Il prestigioso giornalista Jack Elgin, direttore di un periodico e vincitore di un premio Pulitzer, decide di stupire la propria famiglia organizzando per loro una vacanza in India. Nel corso del viaggio, tuttavia, durante un dirottamento aereo, la moglie e le sue due figlie vengono uccise. Tornato in Inghilterra Jack viene ulteriormente mortificato quando - mentre sta facendo compagnia al figlio superstite - scopre che i terroristi sono stati rilasciati. Dopo aver utilizzato, senza successo, tutte le sue conoscenze per ottenere giustizia, Jack decide di vendicarsi da solo.
SCHEDA FILM
Regia: John Irvin
Attori: Jeremy Irons - Jack Elgin, Forest Whitaker - Agente Jules Bernard, Charlotte Rampling - Kate Stockton, Jason Priestley - Davidson, Joel Pitts - Andrew Elgin, Ivan Marevich - Karadan Maldic, Ian McNeice - Agente Mi5, Lois Maxwell - Olivia, Briony Glassco
Soggetto: Robin Hunter
Sceneggiatura: Allan Scott
Fotografia: Mike Molloy
Musiche: Paul Zaza
Montaggio: Nick Rotundo
Scenografia: Austen Spriggs
Costumi: Elizabeth Waller
Durata: 100
Colore: C
Genere: THRILLER
Tratto da: ROMANZO OMONIMO DI ROBIN HUNTER
Produzione: ARTISAN ENTERTAINMENT - NEW LEGEND - SKY PICTURES
Distribuzione: EAGLE PICTURES
Data uscita: 2001-11-16
CRITICA
"L'interesse per questo thriller risiede principalmente nello scenario, tragicamente attuale, legato agli avvenimenti in corso, alimentati dai media con crudele puntualità. (...) Le ragioni che possono condurre lo spettatore al film non sono poche, a cominciare dagli interpreti, fin troppo prestigiosi per un giochetto del genere. In una sorta di contrapposizione Jeremy Irons, fisicamente prosciugato, e Forest Whitaker, monumentale e sornione agente della Cia, ruberebbero la scena a chiunque. E nel duetto si consuma il meglio di questa vicenda d'azione, diretta con anonima correttezza da John Irvin, regista discontinuo del discreto 'I mastini della guerra' e dell'ambizioso 'Hamburger Hill'. Charlotte Rampling, fisicamente sull'orlo della terza età, tenta disperatamente di spacciare quello sguardo che ha costituito la sua massima cifra stilistica: ecco un'attrice amata smodatamente dai cinefili solo per i suoi tratti così difformi dal cinematograficamente corretto e così poco incline all'ironia. (...)". (Adriano De Carlo, 'Il Giornale', 19 novembre 2001)