Kagadanan sa banwaan ning mga engkanto

FILIPPINE 2007
Il 30 novembre 2006, il tifone Reming si è abbattuto sulle Filippine spazzando via i villaggi intorno al vulcano Mayon. Dopo nove ore di ininterrotti nubifragi, il numero delle vittime era altissimo, ovunque c'era soltanto distruzione e uno scenario apocalittico. L'intera zona era coperta dai detriti, dal fango e dalla polvere fuoriuscita dal vulcano. È stato il tifone più potente che si sia mai abbattuto sulle Filippine. Il poeta filippino Benjamin Agusan torna al suo paese, Padang, per seppellire i suoi genitori, sua sorella e la sua compagna. È stato per sette anni in Russia, dove ha insegnato all'università. Lì ha continuato a scrivere poesie, ha pubblicato due volumi, si è innamorato di una donna, ha avuto un figlio e ha subito il dolore della sua perdita, che lo ha quasi reso completamente pazzo. Ora, a casa, trova soltanto orrore e distruzione e deve cercare di curare le ferite che gli ha inferto la vita, di affrontare il vulcano Mayon, sua fonte d'ispirazione giovanile ma capace anche di uccidere, e di accettare finalmente il suo paese.
SCHEDA FILM

Regia: Lav Diaz

Attori: Roeder Camañag, Perry Dizon, Anglei Bayani, Dante Perez, Sophia Aves

Sceneggiatura: Lav Diaz

Fotografia: Lav Diaz

Musiche: Lav Diaz

Montaggio: Lav Diaz

Scenografia: Dante Perez

Costumi: Dante Perez

Altri titoli:

Death in the Land of Encantos

Durata: 540

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Produzione: PRODUKSYONG SINE OLIVIA, IN COLLABORAZIONE CON HUBERT BALS FUND

NOTE
- OMAGGIO AL POETA FILIPPINO BENJAMIN AGUSAN.

- FILM DI CHIUSURA DELLA SEZIONE 'ORIZZONTI DOC' ALLA 64. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2007) DOVE HA RICEVUTO UNA MENZIONE SPECIALE.
CRITICA
Dalle note di regia: "'Kagadanan sa banwaan ning mga engkanto' nasce in modo inaspettato, spontaneo e urgente. Inaspettato perchè l'idea arrivò nel bel mezzo delle riprese di un altro film; spontaneo perchè il film non è mai stato pianificato e le riprese sono venute naturali, trasformando quello che doveva essere soltanto un documentario in un prodotto con le caratteristiche anche della fiction; e urgente perchè la visione e l'estetica del film affrontano, in ultima analisi, il tema delle pressanti questioni in cui si dibatte attualmente la società filippina. La ricerca infinita della redenzione è un dono e una maledizione al tempo stesso perchè l'essere umano non può essere relegato al mondo della genericità, a una singola tipologia, a un odiato cliché e anche perchè l'uomo comprende che è necessario cambiare, progredire e conosce i pericoli insiti nella regressione e nella ricaduta. Per questo motivo l'uomo combatte per un ideale. Questa battaglia rinnova perennemente nell'uomo la sofferenza e alimenta, quindi, continuamente, la ricerca della redenzione dalla sofferenza. Il suo concetto di umanità coincide, perciò, con il concetto di redenzione, che, a sua volta, assurge a grande umanesimo. Questo è il tema attorno al quale gravitano tutti i miei film. L'arte è parte di questa battaglia. E anch'io intendo contribuire."