Simon, un improvvisato ladro di opere d'arte perde la memoria a causa di una ferita alla testa, riportata durante una rapina. I suoi complici, però, sospettano che l'uomo stia facendo il doppio gioco e che voglia nascondere loro il luogo dove ha riposto la preziosissima refurtiva. Per scoprire la verità, decidono quindi di assoldare un'ipnotizzatrice che dovrà entrare nella sua testa...
SCHEDA FILM
Regia: Danny Boyle
Attori: James McAvoy - Simon, Vincent Cassel - Franck, Rosario Dawson - Elizabeth, Danny Sapani - Nate, Matt Cross - Dominic, Wahab Sheikh - Riz, Mark Poltimore - Francis Lemaitre, Tuppence Middleton - Donna nella macchina rossa, Simon Kunz - Chirurgo, Michael Shaeffer - Guardia di sicurezza, Tony Jayawardena - Guardia di sicurezza, Vincent Montuel - Cameriere, Jai Rajani - Parcheggiatore, Spencer Wilding - Ladro '60, Gursharan Chaggar - Postino, Edward Rising - Banditore asta '60
Sceneggiatura: Joe Ahearne, John Hodge
Fotografia: Anthony Dod Mantle
Musiche: Rick Smith
Montaggio: Jon Harris
Scenografia: Mark Tildesley
Arredamento: Dominic Capon
Costumi: Suttirat Anne Larlarb
Effetti: Adam Gascoyne, Richard Conway, Union Visual Effects
Durata: 101
Colore: C
Genere: THRILLER
Specifiche tecniche: ARRI ALEXA M, ARRIRAW, /HAWK SCOPE (1:2.35)
Produzione: DANNY BOYLE E CHRISTIAN COLSON PER CLOUD EIGHT FILMS, DECIBEL FILMS
Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA
Data uscita: 2013-08-29
TRAILER
CRITICA
"(...) 'In Trance' potrebbe essere il film in grado di rappresentare il Boyle-pensiero sino alle sue estreme conseguenze. Avvolto nelle spire del plot di Joe Ahearne, il film si offre come una sterile macchinazione dalle ambizioni noir dove ogni parvenza di racconto è messa in crisi da un costante rovesciamento di fronte del quale è lecito chiedersi se non si tratti di una traslazione dell'impotenza (desiderata? Invocata?) dello spettatore tipo cui questo genere di lavori è diretto. Il funnygame di Boyle cela dietro le apparenze libertarie di un racconto che (finge di) gode(re) anarchicamente della decostruzione della possibilità di qualsiasi punto di vista, un universo concentrazionario nel quale i segni sono disposti deterministicamente all'interno di un numero di soluzioni date. 'In Trance' è il corollario di 'lnception': la sotto-directory della sotto-directory. In quanto tale si muove all'interno di un orizzonte immobile nonostante la frenesia del montaggio e l'accumularsi isterico di dettagli e torsioni di sceneggiatura. Come in '127 ore', Boyle mette in luce un virtuosismo esasperato tale da provocare l'involontaria stasi del racconto. Non è un caso che i protagonisti si facciano portatori, enunciandoli, dei twist più improbabili di sceneggiatura. E tutto gira talmente ossessivamente in un universo autoreferenziale da provocare il calo totale di qualsiasi tipo di partecipazione dello spettatore. (...) 'In Trance' procede con la fredda determinazione di una macchina efficientissima, dimenticandosi subito di quella caratteristica evanescente legata appunto agli stati di coscienza che oscillano fra la veglia e il sonno. Inevitabilmente in questo tipo di (rac)conto (che torni o meno non conta), l'indicatore dei piaceri è sempre un elettro encefalogramma piatto. Che nemmeno Rosario Dawson riesca a penetrare l'arroganza segnica di 'In Trance', la dice lunghissima, appunto, sulla matrice autoritaria del cinema di Danny Boyle." (Giona A. Nazzaro, 'Il Manifesto', 29 agosto 2013)
"Dopo '127 ore' e la cerimonia d'apertura delle Olimpiadi di Londra, Danny Boyle si ritrova 'In Trance', e non è una buona notizia. Se dalla fotografia alla colonna sonora (Rick Smith degli Underworld) il packaging è deluxe, la storia ha buchi, incongruenze e inverosimiglianze da corso di sceneggiatura per corrispondenza. Per svegliarsi non bastano i due nudi della Dawson. Una furbetta presa per i fondelli." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 5 settembre 2013)