Lorenzo è chiamato a fare una supplenza in una scuola media di un paese del Veneto. Nella sua vita compare Cecilia, ma con lei ha solo un rapporto di tipo fisico in quanto la ragazza non vuole complicazioni sentimentali. Lorenzo, orfano di madre, cerca l'affetto nei suoi alunni e con alcuni di loro instaura un rapporto molto amichevole, in particolare con Duilio, anch'egli orfano di madre, che arriva a considerarlo un padre, sviluppando una forma di legame morboso. La matrigna, accortasi dello strano rapporto tra i due, spinge il marito a chiedere a Lorenzo di allontanarsi da Duilio...
SCHEDA FILM
Regia: Gianni Da Campo
Attori: Lorenzo Lena - Lorenzo, Marco Mestriner - Duilio, Alba Mottura, Marina Vlady, Egidio Termine, Mattia Pinoli, Paolo Garlato, Elena Barbalich, Elisabetta Barbini
Soggetto: Gianni Da Campo
Sceneggiatura: Gianni Da Campo
Fotografia: Emilio Bestetti
Musiche: Franco Piersanti
Montaggio: Fernanda Indoni
Scenografia: Riccardo Cannone
Costumi: Stefano Nicolao
Altri titoli:
THE FLAVOR OF CORN
Die Qual der Liebe
The Taste of Wheat
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: CHANTAL LENOBLE-BERGAMO ED ENZO PORCELLI PER ANTEA
Distribuzione: RICORDI VIDEO, COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO
CRITICA
"Centrato sul tema dell'innamoramento e sulla delicata descrizione delle fasi che lo preparano, questo terzo film del veneziano Gianni Da Campo ('Pagine chiuse', 1968 e 'La ragazza di passaggio', 1971) presentato all'ultima Mostra del Cinema, suggerisce anche, in parallelo, il significato di un desiderio quasi palpabile ed un po' nostalgico-rurale per la incontaminata purezza e genuinità della tradizione contadina e per la trasparente sincerità ed affabilità dei rapporti personali. (...) L'equilibrio con cui il regista conduce la storia - anche per le parti d'ispezione biografico-didattiche come il tempo libero passato ad aiutare i ragazzi, la scena col preside - la misura ed il complessivo controllo stilistico da una parte premiano una lunghissima, tenace e sofferta preparazione - produzione; dall'altra tendono inesorabilmente ad un generale livellamento espressivo ed emotivo (di Lorenzo, in particolare ma anche, e perché?, di Marina Vlady/la matrigna). Una distanza, insomma un'oggettività, che sembra dettata dalla presupposta necessità di portare avanti il punto di vista astratto della drammaticità dei sentimenti come corrispettivo obbligatorio di un argomento spigoloso. E che non rende certo giustizia alle intenzioni della sceneggiatura." ('Segnocinema')