Lo chef Adam Jones ha distrutto la sua brillante carriera a causa della droga e del suo carattere scorbutico e presuntuoso. Ora Adam si è disintossicato e ha deciso di riscattarsi. L'occasione è un ristorante di Londra che aspira a ricevere le tre stelle Michelin. Adam riunisce la sua vecchia squadra e insieme al gruppo cercherà di organizzare il miglior ristorante di sempre. Il passato, però, è sempre in agguato...
SCHEDA FILM
Regia: John Wells
Attori: Bradley Cooper - Adam Jones, Sienna Miller - Helene, Omar Sy - Michel, Daniel Brühl - Tony, Riccardo Scamarcio - Max, Sam Keeley - David, Alicia Vikander - Anne Marie, Matthew Rhys - Reece, Uma Thurman - Simone, Emma Thompson - Dott.ssa Rosshilde, Lily James - Sara, Sarah Greene - Kaitlin, Jamie Dornan - Leon, Lexi Benbow-Hart - Lily, Giedre Bond - Emily, Riyonn Farsad - Paul
Soggetto: Michael Kalesniko
Sceneggiatura: Steven Knight
Fotografia: Adriano Goldman
Musiche: Rob Simonsen
Montaggio: Nick Moore
Scenografia: David Gropman
Arredamento: Tina Jones
Costumi: Lyn Paolo
Effetti: Tony Auger
Altri titoli:
Adam Jones
Durata: 107
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: STACEY SHER, ERWIN STOFF, JOHN WELLS PER 3 ARTS ENTERTAINMENT, DOUBLE FEATURE FILMS
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
Data uscita: 2015-11-26
TRAILER
NOTE
- CONSULENTI CHEF: MARCUS WAREING E MARIO BATALI.
- PRESENTATO AL 33. TORINO FILM FESTIVAL (2015) NELLA SEZIONE 'FESTA MOBILE'.
CRITICA
"Se Masterchef diventasse un film sarebbe esattamente come 'Burnt - Il sapore del successo'. Niente di nuovo, quindi, nel racconto del fascinoso e nevrotico cuoco americano Adam Jones (Cooper) (...). Commedia drammatica-culinaria dalla classica parabola narrativa, 'Burnt' offre solo parecchio gusto per gli occhi (femminili) per Bradley e (maschili) per Sienna Miller e non poca acquolina in bocca." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 26 novembre 2015)
"L'espressione 'food porn' indica la feticizzazione del cibo, oggi molto di moda, e non ha mai trovato applicazione più lampante di questa commedia (...). Ancora una volta la cucina come via al successo: ma in un film sciapo e che non riesce mai a lievitare. La sceneggiatura è delle più prevedibili; i personaggi, così stereotipati che non ti ci puoi identificare. (...) John Wells spreca la sua competenza registica. Ma soprattutto sciala il cast internazionale (...)." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 26 novembre 2015)
"Dio esiste e vive a Masterchef. Continua il momento d'oro dei cuochi grazie a programmi tv, spasmodico interesse mediatico e film. Il sapore del successo presenta ancora una volta la figura dello chef come rockstar e totem della contemporaneità. (...) Se amate l'ingrediente Cooper (elettrico e carismatico come mai) questo è il piatto per voi. Se non siete dei fan dell'attore americano di origini abruzzesi, potrebbe rimanervi sullo stomaco. E' tutto prevedibile ma anche godibile. Compreso un Riccardo Scamarcio comico nei panni di un sodale di Adam ex galeotto." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 26 novembre 2015)
"Piacerà non tanto a chi ha in grande stima Bradley Cooper (il cui valore come interprete non è ancora indiscutibile) quanto a chi stima immancabilmente la gente che gli lavora insieme. John Wells ('Osage County') e Ted Knight ('Locke') gli hanno predisposto una commedia che viaggia a splendidi ritmi." (Giorgio Carbone, 'Libero', 26 novembre 2015)
"È un film figlio di quei reality show di cucina che ormai, da qualche anno, impazzano in ogni latitudine del globo, facendo lievitare il potenziale interesse del pubblico. 'Il sapore del successo', oltretutto, schiera un cast di tutto rispetto, già a partire dai due protagonisti, Bradley Cooper e Sienna Miller, supportati da attori come Omar Sy, il nostro Riccardo Scamarcio (decisamente convincente), Matthew Rhys, Daniel Brhuel (ma quanto è bravo), Uma Thurman e Emma Thompson, roba da far luccicare gli occhi ad ogni regista. Cosa non accaduta, evidentemente, a John Wells (il logorroico 'I segreti di Osage County' avrebbe dovuto mettere sul chi va là) che, complice anche una sceneggiatura lacunosa, perde per strada sottotrame e personaggi secondari, concentrandosi, quasi unicamente, sulla storia di redenzione, che passa per i fornelli, dello chef impersonato da un Bradley Cooper in versione «sono così bravo che non mi devo sbattere più di tanto per questo ruolo». Eppure, nonostante le premesse, la pellicola piace, pur a livello di una tranquilla sufficienza, per le atmosfere che riesce a ricreare dentro le cucine. L'isteria e la frenesia, la ricerca spasmodica della perfezione nei piatti e l'inventiva per nuove combinazioni di cibi, tutti elementi ben presenti in chi va pazzo per i vari «Masterchef» televisivi, sono riprodotti quasi fedelmente, catturando, solo in quei momenti, l'attenzione degli spettatori. (...) non avrà originalità per il suo insegnamento (l'unione fa la forza), però si fa gustare come fosse l'assaggio di uno di quei superbi manicaretti cucinati e presentati, perfidamente, alla vista dell'affamato pubblico in sala." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 26 novembre 2015)