Ad Orléans S., diciotto anni, arriva tardi nel panificio dove lavora e viene subito licenziato. Si incontra con un'amica, passa la notte da lei, poi le ruba i soldi dello stipendio e scappa. Eccolo poco dopo a Marsiglia, confuso in un gruppo di ladri di appartamento. Adesso fa parte di una banda, e nei momenti liberi dai furti va in palestra dove impara a tirare di boxe. Vive a casa di Silvan, il boss, ne spia la fidanzata, poi riceve l'ordine di andare ad assistere una vecchia che vive sola e silenziosa. Quindi il fratello di Silvan lo mette a sorvegliare fuori della porta l'attività di una prostituta. Di nuovo tutto il gruppo si riunisce per andare a svaligiare un altro appartamento. Ma i tempi si allungano e arriva la polizia. Nella confusione della fuga, S. spinge Silvan giù da un cornicione poi si allontana. Braccato, va dalla vecchia, cerca di rapinarla della pensione ma non ci riesce. Scappa e, mentre cammina lungo la strada, alle spalle una mano lo accoltella alla gola. Passa del tempo, S., con una evidente cicatrice sul collo, lavora di nuovo in un panificio. Riceve lo stipendio, prende dei soldi e li spedisce alla ragazza di Orléans cui li aveva rubati. Passa un operaio del panificio e lo invita ad una riunione politica.
SCHEDA FILM
Regia: Erick Zonca
Attori: Nicolas Duvauchelle - S., Yann Trégouët - Barruet, Jean-Jérôme Esposito - Oeil, Martial Bezot - Chacal, Jean-Armand Dalomba - Mathias, Jo Prestia - Tony, Ingrid Preynat - Leila, Véronique Balme - Tina, Olivier Gerby - Vampiro, Emilie Lafarge - Sandra, Dominique Abellard - Capo Panettiere, Gilbert Landreau - Panettiere
Soggetto: Virginie Wagon, Erick Zonca
Sceneggiatura: Erick Zonca, Virginie Wagon
Fotografia: Catherine Pujol, Pierre Milon
Montaggio: Jean-Robert Thomann
Scenografia: Kristina Zonca
Costumi: Cecile Berges
Altri titoli:
THE LITTLE THIEF
Durata: 63
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Produzione: GILLES SANDOZ PER AGAT FILMS & CIE, LA SEPT ARTE, PIERRE CHEVALIER
Distribuzione: BIM - COLUMBIA TRISTAR FILM ITALIA (2000)
NOTE
- REVISIONE MINISTERO GIUGNO 2000.
CRITICA
"La nuova esistenza del protagonista è dominata da altri meccanismi ripetitivi che la macchina da presa osserva con un limpido e avvincente sguardo carico di realismo e di emozione. Vivere per vivere, fino all'ultima goccia di sangue che sgorga da un taglio in gola. Tutto in 63 bellissimi minuti". (En. Mag., 'Film Tv')