In Time

2/5
Chi ha tempo non aspetti tempo: buona l'idea sci-fi di Andrew Niccol, ma le lancette narrative non girano bene

Leggi la recensione

USA 2011
Will Salas vive in una società in cui il tempo è diventato letteralmente denaro: infatti, acquistando un certo numero di anni si può prolungare la propria esistenza fissata a soli 25 anni di vita. Questo sistema ovviamente favorisce i più benestanti, mentre ai poveri non resta che mendicare, prendere in prestito o rubare minuti preziosi per riuscire a sopravvenire un giorno in più. Per questo, quando Will riceve in dono da un ricco - che ha deciso di suicidarsi - più di un secolo di vita, vorrebbe condividerlo con sua madre Rachel e tutti coloro che vivono come lui a Dayton, il ghetto povero della città. Il prezioso dono, però, trasformerà Will in un fuggiasco braccato dalla polizia per sospetto di furto e omicidio, deciso a sovvertire l'ordine della società in cui vive...
SCHEDA FILM

Regia: Andrew Niccol

Attori: Justin Timberlake - Will Salas, Amanda Seyfried - Sylvia Weis, Cillian Murphy - Raymond Leon, Vincent Kartheiser - Philippe Weis, Olivia Wilde - Rachel Salas, Alex Pettyfer - Fortis, Johnny Galecki - Borel, Matt Bomer - Henry Hamilton, Jesse Lee Soffer - Webb, Aaron Perilo - Bell, Nick Lashaway - Ekman, William Peltz - Pierre, Ray Santiago - Victa, Zuleyka Silver - Pasha, Michael William Freeman - Nardin, Will Harris - Ulysse, Shyloh Oostwald - Maya

Sceneggiatura: Andrew Niccol

Fotografia: Roger Deakins

Musiche: Craig Armstrong

Montaggio: Zach Staenberg

Scenografia: Alex McDowell

Arredamento: Karen O'Hara

Costumi: Colleen Atwood

Effetti: Luma Pictures

Altri titoli:

Now

Durata: 109

Colore: C

Genere: THRILLER FANTASCIENZA

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA, PRORES 4:4:4 HD (1080/24P), 2K, 35 MM/D-CINEMA (1:2.35)

Produzione: MARC ABRAHAM, ERIC NEWMAN, ANDREW NICCOL PER NEW REGENCY, STRIKE ENTERTAINMENT

Distribuzione: MEDUSA (2012)

Data uscita: 2012-02-17

TRAILER
CRITICA
"Sarà magari un tentativo a freddo per ingraziarsi i giovani che occupano Wall Street, ma ormai i nuovi cattivi di Hollywood sono le banche. In questo racconto di fantascienza alla Philip Dick si chiamano «agenzie del tempo», custodiscono nei forzieri milioni di anni e li mettono a disposizione dei ricchi. Sì, perché nel futuro la metafora «il tempo è denaro» va presa alla lettera: attraverso una specie di tatuaggio animato sull'avambraccio, tutto si acquista pagando con ore e giorni della propria vita; quando il credito è finito, si muore. Un profezia piuttosto ansiogena; anche se a qualcuno piacerà sapere che nel mondo distopico l'aspetto della gente resta fissato ai venticinque anni (non dimostra di più, nella scena iniziale, la mamma di Timberlake). Peccato che i ricchi fissino i prezzi, l'inflazione cresca di continuo e il tempo non ti lasci arrivare alla fine del mese. A reagire sarà una coppia di Robin Hood: l'operaio Will e la figlia di un capitalista, graziosa come una stamina. Da qui in poi, normalizzata la bella idea di partenza, il film diventa 'solo' - ma non è poco - un actioner efficace." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 17 febbraio 2012)

"Il tempo è danaro (Time is money) dice un proverbio inglese derivato forse da una massima di Francesco Bacone. Il film di oggi, scritto e diretto da Andrew Niccol, di cui si ricorderanno almeno 'Gattaca' e la sceneggiatura di 'The Truman Show', porta l'espressione alle sue estreme conseguenze immaginando addirittura, in cifre di fantascienza, che in futuro del tempo possano profittare solo i ricchi mentre i poveri, destinati a vivere solo venticinque anni, non possono superare quel limite se non pagano. Non con denaro, naturalmente, non esiste, non se ne parla, ma con tutto quello di cui si compone il tempo, ore, minuti, anni, anche - i più ricchi - secoli. (...) Vorticosi inseguimenti in automobile, così, sparatorie violentissime intervallati da ansiosi momenti di suspense quando sui polsi di questo o quel personaggio (ricordo funeste del Lager nazisti) gli orologi virtuali che esibiscono segnano il rapido e fatale procedere verso i rimanenti ultimi minuti... Si può seguire e in mezzo al concitato affannarsi dell'azione si può anche cogliere il suo messaggio socio-politico affidato non troppo velatamente alle allegorie. I ritmi sono scattanti, le immagini nitide, gli interpreti convincono. Il protagonista è Justin Timberlake, una faccia glabra e poco espressiva che avete già incontrato in 'Alpha Dog', di Nick Cassavetes. Al suo fianco c'è Amanda Seyfried, vista con Meryl Streep." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo Roma', 17 febbraio 2012)

"La razza umana ha vinto la sua lotta contro il tempo: si smette infatti di invecchiare all'età di venticinque anni. Da lì in avanti, ogni giorno e ogni ora, sono a pagamento. (...) Il nuovo lavoro del neo-zealandese autore di 'Gattaca', 'S1m0ne' e della sceneggiatura di 'The Truman Show', è arrivato nelle sale Usa circondato della segretezza che accompagna ogni film di questo strano, cerebrale e freddissimo regista. Il look molto elegante, quasi monocromatico, evoca la sci-fi minimalista austera e stilizzata che Niccol aveva già ricreato in 'Gattaca'. Come quel darwiniano, irrisolto, film d'esordio (in cui la posizione sociale di un individuo veniva decisa in base alla qualità del suo dna) 'In Time' è più bello sulla carta che da guardare, perché Niccol non traduce visivamente l'originalità delle sue premesse aldilà dell'immagine di un furto sterile e grigio. Non a caso, ci sono voluti Peter Weir e Jim Carrey per «realizzare» 'The Truman Show'. Ma 'In Time' rimane un film affascinante, perché Niccol è comunque un autore misterioso, rarefatto e ossessivo, incapace di fare un film privo di interesse. E perché la sua fantascienza di matrice concettuale (che fa pensare a un Christopher Nolan più paranoico e simpatico), oggi sembra piacevolmente controtendenza." (Giulia D'Agnolo Vallan, 'Il Manifesto', 17 febbraio 2012)

"Piacerà a chi si chiedeva dove fosse finito Andrew Niccol, autore di 'Gattaca' uno dei migliori fanta-film di tutti i tempi. Bene. Niccol è tornato e ancora cavalca una gran bell'idea di partenza. Anche se per sostenerla ha dovuto aggiungere una parte decisamente 'd'azione' che non sfugge a un sospetto di banalità." (Giorgio Carbone, 'Libero', 17 febbraio 2012)