Kilomètre zéro

Hineer Saleem continua a narrare l'odissea del popolo curdo. In un film ironico con "protagonista" Saddam Hussein

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FRANCIA 2005
Iraq, 1988. Ako, un trentenne curdo, è costretto ad abbandonare la moglie Salma e il figlioletto per prendere parte alla guerra tra Iran e Iraq. Al fronte, fa amicizia con altri due curdi, Adnan e Sami, con cui cerca di disertare, ma il tentativo fallisce. Ako viene allora convocato da un ufficiale che gli assegna una missione speciale: scortare le spoglie di un 'martire' della guerra in un viaggio attraverso l'Iraq per riconsegnarle alla famiglia, ma utilizzerà la bara per scopi differenti...
SCHEDA FILM

Regia: Hiner Saleem

Attori: Nazmî Kirik - Ako, Belçim Bilgin - Salma, Eyam Ekrem - Tassista, Ehmed Qeladizeyi - Sami, Nezar Selami - Adnan

Soggetto: Hiner Saleem

Sceneggiatura: Hiner Saleem

Fotografia: Robert Alazraki

Musiche: Nikos Kipourgos, Yan Axin

Montaggio: Anna Ruiz

Scenografia: Fakher Sherwani

Altri titoli:

Kilometer Sefar

Durata: 96

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)

Produzione: LA CINEFACTURE / MEMENTO FILMS, HINER SALEEM PRODUCTION

NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO AL 58MO FESTIVAL DI CANNES (2005).
CRITICA
"C'era molta attesa per il secondo film di Hiner Saleem, il regista curdo iracheno dello straordinario 'Vodka Lemon'. Purtroppo però 'Kilomètre Zéro' è un mezzo pasticcio, un cumulo di buone intenzioni e di idee balzane, una miscela confusa di satira, grottesco, denuncia del razzismo e delle persecuzioni subite dai curdi, che non convince, non commuove, non diverte se non a tratti. (...) Evidentemente il film, girato in condizioni di fortuna, è cambiato strada facendo, ma il risultato non sta in piedi. Peccato perché la tragedia del Kurdistan è materia quasi vergine al cinema, ma più che un vero film 'Kilomètre Zéro' sembrano due corti riuniti." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 13 maggio 2005)

"L'aspetto più scioccante del passaggio in concorso del film irakeno 'Chilometro zero' sta nel gelo ostile con cui la platea ne ha accolto i titoli di coda. Purtroppo, a prescindere dai valori artistici sciorinati dal regista curdo Hiner Saleem (che sono certo intermittenti e ingenui), dei festivalieri pronti ad entusiasmarsi per qualsiasi tirata in politichese hanno in pratica detestato proprio il cuore caldo della ballata; e cioè la denuncia spietata del terrore instaurato da Saddam Hussein e lo straripante entusiasmo provato da milioni di perseguitati al momento della liberazione, tra tanti tragici errori comunque operata dagli eserciti anglo-americani. E pensare che il film stesso, centrato sulla rievocazione della criminale guerra all'Iran voluta dal regime nell'88, aveva già stigmatizzato il finto pacifismo di rigore tra i nostri intellettuali: quando un reduce odierno di quel macello dice 'in Europa milioni di persone protestano contro la guerra imperialista di Bush', un altro risponde: 'sì, certo, gli americani saranno imperialisti, ma noi avremmo accettato con somma gioia di essere liberati anche dagli scandinavi, dai giapponesi o dagli indiani!'." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 13 maggio 2005)

"'Chilometro zero', in cui il curdo Hiner Saleem fa il verso a Monicelli raccontando la guerra Iran Iraq del 1988, brilla di una vitalità discontinua." (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera, 14 maggio 2005)