Un anziano regista, nato in un paese tutto cielo, acqua e mulini a vento, ha sognato fin da bambino di catturare il vento. Decide ora di recarsi in Cina per filmare, appunto, il vento. Nella sua lunga vita ha filmato tante guerre, sopravvivendo ad amici e compagni d'arme. Portati dal vento della storia, ha visto passare i più svariati eventi, ha assistito a sollevazioni popolari, ha visto capi rivoluzionari trasformarsi in dittatori e ha rischiato più volte la pena capitale. Ed eccolo nella Cina sconosciuta a tentar di filmare, fra mille difficoltà, l'esercito di terracotta posto a custodia della tomba di un lontano imperatore; eccolo inseguire miti e leggende di quel popolo misterioso, fino ad accingersi, appunto, a filmare il vento, per dissolversi, infine, con la sua troupe, sullo sfondo di una schiera di tipiche biciclette cinesi, pedalate con foga da gente volitiva e decisa.
SCHEDA FILM
Regia: Marceline Loridan, Joris Ivens
Attori: Liu Zhuang, Chen Zhiian, Han Zenkiang, Paul Sergent, Joris Ivens - Anziano Regista, Wang Hong, Liu Guilian, Wang Deleng, Zou Qiaoyu, Fu Dalin
Soggetto: Marceline Loridan, Joris Ivens
Sceneggiatura: Marceline Loridan, Joris Ivens
Fotografia: Thierry Arbogast, Jacques Loiseleux
Musiche: Michel Portal
Montaggio: Geneviève Louveau
Durata: 80
Colore: C
Genere: ALLEGORICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: CAPI-FILMS, LA SEPT, PARIS
Distribuzione: ISTITUTO LUCE ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1990) - DELTAVIDEO
CRITICA
"Se ci sono film testamento, nella storia del cinema, e certamente ce ne sono, "Io e il vento" di Joris Ivens e Marceline Loridan è di sicuro tra i più alti e significativi; se ci sono film che riassumono in sé il pensiero e l'opera del proprio autore, "Io e il vento" è uno di questi; se ci sono film in cui è possibile rinvenire non solo la qualità della rappresentazione e del racconto li', sul momento, ma contemporaneamente il giudizio critico e morale su ciò che viene rappresentato e raccontato, "Io e il vento" è fra loro; se ci sono film che, nella età matura o addirittura nella vecchiaia dei loro autori, trovano linfa di freschezza e di originalità e di spinta all'approfondimento nello stesso tempo all'anticonformismo, "Io e il vento" è indubbiamente fra i primi. Il vento, in questo ultimo, struggente messaggio cinematografico di Ivens, è il soffio dello spirito, è il simbolo delle cose che cambiano anche se non se vede il segno, è il cambiamento anche irrazionale e occasionale è il carattere del variare nel mondo, è l'occasione di uno stile allusivo e un po' misterioso." (Giacomo Gambetti, La Rivista del Cinematografo)