Due fratelli, soli, nell'uno la forza dell'altro, in un mondo antico e ostile sfideranno il volere implacabile degli Dei. Dal loro sangue nascerà una città, Roma, il più grande impero che la Storia ricordi. Un legame fortissimo, destinato a diventare leggenda.
SCHEDA FILM
Regia: Matteo Rovere
Attori: Alessandro Borghi - Remo, Alessio Lapice - Romolo, Fabrizio Rongione - Lars Il Vecchio, Massimiliano Rossi - Tefarie, Tania Garribba - Satnei, Michael Schermi - Arant La Bestia, Max Malatesta - Veltur, Vincenzo Pirrotta - Cai Il Sabino, Vincenzo Crea - Elaxantre Il Ragazzo, Lorenzo Gleijeses - Purtnas Il Cacciatore, Gabriel Montesi - Adieis Il Gentile, Antonio Orlando - Erenneis, Florenzo Mattu - Mamercus, Martinus Tocchi - Lubces Il Muto, Nina Fotaras - Ramtha, Marina Occhionero - Acca Larenzia, Emilio De Marchi, Vincenzo Pirrotta, Ludovico Succio, Vincenzo Crea
Soggetto: Filippo Gravino, Francesca Manieri, Matteo Rovere
Sceneggiatura: Filippo Gravino, Francesca Manieri, Matteo Rovere
Fotografia: Daniele Ciprì, Giuseppe Maio
Musiche: Andrea Farri
Montaggio: Gianni Vezzosi
Scenografia: Tonino Zera
Costumi: Valentina Taviani
Effetti: Francesco Grisi - visivi, Gaia Bussolati - visivi, EDI - Effetti Digitali Italiani
Suono: Angelo Bonanni - presa diretta, Davide D'Onofrio - microfonista, Mirko Perri - montaggio, Mauro Eusepi - creazione suoni, Michele Mazzucco - mixer
Aiuto regia: Francesco Capone
Durata: 123
Colore: C
Genere: DRAMMATICO STORICO
Specifiche tecniche: DCP (1:2.35)
Produzione: MATTEO ROVERE, ANDREA PARIS PER GROENLANDIA CON RAI CINEMA, IN ASSOCIAZIONE CON ROMAN CITIZEN ENTERTAINMENT, IN COPRODUZIONE CON GAPBUSTERS
Distribuzione: 01 DISTRIBUTION (2019)
Data uscita: 2019-01-31
TRAILER
NOTE
- FILM REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITÀ CULTURALI DIREZIONE GENERALE PER IL CINEMA ED IL SOSTEGNO DELLA REGIONE LAZIO FONDO REGIONALE PER IL CINEMA E L'AUDIOVISIVO.
- CANDIDATO NASTRI D'ARGENTO 2019: MIGLIOR FILM, REGIA, PRODUTTORE, MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA (ALESSANDRO BORGHI), ATTORE NON PROTAGONISTA (ALESSIO LAPICE), FOTOGRAFIA, COLONNA SONORA (ANDREA FARRI). VINCE CATEGORIA SONORO PRESA DIRETTA (ANGELO BONANNI),
- DAVID DONATELLO 2020 PER: MIGLIORE PRODUTTORE, MIGLIORE AUTORE DELLA FOTOGRAFIA, MIGLIORE SUONO. ERA CANDIDATO: MIGLIOR FILM, MIGLIORE REGIA, MIGLIORE SCENEGGIATURA ORIGINALE, MIGLIORE ATTRICE NON PROTAGONISTA, MIGLIORE MUSICISTA, MIGLIORE SCENOGRAFIA, MIGLIORE COSTUMISTA, MIGLIORE TRUCCATORE, MIGLIOR ACCONCIATORE, MIGLIORE MONTATORE, MIGLIORI EFFETTI VISIVI VFX.
