 'Howard', questo 'King Kong 2' non parrebbe destinato a troppa fortuna è scontato e un po' tirato via nonostante l'inizio gustosamente dissacratorio (Lady Kong viene accolta in America come una autentica First Lady tra folle di giornalisti e gadgets di ogni tipo). Ma non si può mai dire: quel famoso bambino che è in noi ovvero nel pubblico potrebbe entusiasmarsi all'odissea di un povero King Kong che vuole mettere su famiglia e rovesciare i pronostici del botteghino. Il bello del cinema sta proprio qui lo sanno bene i De Laurentiis così superstiziosi da fare uscire i loro film natalizi a giorni fissi (sempre il 23) infischiandosene perfino della concorrenza." (Michele Anselmi, 'L'Unità', 27 dicembre 1986)
"L'idea di De Laurentiis, produttore italiano pentito sbarcato in Usa per ricominciare una brillante carriera all'ombra di Hollywood, non era poi sbagliata. Prendere lo scimmione gigante, cinematograficamente inventato da Schoedsack e Cooper nel lontano 1933 ma ispirato a Wallace, e gettarlo nuovamente sulla pista aggiornandone le avventure, poteva non solo significare una garanzia di successo ma annettere - una volta tanto - al remake una suggestiva riflessione. Il re Kong, infatti, rappresenta meglio di ogni altra figura partorita dalla fantasia popolare la materializzazione di incubi e paure che l'uomo moderno, figlio delle macchine e del cemento, ha nei confronti del mondo misterioso della Natura, non a caso confinato - almeno all'origine - in un'isola sconosciuta, non segnata dalle carte nautiche.(...) Allo spettatore non resta che sperare che anche il mito riposi in un coma profondo pronto a risuscitare dal ridicolo a cui è stato, per ora, condannato. Strano a dirsi a questa operazione distruttiva ha collaborato John Guillermin che aveva firmato la regia anche dell'episodio precedente. Forse il meno colpevole di tutto è Carlo Rambaldi, a cui si devono le 'creature come sempre perfette'; fortunatamente secondari gli attori coinvolti nel regicidio." (Andrea Martini, 'La Nazione', 27 dicembre 1986)
"Ci sono film di cui non si sente il bisogno di remake. Quando poi ce n'è già stato uno, ed è rimasto ben al di sotto del livello raggiunto dall'originale, il bisogno di un remake-bis si sente ancor meno. È il caso di 'King Kong 2', che tenta faticosamente di riabbracciare una storia pur di trovare un pretesto per poter riproporre il personaggio del gorilla gigante (il 2 è dei titolisti italiani e dimentica senza troppi rimorsi il primo 'King Kong' quello del '33 di Cooper e Schoedsack; il titolo originale dice soltanto 'King Kong vive'). (...) Prevedibile e scontato, indeciso nella scelta del registro, impacciato nella recitazione degli umani, 'King Kong 2' affida tutte le sue potenzialità alle creazioni di Carlo Rambaldi e agli effetti speciali di Barry Nolan ('Dune', 'Conan il barbaro', 'Guerre stellari', ecc.). Ma molto probabilmente ciò non basta, nemmeno per il pubblico di bocca buona delle abbuffate natalizie." (Luigi Paini, 'Il Sole 24 Ore', 4 gennaio 1987)