Uscito dal manicomio, il quarantenne Ivo torna nel paese natìo di Cavriglia, sulle colline toscane, e si adatta alla solitudine della casa abbandonata. Dotato di talento per la pittura e per i rebus, egli annota tutto sul fedele diario illustrato in bianco e nero come le mura del paese che riempie di "murales" enigmistici. Passato l'inverno, si imbatte in un'automobile con due fidanzatini che tentano di suicidarsi con i gas di scarico. Per attirare l'attenzione di Sara, un medico analista che sta sopraggiungendo in automobile, viene quasi investito: la spaventa; viene picchiato da due operai che credono infastidisca la donna; finisce in galera da cui Fabio, l'avvocato fratello gemello di Sara, impietosito, lo tira fuori e lo invita al mare: il week-end è assai stimolante per Ivo, che però disturba tutta la famiglia poichè straparla. Innamoratosi di Sara, pur di vederla ogni tanto accetta di trasferirsi in una comunità, composta da Aldo, un silenzioso attore; Silvano, iperdinamico ex rappresentante; Antonino, capace di sedere per ore sulla sua poltrona "strategica" e il nano Carlino, che vive nel bunker della sua stanza e suona la batteria. Trovato lavoro come cartellonista Ivo decide di festeggiare il suo compleanno con una festa, durante la quale l'orologio Rolex di Andrea, fidanzato con Sara, sparisce, e il fatto che Ivo conservi un cassetto chiuso scatena negli altri il sospetto che lo abbia trafugato lui. Dopo aver domato un incendio causato da Aldo, e dopo una lite con Silvano, che lo accusa del furto, se ne torna al paese, mentre Sara affronta il ladro che scopre essere il fratello cleptomane. Lasciato Andrea, Sara va a scusarsi con Ivo che non solo continua a lavorare, ma riceve addirittura scolaresche in visita ai suoi bellissimi "murales".
SCHEDA FILM
Regia: Alessandro Benvenuti
Attori: Alessandro Benvenuti - Ivo, Francesca Neri - Sara, Davide Bechini - Fabio, Francesco Casale - Andrea, Antonino Iuorio - Antonino, Sandro Lombardi - Aldo, Guido Cerniglia, Sonia Grassi, Daniele Trambusti, Stefano Biciocchi - Silvano, Luca Fagioli - Carlino, Lucia Ragni, Maria Pelini
Soggetto: Alessandro Benvenuti
Sceneggiatura: Nicola Zavagli, Alessandro Benvenuti, Ugo Chiti
Fotografia: Blasco Giurato
Musiche: Patrizio Fariselli
Montaggio: Carla Simoncelli
Scenografia: Eugenio Liverani
Costumi: Eugenio Liverani
Durata: 107
Colore: C
Genere: ALLEGORICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: BASATO SUL TESTO DI UGO CHITI
Produzione: UNION P.N.
Distribuzione: UIP - RCS FILMS & TV
NOTE
REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1995.
CRITICA
Andando su e giù da Forrest Gump a "Qualcuno volò sul nido del cuculo", spiumando un'intera colomba per fare bizzarria, Benvenuti compone una commedia in buona fede e di buoni sentimenti, ma ovvia e prolissa, che paga lo scotto di personaggi stereotipati (la famiglia borghese, che si alleva la pecora nera cleptomane in casa). Per finire esclamando che Ivo è da slegare (viene infatti slegato e onorato), altri sarebbero da legare". Ivo il tardivo" è uno di quei film equivoci in cui la gente si aspetta di ridere e lo fa a tutti i costi anche di fronte a tipologie tragiche. (Corriere della Sera, Maurizio Porro, 7/11/95)
Bislacco quanto la vita quotidiana, comico e doloroso come l'Italia, a lieto fine come una favola, con un'attenzione rara al racconto per immagini. Il sesto film di Alessandro Benvenuti, toscano di Pontassieve, 45 anni, promuove protagonisti la malattia mentale intesa come una variante della normale eccentricità, il volontariato visto come una pratica della bontà intelligente: e arriva ad essere strano e divertente. (La Stampa, Lietta Tornabuoni, 29/10/95)
Il fatto è che a Ivo il Tardivo manca la convinzione, e senza convinzione è difficile convincere. La storia del gigante innocente e della dottoressa, sullo sfondo della disapprovazione borghese e della travagliata amicizia con un quartetto di altri "matti", non riesce a trovare una direzione drammaturgica; nè nella poesia, nè nella satira, nè nel comico dove, invece di costruire le gag, le abbandona pigramente ai talenti individuali del protagonista, del corpulento Antonino Iuorio o del piccolo e concitato Vito. Vien da pensare che Benvenuti, un tempo titolare di una vena preziosa di cattiveria toscana, sia diventato troppo buono. La bontà aveva già fatto capolino in "Belle al bar", un film riuscito; il "buonismo", invece, gli nuoce. Forse si è lasciato sedurre troppo dal suo dolce psicolabile, sublime disadattato degno di una beatitudine evangelica. Un tipo di personaggio che non sempre porta fortuna: per un Forrest Gump, non dimentichiamolo, c'è l'infelice Occhio-pinocchio di Nuti, altro sempliciotto con la rima nel titolo. (La Repubblica, Roberto Nepoti, 29/10/95)
Dopo "Belle al bar", dove la sensibilità comica di Benvenuti era complessa e acuta, mimeticamente più curata; questo è un passetto indietro. Ivo ha i difetti di Forrest Gump: è dolce, simpatico, piacevole, a volte d'ingenua intelligenza. Ma che tardivo è? (Il Giorno, Silvio Danese, 8/11/95)