A Teheran il 21 marzo, durante il capodanno islamico, la piccola Razied, convinta che i pesci rossi di casa non valgono quelli, molto più belli e grossi, del mercato, dopo varie suppliche convince la madre a donarle l'ultima banconota per acquistarne uno. Si reca al mercato accompagnata dal fratello Ali: sfiora il crocicchio che si assiepa intorno ad un incantatore di serpenti ma malauguratamente la banconota le cade nella cantina di un negozio, il cui proprietario è momentaneamente irreperibile. Invano i due bimbi supplicano alcune persone (una donna che passa, un uomo con un'asta, il sarto che ha il negozio attiguo) ad aiutarli. Mentre Ali si reca all'indirizzo del proprietario della bottega, un soldato attacca discorso con la bambina vincendone la diffidenza: le parla del suo villaggio, delle sue sorelle, e le rivela che il padrone della cantina sta da sua cognata. Ali ha trovato il padrone, ma questi sta facendo, come il padre dei bambini, la doccia. Arriva infine un ragazzo con tre palloncini e Ali preleva un'asta per tentare di agganciare la banconota. I due litigano, ma poi il ragazzo si fa parte del dramma e tenta anche lui di estrarre i soldi. Ma ci vorrebbe qualcosa di appiccicoso come una gomma americana: Ali, senza denaro, non osa sottrarla ad un povero cieco, e torna a mani vuote. Ma il ragazzo ha venduto due palloncini e ha preso tre gomme. I tre ragazzini provano e riprovano, ed infine Razied recupera la banconota proprio mentre il padrone della cantina appare. La bambina ed il fratello corrono a comprare il pesciolino per tornare a casa.
SCHEDA FILM
Regia: Jafar Panahi
Attori: Mohammad Bahktiari - Il Sarto, Mohammad Shahani - Il Soldato, Moshen Kalifi - Ali', Aida Mohammadkani - Razieh, Anna Borkowska - La Vecchia Signora, Fereshteh Sadr Orafai - La Madre, Aliashgar Smadi - Venditore Di Palloncini
Soggetto: Jafar Panahi, Parviz Shahbazi
Sceneggiatura: Abbas Kiarostami
Fotografia: Farzad Jowdat
Musiche: Majtaba Mortazavi, Said Ahmadi
Montaggio: Jafar Panahi
Scenografia: Jafar Panahi
Effetti: Manocher Sabet-Ghdam
Altri titoli:
THE WHITE BALLOON
Durata: 85
Colore: C
Genere: METAFORA
Specifiche tecniche: PANORAMICA A COLORI
Produzione: IRIB - FERDOS FILM COMPANY
Distribuzione: MIKADO FILM - CECCHI GORI HOME VIDEO
NOTE
- REVISIONE MINISTERO GENNAIO 1996
- TECNICI DEL SUONO: MOJTABA MORTAZAI, SAAID AHMADI
- PREMIO O.C.I.C. E PREMIO FIPRESCI AL FESTIVAL DI CANNES 1995
- PREMIO SILVER PEACOCK AL 27MO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL OF INDIA
CRITICA
"Non fatelo sparire, andatelo a vedere: Il palloncino bianco, diretto dall'ex assistente di Abbas Kiarostami, Jafar Panahi, sceneggiato dal maestro iraniano, interpretato da attori presi dalla strada, girato con apparente semplicità ma con mestiere notevole da un regista che usa benissimo i piani sequenza per seguire con naturalezza assoluta i suoi personaggi, è un piccolo gioiello di neorealismo iraniano, una favola calata nel mondo di tutti i giorni, un apologo sulla potenza del desiderio." (La Repubblica, Irene Bignardi, 14/1/96).
"L'esordiente Jafar Panahi ha composto un delicato ma ferreo quadretto dalle molte letture. Allegoria dell'Iran e dei suoi molti divieti; trattatello sui pericoli che celano le apparenze più amichevoli (e sulla violenza che pulsa sotto la superficie di un paese iper-regolamentato come l'Iran integralista), ma anche, appunto, favola segretamente crudele sui terrori dell'infanzia." (Il Messaggero, Fabio Ferzetti, 22/1/96 ).
"Il suo film descrive l'ostinata "resistenza" di Razieh alla cattiva sorte e la solidarietà che, mentre lei monta la guardia al suo tesoro, la gente le manifesta. Tutto è detto in modo naturale. Con il coraggio del realista convinto che, parlando di piccole cose, riesce a volte a evocare grandi cose risvegliando ricordi in chi lo ascolta, Panahi rende credibile quanto avviene intorno a Razieh: il litigio di un venditore di camicie con un cliente, la sosta di un soldato che avvicina la bambina e lei ne diffida, si irrigidisce e poi si sgela e gli parla con confidenza, i tentativi del fratello di Razieh di recuperare il biglietto, l'aiuto prestato ai due da un ragazzo afgano che vende palloncini e alla fine recuperato il biglietto e comperato il pesciolino, egli resterà solo quasi a dirci che, anche quando cessa il dispiacere di un bambino, un altro inizia, e non scompare il dolore dal mondo. Il film si chiude con uno scambio di auguri: sta iniziando l'anno 1374 del calendario islamico. Curioso che, mentre da noi non si sanno più scrivere storie per i giorni delle feste religiose e familiari, sian venuti, il primo dall'America (si allude al brano che conclude Smoke) e il secondo dall'Iran; due racconti bellissimi. Sia nell'uno sia nell'altro caso, apparentemente fatti di nulla. Vicende minute, rese autentiche da attori che paiono inventare tutto lì per lì provando e risvegliando in chi li osserva emozioni " (Avvenire, Francesco Bolzoni, 21/1/96)