Il ricatto

Grand Piano

1/5
SPAGNA 2013
Tom Selznik, un giovane e talentuoso pianista che però soffre di panico da palcoscenico, torna a esibirsi di fronte al pubblico dopo una lunga pausa. Poco prima della sua esibizione, però, l'uomo scopre una terrificante nota scritta sul suo spartito: se vuole salvare la sua vita e quella di sua moglie, dovrà tenere il miglior concerto della sua carriera e cercare, nel frattempo, di smascherare il cecchino che gli dà istruzioni attraverso un auricolare...
SCHEDA FILM

Regia: Eugenio Mira

Attori: Elijah Wood - Tom Selznik, John Cusack - Clem, Kerry Bishé - Emma Selznick, Tamsin Egerton - Ashley, Allen Leech - Wayne, Don McManus - Reisinger, Dee Wallace-Stone - Marjorie Green, Alex Winter - Assistente

Sceneggiatura: Damien Chazelle

Fotografia: Unax Mendía

Musiche: Víctor Reyes

Montaggio: José Luis Romeu

Scenografia: Javier Alvariño

Costumi: Patricia Monné

Effetti: Javier Jal, Álex Villagrasa

Durata: 90

Colore: C

Genere: THRILLER

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: NOSTROMO PICTURES, IN ASSOCIAZIONE CON ANTENA 3 FILMS

Distribuzione: M2 PICTURES (2014)

Data uscita: 2014-03-20

TRAILER
CRITICA
"Compositore di colonne sonore e regista, lo spagnolo Eugenio Mira dirige un thriller di gatto-e-topo, basato sul classico meccanismo drammaturgico della corsa contro il tempo. Riuscirà Tom ad avvertire qualcuno senza togliere le dita dalla tastiera? Salverà la bella moglie, anche lei minacciata? L'ispiratore palese è Alfred Hitchcock: è non solo per la suspense, ma perché tutto il film sembra la versione lunga della celebre sequenza alla Royal Albert Hall dell''Uomo che sapeva troppo'. Per non lasciarci dubbi, Mira ricorre anche a un altro emulo di Hitch, Brian De Palma, usando steadycam e schermi divisi. Sotto, forse, c'è l'allegoria della paura del performer in scena; ma il film vuol essere soprattutto intrattenimento e, in questo, funziona." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 20 marzo 2014)

"Piacerà parecchio se siete fan dell'opera di Hitchcock e disposti a prender via i molti riferimenti ai classici di Hitchcock come un simpatico omaggio e non come un'operazione di ricalco. Certo, gli hitchcockiani di strettissima osservanza prenderanno probabilmente 'Il ricatto' in malo modo. Ma chi è, diranno, questo Eugenio Mira spagnolo che finora al cinema aveva prestato la maggiore attività nel campo delle colonne sonore? E come si permette di plagiare, peggio estendere al limite dei novanta minuti la celebre sequenza della Albert Hall di 'L'uomo che sapeva troppo'? Da parte nostra, essendo hitchcockiani «con juicio» (...) siamo usciti dalla proiezione mica male soddisfatti. Mira non sarà Alfred, ma un buon allievo lo è. Per una serie di ragioni. 1) Sa tenere la tensione. Non era facile, per novanta minuti. 2) Dal maestro, ha imparato (e qui lo dimostra) un'aurea regola. Se vuoi tenere la suspense, non devi aspettare il finale per sciogliere il puzzle, la pazienza del pubblico non arriva all'ora e mezza. 3) Mira sa dirigere gli attori. Questo vale per John Cusack che con quella mezza espressione che si ritrova è più bravo a fare i cattivi monolitici che i buoni. Ma soprattutto vale per Elijah Wood. Una scelta marziana fargli fare la primadonna dei concerti con quella faccia da Frodo che si ritrova. Bene, incredibilmente Elijah funziona. Tanto da conciliare l'idea che Frodo non sia stato la sua fortuna, ma il suo handicap." (Giorgio Carbone, 'Libero', 20 marzo 2014)

"Spunto hitchcockiano, produzione spagnola, cast hollywoodiano. Che divertimento 'Il ricatto'. Il piccolo Elijah Wood (nella foto) non è più Frodo de 'Il signore degli Anelli' ma Tom Selznick, geniale pianista ritiratosi dalle scene dopo essere crollato davanti al pubblico. (...) Pretestuoso e dal finale senza senso ma anche elegante, spiritoso e intelligente nell'omaggio a 'L'uomo che sapeva troppo', 'Shine' (il trauma del musicista) e 'In linea con l'assassino' (uomo bloccato in una cabina del telefono sotto il tiro di un cecchino). Il regista Mira danza con la cinepresa e se non fosse per un finale scemotto, sarebbe perfettamente in grado di ripetere situazioni, espressioni e movenze di quei thriller di gran classe anni '50 firmati dal maestro del brivido. Gli spagnoli ci sanno fare. Che invidia." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 20 marzo 2014)

"Ignobile giallo spagnolo, privo di senso come di tensione, che accatasta cadaveri e incongruenze. (...) Purtroppo Elijah Wood sopravvive: per la recitazione avrebbe meritato la fucilata fatale." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 20 marzo 2014)