IL PICCOLO PORTO

Alla periferia di una piccola città marittima vive una famiglia, composta di una lurida vecchiaccia, la figlia libertina, il genero ubriacone e di due nipotine, una bambinetta ed un'adolescente, Ellay May. Questa è l'unica della famiglia, che ancora creda alla bontà: vivace e buona, è conquistata dalle attenzioni di un vecchietto, proprietario di un ristorante, e del nipote di lui. Questi, le fa comprendere d'amarla, ed ella, presa come da una febbre d'ingenua ed ardente passione, abbandona la sua triste casa per riunirsi all'amato. I due giovani si sposano, senza por tempo di mezzo, e trascorrono giorni felici e laboriosi. Le cose si guastano, quando lo sposo impara a conoscere la famiglia di lei: egli ne è disgustato, e la vecchia nonna, che non lo giudica abbastanza ricco, lo caccia via. Egli abbandona Ellay May, che ne è disperata. Intanto il padre di lei, ubriaco, spara sulla moglie, che muore. La sciagurata nonna vorrebbe spingere Ellay May a seguire l'esempio della madre, che si prostituiva per mandar avanti la famiglia. Ellay May resiste; di fronte però all'estrema miseria dei suoi, una sera consente ad uscire con due ricchi signori. Ma con un pretesto si fa condurre ad un dancing, dove trova il marito e lo convince a riunirsi a lei. Ritornano i giorni felici ed anche nella casetta della periferia entra finalmente un po' d'ordine, d'onestà, di serenità.