Martina e Filippa, due sorelle nubili di una certa età, figlie di un austero pastore luterano, vivono in uno sperduto paesino della costa danese dello Jutland. La loro vita scorre monotona tra severe riunioni di preghiera fra pochi seguaci anziani che proseguono l'usanza del defunto padre delle due signorine, e tra semplici lavori domestici. Le due donne da giovani erano molto carine e qualche giovanotto si fece avanti per dichiarare il proprio amore. Ma l'atteggiamento intransigente e bigotto del pastore li aveva fatti subito desistere dall'impresa. Un giovane ufficiale degli ussari, capitato per caso da quelle parti, fu colpito dalla bellezza e dall'innocenza di Martina, ma non osò mai manifestare i propri sentimenti alla ragazza per non turbare tanto candore. Dopo quell'episodio, l'ufficiale continuò la sua vita, ebbe successo, fece una strepitosa carriera militare e sposò una dama della regina Sofia: ma quella fanciulla soave gli rimase sempre impressa nella mente nonostante il passare degli anni. Analoga conclusione ebbe la storia di Filippa con un cantante lirico francese, il quale, colpito dall'avvenenza della ragazza, chiese al genitore di poterle impartire lezioni di canto. Il padre acconsentì: l'allieva si dimostrò all'altezza della situazione ma ogni giorno di più era turbata dalle attenzioni dell'uomo. Questi intendeva sposarla e portarla a Parigi per farla diventare una grande artista dell'opera: ma la giovane ebbe paura e non volle più rivederlo e a questi non restò altro che tornarsene a Parigi deluso e disperato, pensando al proprio destino duro e crudele. Sono passati molti anni: il pastore è morto, le due sorelle vivono una vita piuttosto grigia nella loro umile casetta. Durante una sera fredda di pioggia bussa alla loro porta una giovane donna, Babette Harsant, francese con una lettera per loro. L'ha scritta il vecchio spasimante di Filippa, che adesso è canuto e solo e rimpiange la gloria effimera dell'arte. Egli raccomanda alla bontà delle due signorine questa donna che ha perso il marito e figlio nella rivoluzione parigina: esse potrebbero ospitarla in cambio di servigi di governante. Babette diventa indispensabile per le sue ospiti; è una cuoca eccellente, discreta, devota e rispettosa. Si rende simpatica a tutti: si fa amare per il suo carattere cordiale e comunicativo. Le due sorelle, grazie alla sua dedizione, possono tranquillamente dedicarsi alle opere di carità verso i più bisognosi. Passano 14 anni: i discepoli del defunto decano si riuniscono sempre ma fra loro ogni giorno di più crescono tensioni, litigi, malintesi, ripicche e gelosie. In occasione del centenario della nascita del decano, le due pie donne verrebbero fare una festa per ricordare il caro estinto. Giunge inaspettata una lettera da Parigi per Babette che le comunica che ha vinto un premio alla lotteria di diecimila franchi. La donna ha già deciso cosa farà della vincita: vuole offrire un pranzo alla francese alle sue benefattrici e ai loro discepoli. Dopo qualche incertezza è tutto deciso. Per qualche giorno la donna si allontana dalla casa delle due sorelle per sistemare la faccenda della vincita. Quando lei è tornata, le sue protettrici si sentono smarrite e si trovano in difficoltà, temono che Babette le lasci definitivamente e questo le addolora. La vita senza di lei è dura per loro: ma la donna ritorna con molto cibo e prodotti esotici. Le due anziane signorine rimangono sgomente, anzi terrorizzate temendo che tali cose possano stravolgere il loro semplice ed austero stile di vita e che il potere del male con l'eccesso e il peccato possa traviare la piccola comunità. Ma Babette prosegue nei suoi preparativi: con estrema maestria si destreggia tra i fornelli aiutata solo da un giovane del luogo. Il pranzo è pronto ed è un'autentica meraviglia dalla prima all'ultima portata. I dodici commensali non pronunciano alcuna parola per esaltare ed elogiare le pietanze, infatti intendono rimanere ligi alla loro morale puritana, ma le loro espressioni pienamente soddisfatte sono più eloquenti di ogni parola. L'unica persona che apprezza ogni singola portata e le bevande eccellenti che vengono man mano servite è il generale Lowen, anche lui per caso della compagnia. Egli, che fu quel giovane ufficiale innamorato di Martina, è doppiamente felice: primo perchè ha ritrovato il suo amore mai dimenticato, secondo per quel pranzo eccezionale che rivela una insolita rassomiglianza con quelli serviti nel prestigioso locale parigino Cafè Anglais. Infatti Babette confesserà poi che era proprio lei l'abilissimo Chef di quel famoso ristorante. I commensali alla fine del sontuoso banchetto sono riconciliati spiritualmente e fisicamente: ritrovano l'armonia, l'amore vicendevole di un tempo e la fiducia per continuare a vivere e sperare. Nello sguardo di Martina e di Filippa, oltre alla gioia della pace ritrovata, si legge anche il rimpianto per quegli amori respinti in gioventù; ma è solo questione di un attimo. Tornano subito a sorridere a tutti, ringranziando il Signore per ciò che Lui ha voluto concedere loro. Babette rimarrà per sempre con loro: è di nuovo senza un soldo poichè ha speso nel sontuoso pranzo tutta la sua vincita: ha voluto dimostrare a se stessa e agli altri tutta la sua arte di cuoca. Un artista, ella dice, non è mai povero.
SCHEDA FILM
Regia: Gabriel Axel
Attori: Stéphane Audran - Babette Harsant, Jean Philippe Lafont - Achille Papin, Jarl Kulle - Generale Lowen, Bodil Kier - Filippa, Birgitte Federspiel - Martina, Vibeke Hastrup - Martina Giovane, Hanne Stensgaard - Filippa Giovane, Ebbe Rode - Christopher, Axel Strobye - Allenatore, Preben Lerdorff Rye - Capitano, Lisbeth Movin - Vedova, Bibi Andersson - Signora Svedese
Soggetto: Karen Blixen
Sceneggiatura: Gabriel Axel
Fotografia: Henning Kristiansen
Musiche: Per Norgaad
Montaggio: Gabriel Axel
Scenografia: Sven Wichmann, Jan Petersen
Altri titoli:
Babette's Feast
Durata: 101
Colore: C
Genere: ALLEGORICO
Specifiche tecniche: PANORAMICA
Tratto da: un racconto di Karen Blixen
Produzione: A S PANORAMA FILM INTERNATIONAL
Distribuzione: MIKADO FILM (1988) - DOMOVIDEO, DE AGOSTINI, SAN PAOLO AUDIOVISIVI, L'UNITA' VIDEO
NOTE
- OSCAR PER MIGLIOR FILM STRANIERO (1987).
CRITICA
Premio oscar per il miglior film straniero del 1987. Tratto da un racconto di Karen Blixen, è uno dei pochi, autentici capolavori degli ultimi anni. (Francesco Mininni, Magazine italiano tv)
Tratto da un racconto di Karen Blixen, è un piccolo capolavoro di delicata grazia e di struggente eppur serena malinconia. Ottimo esempio quasi come "The dea" di Huston di adattamento cinematografico. (Segnalazioni Cinematografiche)