Clara non vuole assolutamente sposare l'uomo che suo padre le ha destinato. Per sottrarsi alla volontà tirannica del padre, decide di fingersi già sposata. Si rivolge ad un'agenzia matrimoniale, e mediante il versamento d'una congrua somma, ottiene le sia messo a disposizione un marito posticcio da presentare al padre. Succede però che l'incaricato dell'agenzia, al quale ella ha imprudentemente affidato il proprio portafoglio, s'eclissi, piantandola al ristorante della stazione, senza denari e con un grosso conto da pagare. La povera Clara viene arrestata. La polizia s'adopera per rintracciare il presunto marito, e arresta un giovanotto, un architetto, che ha lo stesso nome e cognome del ladro. L'architetto e Clara sono messi a confronto, e poi lasciati soli: per riacquistare la libertà fingono di essere veramente marito e moglie. Il giovanotto, che ha commesso molte scapataggini e contratto molti debiti ha uno zio ricco, che gli vuol bene e desidera vederlo sposato. Per uscire dagl'impicci, si presenta allo zio con Clara, e quello, credendoli sposati, li accoglie a braccia aperte. Ma nel fingersi marito e moglie i due finiscono per innamorarsi davvero, ed attraverso molte difficoltà, finiscono col cadere l'uno nelle braccia dell'altra. Potranno così avverarsi le speranze del buon zio, che desidera al più presto un nipotino.
SCHEDA FILM
Regia: Carlo Borghesio
Attori: Ondina Maris - Clara, Roberto Villa - L'Architetto, Carlo Dapporto, Lilla Brignone, Lia Zoppelli, Federico Collino, Vando Acerbi, Mario Pucci, Delizia Pezzinga, Lina Franceschi, Edoardo Toniolo, Ermanno Roveri, Gina Ravazzini, Anna Maria Zuti, Antonio Gandusio - Lo Zio Ricco
Soggetto: L. Di Bagno
Sceneggiatura: John Byrne, Luigi Giacosi, Ottavio Poggi
Fotografia: Domenico Scala, Giorgio Orsini
Musiche: Carlo Rustichelli, Vittorio Giuliani
Montaggio: Annibale Rajneri
Scenografia: Luigi Ricci
Durata: 78
Genere: COMICO COMMEDIA
Tratto da: DA UNA COMMEDIA UNGHERESE
Produzione: SIDERA FILM
Distribuzione: LUX FILM
CRITICA
"Questo film comico-sentimentale, ad andatura piuttosto farsesca, diverte certamente il pubblico amante delle cose semplici, anche se aggrovigliate indipendenza dei soliti scambi di persone, imprevisti, equivoci e via dicendo, più comuni alle farse che alle commedie. [...] Per fortuna il processo non incomincia neppure quando il film finisce e le zitelle bruttine si vedono poco in scena quindi zitelle e processo c'entrano poco in questo film. In compenso si ammirano di frequente noti e bravi attori [...]". (A. Blandi, "La Nuova Stampa", 3/4/1945).