Flipper Purify, un giovane e rampante architetto di colore, sposato felicemente ad una mulatta, Drew, e con una figlia che adora, ha una nuova segretaria, Angie Tulli, bianca, figlia di immigrati italiani, orfana di madre e praticamente costretta a far da serva al padre e a due fratelli. E' fidanzata con Paulie Carbone, che vive col padre anziano e vedovo, un despota possessivo, autoritario ed egoista. Tra Flipper ed Angie nasce una "love story" quanto mai burrascosa, sia per l'aperta ostilità delle due famiglie e comunità di appartenenza, sia per le tensioni psicologiche che la situazione viene a poco a poco a creare tra i due. Mentre la moglie di Flipper caccia il marito platealmente, il padre di Angela la picchia brutalmente. I due affrontano via via diverse situazioni (in un ristorante frequentato da neri, o durante un controllo della polizia), dove i termini usuali del razzismo, ma non quest'ultimo, sembrano rovesciati. A ciò si aggiunge il dramma di Gator, fratello maggiore di Flipper, tossicodipendente sempre in cerca di denaro per procurarsi il micidiale crack, la droga dei poveri. Scioccato ma stimolato dalla nuova situazione, Flipper, che è andato ad abitare coi genitori, un ex pastore battista e una casalinga, decide di lasciare la ditta per cui lavora e mettersi in proprio, mentre Angie, che ha lasciato uno sconvolto ed incredulo Paulie, va a stare da un'amica. Flipper affitta addirittura un appartamentino nel Village, ma il menage è continuamente attraversato da folate di tensione o di razzismo esplicito o strisciante, fino all'inevitabile epilogo: Flipper confessa alla donna la sua incapacità a continuare ed i due si lasciano, con molta amarezza. Angie fa ritorno al quartiere ed alla famiglia d'origine, ma non ritrova Paulie, che è invece attratto da una bella ed intelligente ragazza di colore, Orin. Gator, in preda ad una crisi, mette a soqquadro la casa in cerca di soldi terrorizzando la madre finchè il padre, esasperato, lo uccide con un colpo di rivoltella. Flipper torna ad incontrare la moglie, che ancora però non crede del tutto al suo ravvedimento.
SCHEDA FILM
Regia: Spike Lee
Attori: Wesley Snipes - Flipper Purify, Annabella Sciorra - Angie Tucci, Spike Lee - Cyrus, Ossie Davis - Il Pastore Purify, Ruby Dee - Lucinda Purify, Samuel L. Jackson - Gator Purify, Lonette McKee - Drew, John Turturro - Paulie Carbone, Frank Vincent - Mike Tucci, Anthony Quinn - Lou Carbone, Halle Berry - Vivian, Tyra Ferrell - Orin Goode, Veronica Webb - Vera, Veronica Timbers - Ming, David Dundara - Charlie Tucci, Anthony Nocerino - Veeshay, Charles Q. Murphy - Levin' Large, Queen Latifah - Lashawn, Steven Randazzo - Sonny, Theresa Randle - Inez, Miguel Sandoval - Agente Ponte, Nicholas Turturro - Vinny, Pamala Tyson - Angela, Michael Badalucco - Frankie Botz, Melvin Bethea - Drug Dealer, Joe D'Onofrio - Patty, Debi Mazar - Denise, Talese Harris - Iris, Michael Imperioli - James Tucci, Gina Mastrogiacomo - Luise, Rick Aiello - Agente Long, Averell Curtle - Young Panhandler, Tim Robbins - Jerry, Brad Dourif - Leslie, Phyllis Yvonne Stickney - Nilda
Soggetto: Spike Lee
Sceneggiatura: Spike Lee
Fotografia: Ernest R. Dickerson
Musiche: Stevie Wonder, Terence Blanchard
Montaggio: Samuel D. Pollard
Scenografia: Wynn Thomas
Costumi: Ruth E. Carter
Durata: 126
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: NORMALE
Produzione: FORTY ACRES AND A MULE FILMWORKS
Distribuzione: UIP - CIC VIDEO
CRITICA
L'intera colonna sonora è stata composta da Steve Wonder ed è chiaro che la sua forza e bellezza non sta nell'abbellimento bensì nel mantenersi sempre "presente" a se stessa. Lee sa coglierei suoni, i movimenti e le barriere invisibili di New York come e meglio di Woody Allen, anche se il suo approccio non è compiaciuto ma casomai frenetico. (Valerio Caprara, Rivista del Cinematografo)
Il film piace per il suo stile brillante la sua vitalità, la sua comunicativa, la spregiudicatezza. (Giovanni Grazzini, L'Indipendente)
Film dai molti stili, divertente e angosciato, saggio di sociologia umoristica dai risvolti tragici. (Alfio Cantelli, Il Giornale)
Un film così vitale, brillante, agonistico tende a farsi perdonare le cadute didascaliche, le ripetitività, le scene madri troppo prevedibili, il vorticare di alcune macchiette. (Valerio Caprara, Il Mattino)
Spike Lee compare sullo schermo nel ruolo dell'amico che, troppo pettegolando scatena la febbre della giungla d'asfalto: antipatico e bravissimo. (Irene Bignardi, La Repubblica)
Quasi fosse l'occhio di un neoselvaggio, di un individuo così immerso nelle brutture metropolitane da non considerarle nemmeno più tali, la cinepresa del regista si avventa su interni ed esterni, ci accompagna in una nervosa scorribanda imbattendosi in scorci e prospettive ambientali, occhi e gesti rabbiosi. (Francesco Bolzoni, L'Avvenire)