Il 31 dicembre 1899, Angelo Beliossi, dopo aver passato quindici anni in America, ha fatto ritorno nel piccolo paese natale in Emilia, carico, dicono tutti, di una ingente fortuna. Edgardo, il figlio del suo ex datore di lavoro, forse nell'intento di catturarne il favore, lo sceglie come testimone delle sue imminenti nozze. Così, anche in questa sua inattesa veste, Angelo ha l'opportunità di incontrare tutti i vecchi amici del paese e di essere coinvolto nei frenetici preparativi del matrimonio. Arriva il momento in cui viene presentato a Francesca, la sposa. Mentre si stringono la mano, lei ha un momento di leggera crisi, che sembra passeggera. Nella grande casa, intanto, tra i parenti di lui e di lei, la confusione è tanta e l'ansia cresce. Si preparano le damigelle, i chierichetti, le stanze per gli sposi, vengono presentati i regali, Angelo mostra alcune fotografie che lo ritraggono in America. Ma il malessere di Francesca invece di diminuire, aumenta. Costretta al matrimonio da una serie di condizionamenti familiari, capisce di non essere felice, si sente attratta da Angelo e vede in lui l'unica possibile salvezza. Arriva il giorno fissato e, all'altare, Francesca scappa, il matrimonio non si fa più. Anni dopo, Angelo torna al paese, dove Francesca insegna, si vedono e si abbracciano felici.
SCHEDA FILM
Regia: Pupi Avati
Attori: Diego Abatantuono - Angelo Beliossi, Inés Sastre - Francesca Babini, Valeria D'Obici - Olimpia Campeggi Babini, Dario Cantarelli - Edgardo Osti, Anna Maria Serra Zanetti, Ugo Conti - Marziano Beliossi, Saverio Laganà, Luca Cassol, Mario Erpichini - Sisto Babini, Cinzia Mascoli - Peppina Campeggi, Nini Salerno - Sauro Ghinassi, Tony Santagata - Manlio Lobianco
Soggetto: Pupi Avati
Sceneggiatura: Pupi Avati
Fotografia: Pasquale Rachini
Musiche: Riz Ortolani
Montaggio: Amedeo Salfa
Scenografia: Alberto Cottignoli, Steno Tonelli
Durata: 99
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: DUEA FILM - FILMAURO
Distribuzione: FILMAURO - FILMAURO HOME VIDEO
NOTE
REVISIONE MINISTERO OTTOBRE 1997
CRITICA
"Tutto svolto e rappresentato con un linguaggio terso ma, nello stesso tempo, raccolto. In luci e colori (frutto sempre della fotografia di Pasquale Rachini, un fedelissimo di Avati) che tendono, pur nel reale, sempre alla pittura, con dominanti ocra e marroni, anche negli esterni, in cornici scenograficamente ricreate con gusto prezioso, con scorci, anche minimi, di delicatissima emozione. E così gli interpreti, guidati tutti da una mano maestra. Per primo Diego Abatantuono, tornato con Avati dopo la sua splendida creazione in 'Regalo di Natale': qui con una recitazione altrettanto splendida, sfumata, segreta, sottile, di intelligentissima misura. La sposa è la spagnola Inès Sastre, già vista in 'Al di là delle Nuvole' di Antonioni. Non poteva essere più bella, in equilibrio tra buio e solarità, con vibrazioni intensissime. Gli altri attorno: soprattutto facce, gesti, colori, gli attori noti, quelli meno noti. Ognuno con il segno di Avati: che, mentre rappresenta, scolpisce e dipinge." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 4 febbraio 1998)
"Avati non spiega, o spiega troppo, ma non convince; abusa del senno di poi; e accumula cento dettagli e personaggi gustosi, azzeccati, pungenti, lasciando però le figure in primo piano stranamente sfocate, poco motivate. Così, risulta più inciso il marito tradito anzitempo (l'ottimo Dario Cantarelli) che i due protagonisti, la Sastre non si capisce se sia una ribelle o un'isterica, e il lieto fine è così posticcio da lasciarci interdetti. Che fine ha fatto la famiglia della Sastre? Immaginate un 'Titanic' in cui non si veda il naufragio." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 8 febbraio 1998)
"'Il testimone dello sposo' è forse il film più compiuto di Pupi Avati, eppure a una prima lettura non convince fino in fondo. Ci sono soluzioni troppo scoperte, che addirittura sembrano peccare di ingenuità. È vero che Avati è un ricercatore incallito, un appassionato di storie e tradizioni della sua Bologna, che ama frugare nelle biblioteche e prestare orecchio ai ricordi degli anziani; ciò nonostante la storia di Francesca, se non impossibile, sembra improbabile." (Enzo Natta, 'Famiglia Cristiana', 25 febbraio 1998)