CRITICA
"Vedendo 'Il primo re' è come se ci incamminassimo tutti in una «selva oscura» in un luogo senza tempo, ancestrale e violento, sventrato da lame di luce che schizzano nella foresta, tra bagliori e lotta, fango, sudore, brandelli di pelliccia, unghie sporche, sguardi cacciati dall'Eden. (...) Film fisico, di suoni, carne, ferite: ricorda il primo 'Pianeta delle scimmie', contrapposizione natura e civiltà. Forte coerenza nel lento cammino narrativo di un inconscio diventato forza di aggressione nella natura ostile, primordi dell'umanità. In prefazione Maugham dice che «un dio che può essere compreso non è un dio», quindi viva l'accecarsi nel mistero con le forze di un corpo che aderisce al mito senza calcoli di potere". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 31 gennaio 2019)
"La fondazione di Roma riletta attraverso il forte legame, viscerale, di due fratelli, Romolo e Remo, che finì con il famoso duello fratricida. Il tutto raccontato in un film italiano che è una bella sorpresa per la sua capacità di trascinare lo spettatore nella Storia, affrontando temi delicati (come la religione) senza mai sbracare, rischiando con immagini che urteranno i più sensibili, riuscendo a dare gran spessore ai caratteri dei suoi protagonisti. Film recitato interamente in latino (con sottotitoli) da un cast superbo." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 31 gennaio 2019)
"Un film epico, parlato in un protolatino reinventato con l'ausilio di specialisti, sulla fondazione di Roma. (...) Forse, come ha detto qualcuno, è la storia di come una città fondata da guerrieri fascisti elegge il primo sindaco democristiano. Ma sicuramente il film ha una visione corrusca del potere, che in fondo rispecchia la nostra storia. Vengono in mente le parole di Umberto Saba, negli anni 40: 'Vi siete mai chiesti perché l'Italia non ha avuto, in tutta la sua storia - da Roma ad oggi - una sola vera rivoluzione? La risposta è forse la storia d'Italia in poche righe. Gli italiani non sono parricidi; sono fratricidi. Romolo e Remo, Ferruccio e Maramaldo, Mussolini e i socialisti, Badoglio e Graziani. Gli italiani sono l' unico popolo, credo, che abbiano, alla base della loro storia, o della loro leggenda, un fratricidio'. 'Il primo re' non è però un'operazione meramente autoriale, ma anzitutto un prototipo per rinnovare il nostro cinema di genere. Rovere, che ha prodotto la saga di 'Smetto quando voglio' e diretto 'Veloce come il vento', è da tempo alla ricerca di nuove vie per un cinema di genere che non sia solo commedia o al massimo noir. Stavolta l'azzardo e l'originalità sono ancora maggiori: nonostante i molti riferimenti possibili (da 'Conan' a 'Revenant' alla 'Guerra del fuoco') il film riesce a inventare un'imagerie piuttosto autonoma e convincente. È sul piano spettacolare che però funziona meno: il procedere del gruppo attraverso i boschi è lento e faticoso, l'alternarsi di dialoghi e scene d' azione monotono. È come se la scoperta di un nuovo mondo visivo, mai raccontato dal cinema, avesse affascinato il regista fino a prendere spazio, diventando, da sfondo, il film stesso. A questo mondo si crede, grazie a uno sforzo produttivo non piccolo (era molto difficile: e una gran mano la danno gli attori, a cominciare da Borghi), la storia rimane poco importante. Chissà se il film funzionerà anche col pubblico: ma intanto è la conferma che il cinema italiano è molto più vario di come a volte ce lo raccontano". (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 31 gennaio 2019)
"Nell'universo arcaico e violento del «Primo Re», Romolo (Alessio Lapice) è la vittima designata, il fratello fragile, tenuto in vita dall'amore incondizionato di Remo (Alessandro Borghi) che lo protegge ad ogni costo. Per quasi tutto il film, Romolo appare sanguinante, febbricitante, sul punto di esalare l'ultimo respiro. Eppure, del mito fondativo di Roma, ricostruito da Matteo Rovere in un film potente e coraggioso, fa parte la vicenda di un contrasto, di un'indole che si afferma cancellandone un'altra, dell'ordine che si impone sulla brutalità, degli Dei che dominano gli eventi , oltre i voleri degli uomini. La vittoria di Romolo coincide, in fondo, con quella della tattica e della mediazione. L'eroe perisce, il politico sopravvive". (Fulvia Caprara, 'La Stampa, 31 gennaio 2019)
"Romolo e Remo come non li avete mai visti, lerci e spietati, selvatici e fondatori, pensando a Kurosawa, ma finendo a volte tra le braccia di Conan il barbaro o del profeta Mel Gibson ('Passion', 'Apocalypto') via 'Thor'. In realtà è solo una parte del risultato di un film impegnativo e produttivamente assai coraggioso per gli standard mediocri italiani. Nonostante la pesante saturazione della colonna musicale, resta un tentativo profondo, drammatico e iconografico (grande fotografia naturale di Ciprì), di immaginazione mitologica, con generosi, precisi attori (a partire dal Borghi di 'enza pelle'). È una leggenda, ma il realismo archeologico e antropologico spinge verso l'eco sensuale di vere origini." (Silvio Danese, 'Il Giorno, 7 febbraio 2019)