Jimmy Page (Led Zeppelin), The Edge (U2) e Jack White (White Stripes) si sono riuniti sullo schermo per celebrare la prima chitarra elettrica prodotta in massa: quella inventata da Leo Fender negli anni '50 e che, nei suoi tre modelli "Esquire", "Telecaster" e "Stratocaster", è stata fondamentale nello sviluppo della musica rock e pop, assurgendo a mito assoluto per generazioni di chitarristi professionisti e amatoriali.
SCHEDA FILM
Regia: Davis Guggenheim
Attori: The Edge - Se stesso, Jimmy Page - Se stesso, Jack White - Se stesso
Fotografia: Guillermo Navarro, Erich Roland
Montaggio: Greg Finton
Scenografia: Don Burt
Durata: 97
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO MUSICALE
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Produzione: THOMAS TULL PRODUCTIONS
NOTE
- PRESENTATO IN CONCORSO AL 59. FESTIVAL DI BERLINO (2009) NELLA SEZIONE 'BERLINALE SPECIAL GALA'.
CRITICA
"Guggenheim è bravo ad inventarsi l'intreccio, a far scorrere eventi storico-musicali senza scadere nel leggendario e infine a ricomporre svolgimento e conclusione attorno ai tre divanetti in studio dove il trio sfodera classe, talento e genialità, sia in versione amplificata che acustica. The Edge, che in fatto ad espressività rasenta picchi da mummia egizia, si posiziona leggermente in disparte. White osserva sempre dove corrono sul manico le dita di Page. E Page, appunto, da raffinato signore con candido capello bianco qual'è, dispensa semplicemente la sua preziosa presenza in scena. Sia per i fan dei tre musicisti, ma ancor di più per chi strimpella corde senza ancora aver visto la propria luce." (Davide Turrini, 'Liberazione', 12 febbraio 2009)
"'It might get loud' è una delle pellicole musicali più riuscite dell'ultimo decennio. On è un pretesto, sa davvero creare il massimo della tensione nell'incontro dei tre. I quali a più riprese si mettono, quasi increduli dall'armonia improvvisa, a far vibrare i loro strumenti con brani loro, e di loro colleghi. E' una festa musicale che permette di comprendere i segreti delle carriere delle tre leggende del rock. L'avventura di ciascuno viene ricostruita come ribellione alle mode e legata alla capacità di piegare lo strumento alla propria volontà." (Andrea Martini, 'Quotidiano Nazionale', 12 febbraio 2009)