Il piccolo Archimede

Il professor Heines è un inglese, critico d'arte, che negli anni trenta trascorre in Toscana con la sua famiglia un periodo di studio. Di mentalità aperta, nonostante viva in tempi in cui le differenze sociali sono ancora molto sentite, permette a suo figlio Robin di giocare con Guido, figlio di un contadino e orfano di madre. Ha modo così di rendersi conto delle grandi capacità intellettuali del bambino che, pur essendo analfabeta, sembra molto dotato per la musica. Più tardi il professore, che stimola e segue con delicatezza l'apprendimento del contadinello e gli insegna a suonare il pianoforte, appura che questa dote dipende dal suo naturale talento per la matematica. Attratta dalle potenzialità di Guido è anche la signora Brondi, proprietaria delle terre su cui lavora il padre di Guido. La signora, una ex attrice di mezza età e senza figli, vede nel bambino la compensazione di un suo desiderio di maternità frustrato e vuole adottarlo per 'possedere' un figlio acquistando prestigio dalle capacità di questo. Il professor Heines, invece, preferirebbe sostenere il padre di Guido perché possa far studiare il figlio senza sradicarlo dai luoghi e dalle persone cui è legato e cerca, invano, di convincere la signora Brondi. Il professore però deve partire per la Svizzera per un problema di salute di Robin e la signora Brondi realizza il suo piano in accordo con il padre di Guido, convinto che il figlio avrà così un futuro migliore. Guido, invece, poco tempo dopo, invia una lettera in cui chiede aiuto al professor Heines che tornerà di corsa in Italia, ma troppo tardi. Guido, caduto in depressione perché non ha retto la vita in città e le angherie della signora, si è suicidato buttandosi dalla finestra di casa Brondi.