Nel momento in cui il treno lascia la stazione senza che alla guida ci sia lui, Odd Horten capisce di stare cominciando un lungo viaggio senza tabelle orarie da rispettare e senza stazioni già conosciute. Horten è in pensione e la banchina per lui non è più un luogo sicuro e familiare. Con la morte come metafora, il film dipinge il ritratto malinconico, ma anche arguto, di un uomo che si trova a vivere situazioni in cui possiamo riconoscerci nonostante siano diverse dalla nostra.
SCHEDA FILM
Regia: Bent Hamer
Attori: Bård Owe - Odd Horten, Espen Skjønberg - Trygve Sissener, Ghita Nørby - Sig.ra Thøgesen, Bjørn Floberg - Flo, Henny Moan - Svea, Kai Remlov - Steiner Sissener, Nils Gaup - Same, Peter Bredal - Brevmann, Karl Sundby - Kjell, Peder Anders Lohne Hamer - Nordahl, Morten Ruda - Röhmer, Lars Oyno - Connery, Bjarte Hjelmeland - Costruttore
Sceneggiatura: Bent Hamer
Fotografia: John Christian Rosenlund
Musiche: John Erik Kaada
Montaggio: Pål Gengenbach
Scenografia: Kalle Juliusson
Arredamento: Olivier Macouiller
Costumi: Anne Pedersen
Effetti: The Chimneypot
Durata: 90
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85)
Produzione: BENT HAMER PER BULBUL FILM, PANDORA FILMPRODUKTIONS, SCANBOX ENTERTAINMENT, ID MEMENTO
Distribuzione: ARCHIBALD FILM (2009)
Data uscita: 2009-06-19
NOTE
- PRESENTATO AL 61. FESTIVAL DI CANNES (2008) NELLA SEZIONE "UN CERTAIN REGARD".
CRITICA
"Il genere di film che lo spettatore assuefatto al cinema formattato definisce 'lento': ma che, in realtà, prende solo il tempo necessario per affezionarti a un personaggio e farti osservare - assieme a lui - il suo mondo." (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 19 giugno 2009)
"Una cifra, forse, che non coinvolge ma che, sul piano del gusto e dello stile, può convincere. Per merito anche di un interprete, il danese Bard Owe, che anche fisicamente se ne appropria. Con mimica immobile." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 19 giugno 2009)
"'Il mondo di Horten' ha le qualità degli altri film di Harner, 'Kitchen Stories' e 'Factotum', su e da Bukowski: bizzarria visiva, humour a miccia lenta, morale nascosta ma persistente. Un conforto, di questi tempi." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 19 giugno 2009)
"Il film norvegese eccentrico, piacevole, intelligente, ben recitato e ben diretto, ha un umorismo, una sensibilità rara, e non si prende gioco dei vecchi." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 19 giugno 2009)