Ad Amleto, principe di Danimarca, appare il fantasma di suo padre, il Re, che gli rivela di essere stato assassinato da suo fratello Claudio, attuale Re di Danimarca che, dopo aver usurpato il trono, ha anche osato sposare Gertrud, vedova di suo fratello e madre di Amleto. Questa rivelazione non turba Amleto, lasciandolo anzi perplesso, ma il giovane principe capisce di essere in pericolo, dal momento che suo zio Claudio farà il possibile per eliminarlo. Il Re, infatti, compie molti attentati contro di lui, a cui Amleto riesce a scampare grazie alla sua furbizia, alla fortuna e all'aiuto di amici fidati. Re Claudio cerca allora di provocare una lite tra Amleto e il ciambellano Polonio, poi fa sparire il ciambellano di modo che tutti a corte credano che sia stato ucciso da Amleto. Il principe, fingendosi pazzo, riesce a farsi scagionare da ogni accusa, ma deve trovare il modo per liberare Polonio e gli altri prigionieri politici rinchiusi nelle carceri del palazzo. Potrà contare sui suoi amici per una Rivoluzione, quella che lo porterà a diventare il Capo della repubblica di Danimarca.
SCHEDA FILM
Regia: Giorgio Simonelli
Attori: Erminio Macario - Amleto, Franca Marzi - Regina Gertrud, Rossana Podestà - Ofelia, Adriano Rimoldi - Laerte, Luigi Pavese - Re Claudio, Giuseppe Porelli - Polonio, Silvio Noto, Alfredo Varelli, Virgilio Riento, Guido Riccioli, Manlio Buzoni, Giancarla Vessio, Marisa D'Auro, Aldo Majocchi, Sergio Bergonzelli, Carlo Rizzo, Marisa Merlini
Soggetto: Erminio Macario, Mario Amendola, Ruggero Maccari
Sceneggiatura: Edoardo Anton, Vincenzo Rovi, Dino Falconi, Ugo Guerra, Giovanni Grimaldi, Carlo Veo, Ruggero Maccari, Dino Verde, Renzo Puntoni
Fotografia: Domenico Scala, Marcello Gatti - operatore, Luigi Kuveiller - assistente operatore
Musiche: Ferruccio Martinelli
Montaggio: Nino Baragli
Scenografia: Saverio D'Eugenio
Arredamento: Arrigo Breschi
Costumi: Anna Maria Fea
Durata: 89
Colore: B/N
Genere: COMICO
Produzione: ERMINIO MACARIO PER MACARIO FILM
Distribuzione: SAFA PALATINO
CRITICA
"Parodia Shakesperiana piuttosto fiacca e di dubbio gusto, 'Io, Amleto', non soddisfa neppure per le sue trovate comiche che raramente conseguono l'effetto desiderato. Si tratta in realtà di un informe zibaldone, nel quale alcuni spunti felici vengono affondati nel "mare magnum" di ripetizioni, goffaggini e i luoghi comuni". (Umberto Tani, "Intermezzo", n. 13/14/15 del 31 luglio - 15 agosto 1953).