Quattro persone mascherate da imbianchini fanno irruzione nell'edificio della Manhattan Trust, caposaldo finanziario di Wall Street, e in pochi minuti prendono in ostaggio cinquanta persone tra impiegati e clienti della prestigiosa banca, intimando loro di indossare delle tute e delle maschere. Nel frattempo, sul luogo della rapina intervengono le forze di polizia e tra loro figura il detective Keith Frazier chiamato a negoziare con il capo dei malviventi, Dalton Russell, un uomo estremamente intelligente e dai nervi saldi che riesce a mantenere in scacco le forze dell'ordine con un piano completamente imprevedibile e ben studiato. Frazier inizia a sospettare che dietro a tutto ciò vi sia qualcosa che gli viene tenuto nascosto, quando sul luogo appare Madeline White, una mediatrice che chiede di interloquire da sola con Russell. Cosa cercano esattamente Russell e i suoi? Che ruolo hanno in questa faccenda Madeline White e il presidente del consiglio d'amministrazione della Manhattan Trust, l'imprenditore Arthur Case?... Questi gli interrogativi a cui Frazier cerca di dare risposta tentando allo stesso tempo di salvare la vita degli ostaggi.
SCHEDA FILM
Regia: Spike Lee
Attori: Denzel Washington - Detective Keith Frazier, Clive Owen - Dalton Russell, Jodie Foster - Madeline White, Christopher Plummer - Arthur Case, Willem Dafoe - Capitano John Darius, Chiwetel Ejiofor - Detective Bill Mitchell, Ashlie Atkinson - Burke, Lionel Pina - Poliziotto Con Le Pizze, Frank Stellato - Comandante Detective, Waris Ahluwalia - Vikram Walia, Michael Devine - Ufficiale Esu, Kim Director - Stevie, Peter Frechette - Peter Hammond, Peter Gerety - Capitano Coughlin, Frank Hopf - Ufficiale Della Barricata, Frank Harts - Efrain Torres, Jason Manuel Olazabal - Sergente Hernandez, Cherise Boothe - Jeanette Davis, Thierry Henry - Henry, Sean Kane - Joe, Robert C. Kirk - Agente Borinsky, Marcia Jean Kurtz - Miriam, James Ransone - Steve-O, Curtis Mark Williams - Eric, Darryl Mitchell - Ufficiale Comandante Rourke, Cassandra Freeman - Sylvia
Soggetto: Russell Gewirtz
Sceneggiatura: Russell Gewirtz, Adam Erbacher
Fotografia: Matthew Libatique
Musiche: Terence Blanchard
Montaggio: Barry Alexander Brown
Scenografia: Wynn Thomas
Costumi: Donna Berwick
Effetti: Chris Halstead, Patrick Clancey, Ryan Helsley
Durata: 129
Colore: C
Genere: THRILLER DRAMMATICO
Produzione: BRIAN GRAZER E JONATHAN FILLEY PER IMAGINE ENTERTAINMENT, UNIVERSAL PICTURES, 40 ACRES & A MULE FILMWORKS
Distribuzione: UIP
Data uscita: 2006-04-07
TRAILER
CRITICA
"Con "Inside Man" Spike Lee ritorva la forma del grande "La 25ma ora" dopo la pausa minore di "Lei mi odia". In primo luogo, c'è lo stile di regia: il senso dell'inquadratura (ciascuna è una lezione di cinema), l'alternanza del montaggio nervoso e serrato (ha a che vedere, però, con l'estetica videoclippara) con piani più lunghi e distesi; l'uso competente della musica. Poi, Spike gioca sapientemente con la tradizione del noir; non per fare cinofilia, bensì per situare il proprio film a una sorta di crocevia tra le configurazioni che il genere ha assunto attraverso i decenni (il dandismo di Washington somiglia molto a quello di Humphrey Bogart). E fin qui, si parla di padronanza della materia e di eleganza della messa in scena, che sono i fondamenti del cinema. In sovrappiù, Lee riesce a mettere dentro un film di genere fatto secondo le regole i temi d'attualità che - giustamente - lo ossessionano: i timori sulla metamorfosi dell'America seguita all'11 settembre; le relazioni interrazziali, sempre in primo piano nella sua filmografia; le collusioni tra onesto e disonesto, giusto e ingiusto. Ci aggiunge una dose di humour, tocco finale di un film che unisce piaceri del 'classicismo' e osservazione della realtà come, oggi, ben pochi altri sanno fare." (Roberto Nepoti, "la Repubblica", 7 aprile 2006)
