Johnny Stecchino

ITALIA 1991
Dante, un giovanotto ingenuo e un po' infantile vive a Firenze, dove fa l'autista di uno scuolabus per handicappati: il suo solo amico e confidente è uno di loro, Lillo, malato di diabete. Quasi per scherzo, Dante si diverte a rubare qualche banana, e, soprattutto, a truffare l'assicurazione, fingendo d'essere gravemente menomato alla mano destra. Una notte Dante viene investito dall'auto di una bella e giovane donna, Maria. Non ha avuto danni, ma la signora, accorsa in suo aiuto, lo guarda in viso incantata, poi sviene ai suoi piedi. Incontratala di nuovo, Dante se ne innamora subito, nel suo modo puro e sognante. Lei lo chiama Johnny e - come per un capriccio - gli disegna un neo sulla guancia, gli fa portare uno stecchino in bocca, e dopo avergli comprato un vestito elegante, lo conduce a pranzo in un locale di lusso. Irretendolo a forza di moine, ma senza concedergli niente, Maria riesce poi a farlo partire per Palermo, dove lo ospita in un'antica e lussuosa villa. Qui gli presenta un presunto zio avvocato, dedito alla droga, il quale gli fa credere che si tratti semplicemente di una medicina contro il diabete. Intanto, Dante si trova invischiato in una pericolosa vicenda, che non comprende: Maria è infatti la moglie di un celebre mafioso "pentito", l'italo-americano Johnny Stecchino, il quale vive da tempo nascosto negli scantinati della villa, perchè la mafia lo ha condannato a morte. Ora, trovato per caso Dante, che è il sosia perfetto di Johnny, Maria ha pensato di farlo uccidere dai mafiosi, al posto del marito, che potrà così partire tranquillamente con lei per l'estero. Ma l'ignaro giovanotto provoca una serie di equivoci e guai, riuscendo sempre a salvarsi. I momenti salienti del pasticcio sono l'incontro segreto con un ministro corrotto e cocainomane, che viene da Dante candidamente smascherato, e una serata all'opera, in cui il giovanotto, in un palco insieme a Maria, è esposto agli insulti dei palermitani e alla vendetta dei mafiosi che lo hanno scambiato per il vero Johnny Stecchino. In ultimo riesce perfino a sfuggire alla trappola che gli è stata tesa dalla mafia in un negozio di barbiere. Intanto il vero Johnny, che crede il sosia già morto, viene assassinato dai mafiosi in un gabinetto pubblico. Ritornato a Firenze Dante regala all'amico Lillo il sacchetto della droga, perchè si curi il diabete: il ragazzo, provata la "medicina", corre esaltato per la strada.
SCHEDA FILM

Regia: Roberto Benigni

Attori: Roberto Benigni - Dante/Johnny, Paolo Bonacelli - D'Agata, Nicoletta Braschi - Maria, Ivano Marescotti - Randazzo, Franco Volpi - Ministro, Ignazio Pappalardo - Cozzamara, Alessandro De Santis - Lillo, Domenico Minutoli - Questore, Sal Borgese - Ignazio, Sal Scallia - Giudice, Loredana Romito - Gianna, Giulio Donnini - Cardinale, Carlo Amedeo Mangiù - Barbiere, Giorgia O'Brien - Moglie del Ministro, Luciana Palombi - Signora Festa, Tony Sperandeo - Primo picciotto, Gaetano Campisi - Secondo picciotto, Angela Conti Imperioli - Prima ragazza, Daniela Mango - Seconda ragazza, Ornella Marini - Ragazza toscana, Vito Zappalà - Maresciallo, Giorgio Trestini - Portiere Hotel, Giuseppe Viola - Spettatore

Soggetto: Roberto Benigni, Vincenzo Cerami

Sceneggiatura: Vincenzo Cerami, Roberto Benigni

Fotografia: Giuseppe Lanci, Franco Bruni - operatore

Musiche: Evan Lurie

Montaggio: Nino Baragli

Scenografia: Paolo Biagetti

Arredamento: Massimo Tavazzi

Costumi: Gianna Gissi, Francesca Sartori - assistente

Aiuto regia: Gianni Arduini

Altri titoli:

Toothpick Johnny

Durata: 123

Colore: C

Genere: COMICO

Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI

Produzione: C.G. GROUP TIGER CINEMATOGRAFICA, PENTA FILM, MELAMPO

Distribuzione: PENTA, PENTAVIDEO, CECCHI GORI HOME VIDEO (PEPITE)

NOTE
- DAVID SPECIALE 1992 A ROBERTO BENIGNI.
CRITICA
"Il film diretto e interpretato da Roberto Benigni, ha una lunga prima parte, troppo lenta e piuttosto noiosa, nella quale vengono presentati con soverchia leggerezza temi serissimi, come la droga, la mafia, la corruzione di alti personaggi politici, e di rappresentanti della legge. Soprattutto ciò che disturba è la maniera in cui vengono mostrati i ragazzi handicappati. Nella seconda parte, invece, il lavoro acquista ritmo ed efficacia nel brano dell'incontro col ministro corrotto, l'episodio, infatti, è basato su una serie di equivoci abbastanza divertenti. Nel complesso, con vari riferimenti a celebri film del passato, la storiella regge alla meglio. L'interpretazione di Benigni è credibile, finchè egli recita la parte dell'ingenuo, ma non quando interpreta il ruolo del mafioso. Anche se bisogna riconoscere che l'autore in questo lavoro non insiste su pesanti volgarità, è necessario notare che il film non è poi candido come vorrebbe sembrare, ma contiene varie ambiguità. Assai bravi gli attori Bonacelli e Volpi, il primo nella parte dello zio avvocato, l'altro in quella del ministro." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 113, 1992)

"Irresistibile commedia degli equivoci, una fabbrica di risate dagli eccezionali tempi comici, che il sorprendente Benigni autore ha scritto, con Vincenzo Cerami, su misura per il fenomenale Benigni attore. Si ride tanto da farsi venire le lacrime agli occhi senza l'aiuto, per una volta, della parolaccia. Se la prima mezz'ora durasse dieci minuti e se tutte le gag fossero all'altezza di quella, formidabile, del furto delle banane, sarebbe un film davvero perfetto". (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 9 giugno 2001)