Mikhail Khodorkovsky: fautore del socialismo prima e del capitalismo poi, prigioniero politico, martire. Ritratto dell'uomo che, nonostante tutto e la possibilità di godersi all'estero le proprie ricchezze, ha saputo sfidare l'ex presidente russo Vladimir Putin.
SCHEDA FILM
Regia: Cyril Tuschi
Attori: Jean-Marc Barr - Narratore (V.O., Harvey Friedman - Narratore (V.O.
Soggetto: Cyril Tuschi
Fotografia: Cyril Tuschi
Musiche: Arvo Pärt
Montaggio: Claudia Simonescu
Durata: 111
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: CINEMASCOPE, 35 MM (1:2.35)
Produzione: CYRIL TUSCHI, SIMONE BAUMAN PER LALA FILMS, LE VISION, BR
NOTE
- PRESENTATO AL 61. FESTIVAL DI BERLINO (2011) NELLA SEZIONE 'PANORAMA DOKUMENTE'.
CRITICA
"L'argomento, indubbiamente, è d'attualità, vista anche la notizia di due giorni fa secondo cui il giudice Danilkin, che a dicembre aveva prolungato la condanna di Khodorkovskij e del suo ex socio Lebedev da nove a quattordici anni, si sarebbe limitato a leggere una sentenza redatta dai suoi superiori e 'voluta' da Putin, nemico giurato dell'ex oligarca. (...) Perché il quarantenne più ricco del mondo, secondo le classifiche di Forbes degli anni Novanta, fondò e sostenne una scuola per i meno fortunati (la Open Russia)? Perché si impegnò attivamente nel diffondere e mettere a disposizione dei giovani le nuove tecnologie? E soprattutto: perché, contravvenendo a un patto non scritto tra tutti gli oligarchi e Putin, scelse di misurarsi con la politica, sostenendo partiti non graditi all'allora capo del governo? Il film pone queste domande a molte persone: ex soci dell'oligarca ora in esilio in Israele o in Gran Bretagna, giornalisti e attivisti politici, ex ministri e statisti europei (...), amici e familiari (...). Difficile trovare una risposta certa per ogni domanda, ma le immagini in cui davanti alle telecamere della tv di Stato, all'inizio del 2003, 'Khodorkovskij' denuncia la corruzione della giustizia e il suo asservimento al potere politico mentre Putin digrigna i denti e freme di rabbia sono di quelle che non si dimenticano facilmente. (...) E alla fine, dopo 115 minuti di un'inchiesta incalzante e coinvolgente, lo spettatore non ha potuto trovare una risposta ai tanti dubbi sulle origini di molte ricchezze negli anni della perestrojka, ma ha sicuramente capito che a quasi cent'anni dalla Rivoluzione d'ottobre uno zar è ancora seduto sul trono di Mosca." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 16 febbraio 2011)