Il film si sofferma su alcuni aspetti meno conosciuti della vita del nostro Paese: la prostituzione, la mafia siciliana, la riforma fondiaria in certe regioni del Sud, ed altri fatti minori della cronaca italiana. Il lavoro si conclude a Nomadelfia, la cittadella di Don Zeno, che, nell'amaro scetticismo dell'intera opera, costituisce l'unico motivo di speranza.
SCHEDA FILM
Regia: Enzo Biagi, Brando Giordani, Sergio Giordani
Attori: Giancarlo Sbragia - voce f.c.
Sceneggiatura: Enzo Biagi - commento
Fotografia: Franco Lazzaretti, Rodolfo Isoardi, Alberto Corsi, Paolo Arisi Rota, Pino Pinori, Massimo Sallusti
Musiche: Gino Peguri
Montaggio: Dolores Tamburini
Collaborazione alla regia: Aldo Falivena
Durata: 88
Colore: B/N
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: BETA DIGITALE
Produzione: ANTONIO BACCHIERI E MARIO SANTUCCI PER ETRUSCA CIN.CA
Distribuzione: CINERIZ
NOTE
- COLLABORATORI PER SPUNTI GIORNALISTICI: EMILIO RAVEL, GIGI MARSICO, MAURO DE MAURO, ANITA PENSOTTI.
- PRESENTATA ALLA 65. MOSTRA DI VENEZIA (2008) NELLA RETROSPETTIVA "QUESTI FANTASMI: CINEMA ITALIANO RITROVATO (1946-1975)" LA COPIA DELLA CINETECA NAZIONALE.
CRITICA
"Biagi s'è posto il problema della sua cronaca in maniera assai semplice: si parla tanto del miracolo economico italiano. Va bene. Ma ecco intanto un'Italia che non conoscete, un'Italia arcaica, ingiusta, assurda che sopravvive e prospera accanto all'Italia moderna. (...) Diciamo subito che Biagi s'è dimostrato in questa sua inchiesta un assai bravo e intelligente reporter cinemtografico. (...) Il valore del documentario va ravvisato nella singolarità, nel sapore e nel carattere imprevisto delle immagini (che hanno spesso una portata che oltrepassa lo schema e che sembra richiedere un commento diverso." ( Alberto Moravia,
"L'Espresso", 5 maggio 1963)