Kiki, un'aspirante maga, ha appena compiuto 13 anni. Seguendo la tradizione, che vuole che i maghi a quell'età lascino la loro casa per un anno cercando di cavarsela da soli, Kiki, insieme al suo gatto parlante Gigi, va a vivere nella città di Korico....
SCHEDA FILM
Regia: Hayao Miyazaki
Soggetto: Eiko Kadono - romanzo
Sceneggiatura: Hayao Miyazaki
Fotografia: Shigeo Sugimura
Musiche: Joe Hisaishi
Montaggio: Takeshi Seyama
Scenografia: Hinoshi Ono
Effetti: Kaoru Tanifuji
Altri titoli:
The Witch's Express Mail
Kiki's Delivery Service
Durata: 102
Colore: C
Genere: ANIMAZIONE AVVENTURA FANTASY
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Tratto da: romanzo per ragazzi omonimo di Eiko Kadono (Kappa Edizioni)
Produzione: HAYAO MIYAZAKI PER STUDIO GHIBLI, NIPPON TELEVISION NETWORK, TOKUMA SHOTEN
Distribuzione: BUENA VISTA HOME ENTERTAINMENT (2002); LUCKY RED (2013)
Data uscita: 2013-04-24
TRAILER
NOTE
- PRESENTATO ALLA V EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2010) NELLA SEZIONE 'FOCUS-RETROSPETTIVA STUDIO GHIBLI'.
CRITICA
"Prosegue la riscoperta retrospettiva dei meravigliosi film di Miyazaki avviata dalla Lucky Red. Questo 'Kiki' (1989) sta tra due capolavori, 'Totoro' e 'Porco rosso'. Non è al loro livello ma contiene oceani di intelligenza, stupore, divertimento, commozione. Difficile immaginare nutrimento più educativo e appagante. (...) Chi ancora pensa che Miyazaki non sia un poeta, guardi come tratta le orecchie del gatto in volo." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 24 aprile 2013)
"Che bello questo racconto di formazione firmato dal giapponese Miyazaki. Pur risalente al 1989, il film è ancora molto attuale e ricco di spunti di riflessione (amicizia, adolescenza, innamoramenti). Certo, per i ragazzini abituati al 3D sembrerà preistoria." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 24 aprile 2013)
"Questo non è solo un film per ragazzi. 'Kiki - Consegne a domicilio' è davvero un film per tutti, perché racconta con leggerezza e commozione l'emozione della vita. Hayao Miyazaki (celebrato maestro dell'animazione giapponese), attraverso piccole emozioni profonde che si susseguono scena dopo scena, si sofferma su quel momento critico e fondamentale che porta dall'adolescenza all'età adulta. La protagonista è Kiki, una (buonissima) strega. A tredici anni compiuti (così accade fra le streghe) decide che è arrivato il momento di lasciare la casa e i propri genitori. Nel corso di una piccola, emozionante cerimonia di addio, Kiki saluta mamma, papà e parenti. Poi con il suo gatto parlante Jiji (si legge Gigi), inforca la scopa e parte verso il cielo ed il mare. Sembra proprio di rileggere in queste scene le parole del grande pedagogista Marcello Bernardi, secondo il quale la famiglia «è quel porto ideale, sicuro e incrollabile, dal quale si parte per la conquista del mondo, ma al quale si può sempre ritornare». (...) la vita cambia spesso le carte in gioco, e mette alla prova anche chi ha appena assaporato le sue prime certezze. E così, dopo aver preso tanta pioggia nel corso di una delle sue consegne, Kiki si becca un terribile raffreddore. Quando guarisce si accorge che dentro di lei qualcosa è cambiato. Che non riesce più a capire il suo gatto (sente solo i miagolii), che non riesce più a volare sulla scopa. Questo è un punto cruciale del film (che si distacca dall'omonimo e meno emozionante romanzo della scrittrice giapponese Eiko Kadono), in cui spettatori e protagonista si chiedono se ci sia davvero un momento in cui la magia, che in qualche momento della nostra vita abbiamo vissuto, si perde. Se davvero il passaggio alla vita adulta non può che essere la fine della speranza, dell'emozione, della sorpresa. Non raccontiamo ovviamente cosa accade nella parte finale del film, la più avventurosa, (...) certo il sogno non si spezza, perché Hayao Miyazaki in questo film (che è del 1989, successivo a 'Il mio vicino Totoro') senza alcuna melensaggine ci insegna che quando la vita toglie le certezze conquistate sa proporre nuovi scenari di serenità. Un consiglio fondamentale: bisogna rimanere seduti a guardare anche quello che è nascosto durante i titoli di coda. Non ci sono ciak sbagliati, né gag a sorpresa, ma l'epilogo e il senso stesso del film: quasi Miyazaki voglia farcelo scoprire superando la nostra abituale fretta e distrazione." (Luca Raffaelli, 'La Repubblica', 23 aprile 2013)