"Nel nuovo film di Spike Lee a è ciò che sembra e il film stesso non somiglia molto agli altri del suo autore. A prima vista infatti 'Inside Man', nuovo salto hollywoodiano del grande regista afroamericano, è un classico thriller, sottogenere rapina in banca. (...) Diciamo pure che Spike Lee gioca con gli spettatori più o meno come fa il rapinatore con la polizia. Perché alla fine gli ostaggi verranno rilasciati, ce lo dicono i continui flashforward che spezzano l'azione e aprono nuove piste. Anzi, come si vede negli interrogatori, forse non tutti erano semplici ostaggi, forse i rapinatori avevano dei basisti. Ma di che colpo parliamo se dal caveau non manca neanche un dollaro, e mentre i rapinatori sembrano volatilizzarsi l'anziano fondatore della banca incarica una misteriosa "mediatrice" dai mille agganci (Jodie Foster, sempre perfetta) di gestire trattative separate? A questo punto è chiaro che 'Inside Man' non è (solo) un thriller, che l'essenziale non sta nella suspense (relativa) né nei colpi di scena quasi fuori tempo massimo, ma nei mille dettagli di una regia così sapiente da rischiare il virtuosismo, nello sguardo caustico riservato alla New York post-11 settembre, nelle digressioni spesso assai godibili (l'ex-moglie albanese convocata come interprete...). In breve nel modo in cui Spike Lee, senza parere, insiste su due o tre temi chiave: il razzismo di oggi e di sempre (il sikh preso per un arabo solo perché porta il turbante), i peccati originali del capitalismo, l'intreccio di interessi che genera addirittura collusioni fra sogno americano e incubo nazista, e via arpeggiando su tasti sempre scottanti senza curarsi troppo né della verosimiglianza storica né della coerenza narrativa (vedi Plummer, troppo giovane per il suo personaggio). L'insieme seduce ma non conquista, anzi la convivenza fra temi forti (mimetizzati) e false piste è a tratti irritante. E anche se questo bandito mascherato che cancella il volto degli ostaggi (curiose e forse sintomatiche le convergenze con 'V for Vendetta'), strano incrocio fra un terrorista, un simulatore e un rapinatore, è un personaggio inquietante e molto attuale, a forza di digressioni e ghirigori stavolta il battagliero Spike (è appena uscita da Kowalski la sua fluviale e appassionante autobiografia) perde forza e resta a metà del guado." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 7 aprile 2006)
"Altro che 'Basic Instinct'. Qui l'unico istinto straripante è quello di Spike Lee, che si conferma uno dei registi più carismatici attualmente attivi (non solo) a Hollywood e dintorni. Di rapine clamorose la storia del cinema ne ha allestite infatti a bizzeffe, ma 'Inside Man' riesce a diventare memorabile senza ricorrere a vezzi d'autore e, anzi, restando fedele ai canoni classici: segno inequivocabile, se ce ne fosse ancora bisogno, che non esistono gerarchie d'argomento o diktat di messaggio, ma solo imprese di talento oppure operazioni di marketing. (...) Niente è lasciato al caso: dalla sceneggiatura a orologeria dell'inedito Russell Gerwitz alla colonna sonora virata al jazz del mitico Terence Blanchard, dal filo narrativo a scatole cinesi (flash-back rievocativi e flash-forward d'azione) alle magistrali sfumature fotografiche di Matthew Libatique. Con in surplus il coerente approccio di Spike Lee, in grado di manipolare le stimmate del bene e del male in un'allegoria noir che confonde le caratteristiche e soprattutto le motivazioni dei cacciatori e dei cacciati. Allo spettatore, manicheo per definizione, spetta il compito d'inorridire al cospetto dei vizi sociali & finanziari americani, mentre il regista, senza rinunciare alle sue posizioni anti-sistema, bada al sodo: un ritmo nervoso e sincopato, attraversato da scariche di humour e cinismo in parti uguali, un blocco di recitazioni coinvolgenti e calibrate, volteggi di ripresa, tensioni, ultimatum e passi falsi sino al finale per una volta tutt'altro che scontato." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 8 aprile 2006)
"Una delle migliori rapine in banca del decennio: Spike Lee fa centro, la sua cinepresa nervosissima fa miracoli. (...) Una gara di cinismo in un film originale, dal ritmo a vortice in cui l' autore angelo-diavolo custode, mescola le carte del Bene e del Male in una sghemba struttura di racconto-quiz, saldando vecchie multe e rancori. La magistrale sceneggiatura con humour del deb Russell Gerwitz commercia in strapotere mediatico e omaggia i classici 70: insabbiare è sempre il consiglio finale. Ma dice l'alta finanza: 'Se scorre il sangue è il momento di comprare'." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 8 aprile 2006)