Francia, XIX secolo. Lucien è un giovane poeta in cerca di fortuna. Nutre grandi speranze per il suo futuro ed è deciso a prendere il controllo del proprio destino abbandonando la tipografia di famiglia e tentando la sorte a Parigi sotto l'ala protettrice della sua mecenate. Rifiutato dalla società aristocratica parigina per le sue umili origini e la sua relazione pericolosa con la baronessa, si ritrova solo, senza un soldo, affamato e umiliato e cerca vendetta scrivendo articoli controversi. All'interno della Parigi tanto ambita, trova un mondo cinico dove tutto - e tutti - possono essere comprati e venduti.
SCHEDA FILM
Regia: Xavier Giannoli
Attori: Benjamin Voisin - Lucien de Rubempré, Cécile de France - Louise, Vincent Lacoste - Étienne Lousteau, Xavier Dolan - Raoul Nathan, Salomé Dewaels - Coralie, Jeanne Balibar - Marchesa d'Espard, Gérard Depardieu - Dauriat, André Marcon - Barone du Châtelet, Louis-Do de Lencquesaing - Finot, Marie Cornillon, Jean-François Stévenin
Sceneggiatura: Xavier Giannoli, Jacques Fieschi
Fotografia: Christophe Beaucarne
Montaggio: Cyril Nakache
Scenografia: Riton Dupire-Clément
Altri titoli: Lost Illusions
Durata: 144
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Tratto da: romanzo "Le illusioni perdute" di Honoré de Balzac
Produzione: OLIVIER DELBOSC, SIDONIE DUMAS PER GAUMONT, FRANCE 3 CINÉMA, PICTANOVO, GABRIEL INC., UMEDIA
Distribuzione: I WONDER PICTURES
Data uscita: 2021-12-30
TRAILER
NOTE
- IN CONCORSO ALLA 78. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2021). - REALIZZATO CON LA PARTECIPAZIONE DI: CANAL +, FRANCE TÉLÉVISIONS, CINÉ +, ORANGE STUDIO, CENTRE NATIONAL DU CINÉMA DE L'IMAGE ANIMÉE, LA RÉGION ILE-DE-FRANCE ET DE LA RÉGION HAUTS-DE-FRANCE; IN PARTNERSHIP CON CNC, IN ASSOCIAZIONE CON UFUND, ORANGE STUDIO; IN COLLABORAZIONE CON: TAX SHELTER DU GOUVERNEMENT FÉDÉRAL DE BELGIQUE E INVESTITORI DEL TAX SHELTER. - COPRODOTTO DA CÉDRIC ILAND E BASTIEN SIRODOT. - PREMIO CÉSAR 2022 PER: MIGLIOR FILM, MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA (VINCENT LACOSTE), MIGLIORE PROMESSA MASCHILE (BENJAMIN VOISIN), MIGLIOR ADATTAMENTO, MIGLIORE FOTOGRAFIA, MIGLIORE SCENOGRAFIA, MIGLIORI COSTUMI.
CRITICA
"Nel confronto con uno dei capolavori di Balzac e un grande classico ottocentesco, Xavier Giannoli - il film era in concorso alla Mostra di Venezia e dal 23 in sala a Roma, Milano, Torino, Bologna, dal 30 in tutta Italia - costruisce un gioco di specchi col presente che immerge lo spettatore nelle atmosfere di due secoli fa disseminandovi rimandi che da quel mondo portano al nostro. Ma non è solo questo a renderlo l' opera più riuscita del regista francese che rispetto al romanzo (...) si muove liberamente, e concentrandosi sulla seconda parte elimina, modifica, riadatta (sua la sceneggiatura insieme a Jacques Fieschi) e tra la voce off del narratore e i dialoghi taglienti dei personaggi ne restituisce il carattere universale.Questo ritmo fluido sottrae il film alla rigidità dell' opera in costume infondendogli una vitalità che nella regia mette al centro gli attori(...) li accorda alle atmosfere vivaci e corrotte di quella scena parigina del 1820 per mostrare di ogni personaggio una dimensione molteplice e contemporanea." (Cristina Piccino, 'Il Manifesto', 23 dicembre 2021) "Giannoli prova a tradurre in immagini la materia già molto cinematografica di questa prima parte del fluviale romanzo in cui Balzac metteva alla gogna il mondo ben noto del giornalismo, teatro, editoria: e ci riesce benissimo senza essere retorico né pedante, valori e non valori sono naturali, materia bio fosforescente. L' arrivo a Parigi di Lucien (...) accade negli anni 20 dell' 800, secolo di restaurazione, ed è proprio la dolce vita. Tutto in vendita, soprattutto l' onore: scrittori e giornalisti pronti a cambiare idea, editori senza ideali, attrici senza talento, un mondo vestito a festa ma senza morale che organizza false notizie e macchine del fango, mentre Balzac fa rincorrere nei romanzi gli stessi personaggi, come in un serial già pronto al ciak. Rispettoso ma non oleografico, sontuoso e viscontiano, drammaticamente marcio dietro al dècor, Illusioni perdute ci porta a domicilio, grazie anche al perfetto cast (...), la spaventosa attualità di quel seme della comunicazione peggiorata nel tempo." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 30 dicembre 2021) "La «comédie humaine» di Balzac è stralci di vita di oggi e, se è vero che il regista Xavier Giannoli (Marguerite) mostra la nascita della comunicazione di massa, sono vere anche le ferite di una società che ha dilapidato due secoli come Lucien ha bruciato stima e quattrini. Illusioni perdute è uno specchio nel quale il terzo millennio si vergogna di rivedersi, scoprendo di non aver imparato niente in due secoli. Non si salva l' editoria. Precipita la cultura. L' arte. L'uomo in generale." (Stefano Giani,'Il Giornale', 30 dicembre 2021) "Giannoli e il suo sceneggiatore Jacques Fieschi si concentrano sulla parte centrale del romanzo, quella più famosa, con l' ascesa e la rovina parigina, e aggiustano in maniera esemplare alcuni passaggi narrativi per renderli più funzionali (compreso un elegante colpo di scena finale). La voce narrante e i dialoghi sono in parte di Balzac, in parte "alla maniera di", con frasi fulminee che tendono all'aforisma. Perfetto il cast di attori giovani e meno giovani (...). La regia, tambureggiante, usa musiche settecentesche, da Vivaldi a Mozart, a mostrare un sovrapporsi di tempi storici. Ma quando entra in scena il personaggio più commovente, Coralie, l'attrice amante di Lucien, in colonna sonora entrano le note, tutte romantiche, di Schubert, secondo la lezione del Kubrick di Barry Lyndon." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 30 dicembre 2021)