Una famiglia composta da padre, madre, un bambino e una bambina, decide di lasciare la caotica città per trasferirsi in una località di campagna, nella casa paterna del capofamiglia. Il cambiamento di vita, la natura e l'isolamento faranno emergere nel padre istinti primordiali a lui sconosciuti che porteranno tragiche conseguenze.
SCHEDA FILM
Regia: Andrey Zvyagintsev
Attori: Konstantin Lavronenko - Alex, Maria Bonnevie - Vera, Aleksandr Baluyev - Mark, Maxim Shibaev - Kir, Katya Kulkina - Eva, Dmitri Ulyanov - Robert, Alexeï Vertkov - Max
Soggetto: William Saroyan - racconto
Sceneggiatura: Oleg Negin, Andrey Zvyagintsev, Artem Melkumjan - collaborazione
Fotografia: Mikhail Krichman
Musiche: Andrey Dergatchev, Arvo Pärt
Montaggio: Anna Mass
Scenografia: Andrey Ponkratov
Costumi: Anna Barthuly
Altri titoli:
The Banishment
Le bannissement
Durata: 150
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:2.35) SCOPE
Tratto da: racconto "The Laughing Matter" di William Saroyan
Produzione: REN FILM
NOTE
- PREMIO PER LA MIGLIOR INTERPRETAZIONE MASCHILE A KONSTANTIN LAVRONENKO AL 60MO FESTIVAL DI CANNES (2007).
CRITICA
"Remotamente ispirato a una novella di Saroyan, il film di Zvjagintsev, già leone d'oro a Venezia con il notevole 'Il ritorno', è lento, complesso, macchinoso, visivamente splendido ma non esente da accademismo. Si citano San Paolo (la seconda lettera ai Corinzi), Masaccio (la cacciata di Adamo ed Eva), forse Leonardo (...) Scandito da inni sacri e musiche di Arvo Part, il film si avvita intorno ai temi eterni della Colpa e del Caso alternando scene sublimi e veri momenti di grazia a lunghe spiegazioni, oscurità ricercate, simbolismi. (...) Troppo esplicito per commuovere, troppo oscuro per incatenarci al racconto, Zvjagintsev si conferma un grande talento religioso sulla scia di Tarkovskij, ma è difficile seguirlo su strada così impervie e insieme ridondanti." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 maggio 2007)
"Liberamente ispirato a un racconto di Saroyan e pieno di rimandi simbolici (a cominciare dall'Annunciazione di Leonardo) il film non cancella, anzi conferma, il sospetto di freddo accademismo che già si respirava nel suo primo film, 'Il ritorno', premiato a Venezia." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 19 maggio 2007)
"Spesso gli allori festivalieri fanno male. Prendiamo il regista siberiano classe '64 Andrey Zvyagintsev, Leone d'oro a sorpresa a Venezia 2003 grazie a 'Il ritorno': un'opera prima suggestiva e intensa che tutto sommato meritava l'impegnativa carta di credito consegnatagli dalla giuria. Arruolato da Cannes 60, il suo nuovo film, 'Izgnanie' ('The Banishment'), ha purtroppo tradito tutte le attese facendo pensare al classico delirio di onnipotenza che colpisce gli emergenti troppo incensati. I contrassegni stilistici del primo film vi diventano, infatti, una sorta di maniera esasperata, un teorema mentale inaccessibile ai poveri (spettatori) mortali e un campionario dei tic d'autore che ormai elettrizzano solo i forzati dello specialismo. La trama, involuta come poche altre, solfeggia sui tormenti veri o presunti di marito, moglie e due figli che hanno abbandonato la città per insediarsi in un eremo campestre... (...) Zvyagintsev s'innamora del proprio obiettivo e, abrogando ogni logica narrativa e psicologica, non smette di spostarlo qua e là a caccia di dettagli estetici per la molesta durata di due ore e mezza." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 19 maggio 2007)
"Scandito con solennità tragica il film non vale tanto per il suo elitario arrampicarsi sulle vette di Bresson o di Tarkovskij, quanto come conferma della talentuosa mano di un affabulatore per immagini." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 19 maggio 2007)