I componenti storici degli Inti-Illimani si raccontano, suonano e cantano sull'onda di intensi ricordi e di un rinnovato entusiasmo, ripercorrendo i quarant'anni di storia del complesso musicale, il loro improvviso esilio dal Cile che ha permesso al mondo di conoscere la realtà di un paese oppresso e la diffusione di alcuni fondamentali messaggi della lotta per la liberazione.
SCHEDA FILM
Regia: Francesco Cordio, Paolo Pagnoncelli
Attori: Jorge Coulon, Marcelo Coulon, Daniele Silvestri, Max Berrù, Daniel Cantillana, Juan Flores Luza, Christian Gonzalez, Manuel Meriño, Efren Viera, Cesar Jara
Soggetto: Francesco Cordio, Paolo Pagnoncelli
Fotografia: Mario Pantoni, Riccardo Tonni
Musiche: Inti-illimani
Durata: 79
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO MUSICALE
Produzione: FRANCESCO CORDIO E PAOLO PAGNONCELLI PER WORLD VIDEO PRODUCTION
Distribuzione: DISTRIBUZIONE INDIPENDENTE (2011)
Data uscita: 2011-11-25
CRITICA
"Ne è passato di tempo dal verso di Lucio Dalla («la musica andina che noia mortale») che segnalava la fine della sbronza collettiva con la quale in Italia fu vissuta la musica degli Inti-Illimani e degli altri artisti cileni. Ma fu una grande storia e ora col passare degli anni, finito il rigetto che condannò la politica e la musica di quei tempi, è bello e interessante riviverla, come succede grazie al documentario 'Dove cantano le nuvole', realizzato da Francesco Cordio e Paolo Pagnoncelli. Gli 'Inti-Illimani', esuli forzati dopo il colpo di stato di Pinochet, si fermarono a vivere in Italia, svolgendo un impagabile lavoro di militanza, musica al servizio della causa democratica, lasciando un segno profondo e costruendo quello che è ancora oggi il più struggente inno delle manifestazioni di strada: 'El pueblo unido jamas sera vencido'. Le cose non sono andate proprio così, ma almeno gli Inti-Illimani sono potuti rientrare nel loro paese, restituito alla libera circolazione delle idee. Il documentario, denso e toccante, racconta una grande epopea, di quelle che andrebbero insegnate nelle scuole." (Gino Castaldo, 'La Repubblica', 25 novembre 2011)