Tornando a casa dalla villeggiatura, due sorelle, Ester ed Anna, sono costrette a fermarsi in un paese sconosciuto poiché Ester, alcolizzata e malata di tisi, è in preda ad una grave crisi. Il contrasto psicologico già esistente tra le due sorelle esplode in questa occasione in forma assai drammatica, e ne è innocente testimone Johan, il figlio di dieci anni di Anna. Quest'ultima reagisce all'esasperato egocentrismo intellettuale della sorella concedendosi un'ennesima, sordida avventura con uno sconosciuto che incontra in città. Quest'episodio provoca la rottura definitiva fra le due donne. Dopo un drammatico colloquio, Anna abbandona nell'albergo la sorella morente e con Johan riprende il viaggio verso casa. Prima della partenza Ester affiderà al nipotino un biglietto contenente alcune parole che daranno, forse, la chiave del dramma umano.
SCHEDA FILM
Regia: Ingmar Bergman
Attori: Ingrid Thulin - Ester, Gunnel Lindblom - Anna, Jörgen Lindström - Johan, Birger Malmsten - L'amante di Anna, Håkan Jahnberg - Il cameriere dell'albergo, Eduardo Gutiérrez - Impresario dei nani, Lissi Alandh - Donna nel teatro di varietà, Leif Forstenberg - Uomo nel teatro di varietà, Nils Waldt - Il cassiere del teatro, Birger Lensander - L'usciere, Eskil Kalling - Il proprietario del bar, Olof Widgren - Il vecchio, Karl-Arne Bergman - Il giornalaio, Eduardinis - La troupe di nani
Soggetto: Ingmar Bergman
Sceneggiatura: Ingmar Bergman
Fotografia: Sven Nykvist
Musiche: Ivan Renliden - non accreditato
Montaggio: Ulla Ryghe
Scenografia: P.A. Lundgren
Costumi: Marik Vos-Lundh, Bertha Sånnell - non accreditata
Effetti: Evald Andersson
Altri titoli:
The Silence
Durata: 95
Colore: B/N
Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO
Produzione: SVENSK FILMINDUSTRI (SF) AB
Distribuzione: INDIEF (1964) - SAN PAOLO AUDIOVISIVI - DVD: BIM/01 DISTRIBUTION (2012)
NOTE
- PRIMA PROIEZIONE 23-9-1963.
CRITICA
"Il film è formalmente pregevole come tutte le altre opere del regista svedese. Le immagini rivestono con intensa e morbida suggestione il terribile dramma che si svolge in un ambiente del tutto immaginario e allusivo di un mondo in totale, apocalittico disfacimento. Il lavoro è di difficile lettura, tutto contenuto com'è in figurazioni simboliche e in rappresentazioni sottili di stati d'animo, efficacemente espressi sul piano dell'interpretazione ma difficilmente intellegibili per quanto riguarda il loro significato umano e spirituale." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 56, 1964)