Innocenza selvaggia

Sauvage innocence

FRANCIA 2001
François, regista, dopo aver perso la moglie Carole per overdose di eroina, decide di girare un film denuncia contro la droga, con protagonista Lucie, una attrice di cui è innamorato. Ma i produttori non intendono investire in un soggetto così difficile e così François accetta la proposta di Chas, un uomo d'affari che conosceva Carole, che gli offre una forte somma di denaro per trasportare due valigie di eroina. Grazie a quei soldi François può iniziare le riprese e la troupe si reca ad Amsterdam, ma Lucie si trova a dover confrontarsi con il suo personaggio e l'immagine di Carole, finendone schiacciata, mentre François non si accorge di nulla, tutto preso dalla lavorazione...
SCHEDA FILM

Regia: Philippe Garrel

Attori: Medhi Belhaj Kacem - François Mauge, Julia Faure - Lucie, Michel Subor - Chas, Mathieu Genet - Alex, Valérie Kéruzoré - Flora, Jean Pommier - Hutten, Francine Bergé - Madre di Marie-Thérèse, Maurice Garrel - Padre di François, Huguette Maillard - Madre di François, Jérôme Huguet - Augustin, Manuel Flèche - Marco, Zsuzsanna Varkonyi - Zsazsa

Sceneggiatura: Philippe Garrel, Chilique Garrel, Marc Cholodenko, Arlette Langmann

Fotografia: Raoul Coutard

Musiche: Jean-Claude Vannier

Montaggio: Françoise Collin

Costumi: Justine Pearce

Altri titoli:

Wild Innocence

Durata: 117

Colore: B/N-C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: SUPER35 STAMPATO A 35 MM (1:2.35)

Produzione: LE STUDIO CANAL+, LES FILMS ALAIN SARDE, WHYNOT PRODUCTIONS, THE KASANDER FILM COMPANY, CNC

Distribuzione: REVOLVER (2004), DVD: 01 DISTRIBUTION HOME VIDEO

Data uscita: 2004-07-30

NOTE
- PREMIO FIPRESCI ALLA 58. MOSTRA INTERNAZIONALE DEL CINEMA DI VENEZIA NELLA SEZIONE 'VENEZIA 58' (2001).

- AIUTO REGIA: MARIANNE FRICHEAU; AUDE CATHELIN.

- SUONO: ALEXANDRE ABRARD.
CRITICA
"Sembra un film anni '60 (...) Non che il tono rétro sia necessariamente un male, intendiamoci. Non lo è nella bella fotografia in bianco e nero di Raoul Coutard, preziosa citazione della Parigi di Truffaut. Lo diventa, però, quando la sceneggiatura si lascia andare a ingenuità d'epoca, come il film a scatole cinesi o l'esito della vicenda che, sperando di sbagliare, ha già largamente previsto". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 7 settembre 2001)