Umberto, per evitare il fallimento della sua disastrata ditta di costruzioni, insieme a un suo dipendente ha tentato un maldestro colpo in banca che gli ha fruttato, però, solo quattro anni di reclusione nella prigione di una bellissima isola italiana: Ventotene. Giunto alla fine della pena, Umberto di giorno lavora nella biblioteca del paese. Una sera, durante un dibattito aperto al pubblico in carcere, Umberto conosce Morgana, una donna affascinante, un po' folle e un po' bambina. Morgana crede che lui lavori nel carcere e che non sia un detenuto. Umberto, approfittando dell'equivoco, inizia a frequentarla durante l'orario di lavoro in biblioteca. Ma ogni giorno entro la mezzanotte, proprio come Cenerentola, deve rientrare di corsa nella struttura per evitare che il direttore del carcere scopra il tutto e gli revochi il permesso di lavoro in esterno.
SCHEDA FILM
Regia: Leonardo Pieraccioni
Attori: Leonardo Pieraccioni - Umberto, Laura Chiatti - Morgana, Davide Marotta - Arnaldo, Sergio Friscia - Don Vincenzo, Nicola Acunzo - Il Calabrese, Massimo Ceccherini - Il Tinto, Flavio Insinna - Direttore del carcere, Lorena Cesarini - Sveva, Manuela Zero - Mia, Emanuela Aurizi - Sposina, Lucianna De Falco - Sig.ra Mammolotti, Lisa Ruth Andreozzi - Martina, Sabrina Paravicini - Ex moglie, Nicola Nocella - Agente Nocella, Lorenzo Renzi - Hannibal, Guido Genovesi - Guidino, Rosario Terranova - Pizzuto
Soggetto: Leonardo Pieraccioni
Sceneggiatura: Leonardo Pieraccioni, Giovanni Veronesi, Domenico Costanzo
Fotografia: Fabrizio Lucci
Musiche: Gianluca Sibaldi
Montaggio: Patrizio Marone
Scenografia: Francesco Frigeri
Costumi: Claudio Cordaro
Suono: Roberto Sestito - presa diretta
Durata: 90
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Produzione: MARCO BELARDI PER LOTUS PRODUCTION CON RAI CINEMA E LEVANTE
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION
Data uscita: 2015-12-07
TRAILER
NOTE
- PRODUTTORE ESECUTIVO: ALESSANDRO CALOSCI PER FILMOTTO.
- REALIZZATO IN ASSOCIAZIONE CON (AI SENSI DELLE NORME DEL TAX CREDIT): BANCA MONTE DEI PASCHI DI SIENA S.P.A. E FARAM 1957 S.P.A.
CRITICA
"Bravo Pieraccioni a circondarsi alla dodicesima regia di un cast di supporto piacevolissimo a partire da Davide Marotta, mitico alieno del Ciribiribi Kodak negli spot anni 80 firmati D'Alatri. Anche la Chiatti, sorprendentemente, è assai comica grazie a tic e buffe invalidità della sua Morgana. Se il regista talvolta pigro de 'Il ciclone' puntasse in futuro di più sulla coralità (meno lui è protagonista, più il film migliora) allora sì che potrebbe diventare un commediante da favola." (Francesco Alò, 'Il Messaggero', 17 dicembre 2015)
"Fa quasi tenerezza Leonardo Pieraccioni nel suo ostinarsi a rincorrere una comicità ormai superata, rinnegando quella vis comica che lo aveva lanciato tra gli autori più interessanti degli ultimi anni. Il suo professor Cenerentolo, partendo da una idea interessante (...) naufraga in battute quasi mai divertenti, forzate, a volte imbarazzanti. Che peccato." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 17 dicembre 2015)
"L'implacabile Leonardo, gentile e pulito, un anno sì e uno no sforna il suo panettoncino dolciastro, confezionato con Veronesi per i fan del moscato annacquato. Questa volta, però, la brigata di comici, a partire da una Chiatti vistosa e indipendente (rispetto alle precedenti dame suddite di re Pieraccioni), forma un coro bislacco e umano, con quella nota istrionica e insieme offesa offerta dal brillante Marotta, 'nano' in soccorso del perdente." (Silvio Danese, 'Nazione - Carlino - Giorno', 11 dicembre 2015)
"Dei film di Pieraccioni non si è mai potuto dire che fossero schiettamente brutti. Esili, inconsistenti, acqua fresca che scorre in superficie, ma anche e sempre gentili e garbati. Favole da consumare piacevolmente e dimenticare subito dopo. Che c'è di male? (...) La rassicurante aria da commediola inoffensiva conferma un'impronta riconoscibile alla quale siamo ormai affezionati." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 10 dicembre 2016)
"Non dà la minima soddisfazione giudicare un film dalla vocazione così inaccessibile all'esercizio critico. Pieraccioni è una persona integra e affabile, però se «Il professor Cenerentolo» ci sembra così brutto e abborracciato, goliardico e sconnesso, nonché punteggiato da gag primitive o trash, è forse consigliabile girare il tutto al pubblico in sintonia con questo modo d'intendere l'intrattenimento." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 10 dicembre 2015)
"Piacerà allo zoccolo duro dei fan di Pieraccioni che non l'hanno mai voluto mollare in 20 anni (e 11 film) tutti sfacciatamente uguali (...)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 10 dicembre 2015)
"Debolissima commedia del simpatico ma fuori forma Leonardo Pieraccioni. Non si ride mai, pur sotto il fuoco delle (desolanti) battute." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 10 dicembre 2015)
"Alla fin fine si continua a voler bene al comico toscano, anche se vent'anni («I laureati» è del 1995) non passano invano per nessuno e i successi al botteghino di quei suoi primi lavori (oltre a «I laureati» ricordiamo almeno «Il ciclone» e «Fuochi d'artificio») sono davvero molto lontani dagli attuali. Ma in fondo, Pieraccioni non è mai stato proprio solo un comico: il suo cinema garbato, le sue commedie agrodolci (a parte scivoloni come l'inguardabile «Io e Marilyn»), le sue storielle quasi sempre ambientate in borghi che sembrano usciti dai libri di lettura delle scuole elementari, sono quasi sempre piacevoli. Lo è, piacevole, anche questo, più che per la striminzita struttura narrativa, per i personaggi (il «Cecche», naturalmente) che la popolano e che affiancano sempre il protagonista." (Andrea Frambrosi, 'L'Eco di Bergamo', 7 dicembre 2015)
"In principio fu 'I laureati', 20 anni dopo Pieraccioni firma la sua decima regia, 'II professor Cenerentolo', ma più di qualcosa è cambiato: lui, per esempio. Si definisce ancora 'cabarettista prestato al cinema' eppure invoca 'meno personaggi appesi al pero e più realismo': purtroppo, il compromesso miete vittime tra gli spettatori, falcidia le risate. Già, in 90' si ride forse una volta, con Massimo Ceccherini, il resto è sincero dispiacere per un signore, Pieraccioni, che da lustri non fa più fuochi d'artificio in sala: 'II professor Cenerentolo' è un filo depresso, più di un filo." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 3 dicembre 2015)