24 ore nella vita di un gruppo di adolescenti a New York, d'estate, oggi. I ragazzi passano da una birra all'altra, scorazzano per le strade e tra loro parlano delle conquiste femminili, delle dosi di droga da recuperare, da chi andare per passare la serata. Anche le ragazze fanno più o meno lo stesso. A casa di una di loro, si scambiano pareri sui vari modi di fare l'amore, sulle tipologie dei ragazzi, sulle varie relazioni avute. Appare per qualche istante la madre di uno dei ragazzi, impegnata con un neonato e non in grado di aiutare il figlio più grande. Una delle ragazze va a sottoporsi al test anti AIDS e si fa accompagnare da un'amica che, pur non volendo, fa a sua volta l'esame. Finisce che la prima non ha niente, mentre la seconda è positiva. Comincia così il suo dramma alla ricerca del ragazzo che gli ha passato il virus. Lo ritrova ad una festa dove tutti sono andati e lo vede mentre fa l'amore con un'altra. Sconvolta, si addormenta e si lascia avvicinare da un altro ragazzo che ha un rapporto con lei. Così la catena si allunga.
SCHEDA FILM
Regia: Larry Clark
Attori: Luis Muñoz, Javier Nunez, Billy Waldman, Sajan Bhagat, Adriane Brown, Jonathan S. Kim, Leo Fitzpatrick - Telly, Justin Pierce - Casper, Yakira Peguero - Darcy, Harold Huner - Harold, Rosario Dawson - Ruby, Sarah Henderson, Joseph Chan, Chloë Sevigny - Jennie, Christian Brums
Soggetto: Harmony Korine
Sceneggiatura: Harmony Korine
Fotografia: Eric Alan Edwards
Musiche: Randall Poster, John Davis, Lou Barlow
Montaggio: Christopher Tellefsen
Durata: 88
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: CARY WOODS
Distribuzione: INDIPENDENTI REGIONALI (1997) - CECCHI GORI HOME VIDEO
NOTE
REVISIONE MINISTERO GENNAIO 1997
CRITICA
Kids, avanza, euforico, sinistro, ossessivo, accumulando chiacchiere hard, pestaggi in branco, acrobazie sullo skateboard, uno slang impenetrabile come una giungla addomesticato dalle voci adulte e professionali del doppiaggio. E di colpo si capisce che è tutto qui. Nella solitudine, nella mancanza di rapporto con gli adulti, quasi invisibili, ovvero di un qualsiasi punto di vista esterno al mondo chiuso degli adolescenti. Ma quali adolescenti, poi? Kids non generalizza, così come non denuncia e non condanna. Siamo noi a chiedergli di farlo, quasi per riflesso condizionato. Per questo scuote tanto. E anche se è troppo studiato, programmatico, per crederci fino in fondo, sarebbe sbagliato liquidarlo con fastidio, o peggio cedere a tentazioni censorie. Non buttiamo i "kids" con l'acqua sporca. (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 22/2/97)