Il principe di Homburg lancia la sua cavalleria in battaglia anzitempo, trasgredendo gli ordini ricevuti. Nonostante la vittoria conseguita, l'errore gli costa la condanna a morte. Natalia, innamorata di lui, cerca di intercedere presso il Grande Elettore che dapprima si mostra irremovibile ma, poi, di fronte alle insistenze della ragazza, fa chiamare a sè il principe e gli comunica di volergli offrire la grazia. A questo punto, è però il principe a rifiutare in nome del rispetto totale del codice d'onore. Quando arriva il giorno dell'esecuzione, Homburg, pronto alla morte, viene ugualmente salvato contro il suo volere e reintegrato al suo posto.
SCHEDA FILM
Regia: Marco Bellocchio
Attori: Andrea Di Stefano - Il Pirncipe Di Homburg, Barbora Bobulova - Natalia, Toni Bertorelli - Elettore, Anita Laurenzi - Elettrice, Bruno Corazzari - Kottwitz, Fabio Camilli - Hohenzollern, Gianluigi Fogacci - Golz, Italo Dall'Orto - Dorfling, Diego Ribon - Truchss, Pierfrancesco Favino - Sparren, Federico Scribani - Stranz
Soggetto: Heinrich von Kleist
Sceneggiatura: Marco Bellocchio
Fotografia: Giuseppe Lanci
Musiche: Carlo Crivelli
Montaggio: Francesca Calvelli
Scenografia: Giantito Burchiellaro
Costumi: Francesca Sartori
Altri titoli:
Der Prinz von Homburg
The Prince of Homburg
El Príncipe de Homburg
Le Prince de Hombourg de Heinrich von Kleist
Durata: 85
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Tratto da: tratto dall'omonimo lavoro teatrale di Heinrich Von Kleist
Produzione: FILMALBATROS
Distribuzione: ISTITUTO LUCE (1997), DVD: ISTITUTO LUCE (2008)
NOTE
REVISIONE MINISTERO APRILE 1997
CRITICA
"Una riuscita totale, una magnifica conferma, il felice ritorno di uno dei nostri registi più importanti a un cinema insieme terso ed enigmatico, logico e inquietante, lontano dagli ermetici che mettevano il piombo nelle ali dei suoi ultimi film. Con Il principe di Homburg Marco Bellocchio riporta il cinema in quella zona oscura dove maturano le decisioni più segrete, gli slanci più irrevocabili e ambigui." (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 9/5/97)
"Dal teatro si può passare al cinema (quanto Shakespeare sullo schermo!) e, riuscendovi, dal cinema al teatro (dal romanzo al cinema è pratica corrente). Questo lavoro di Marco Bellocchio, invece, non è nè teatro nè cinema, pur mostrando la presunzione di superare ambedue le forme." (L'Eco di Bergamo, Franco Colombo, 13/5/1997)