Grace Bowen frequenta il liceo ed è una ragazza molto bella e sicura di sé. Alla morte di suo fratello Johnny, cui era profondamente legata, nonostante il parere contrario dei suoi genitori e degli insegnanti decide di seguirne le orme. Il ragazzo era un talento calcistico e lei, pur di ottenere un posto nella squadra, combatterà contro ogni pregiudizio e affronterà i duri allenamenti arrivando anche a sacrificare la sua vita privata.
SCHEDA FILM
Regia: Davis Guggenheim
Attori: Carly Schroeder - Grace Bowen, Elisabeth Shue - Lindsay Bowen, Dermot Mulroney - Bryan Bowen, Andrew Shue - Owen Clark, allenatore, Jesse Lee Soffer - Johnny Bowen, Joshua Caras - Peter, Julia Garro - Jena Walpen, Hunter Schroeder - Mike Bowen, Trevor Heins - Daniel Bowen, Madison Arnold - Nonno, John Doman - Allenatore Colasanti, Christopher Shand - Kyle Rhodes, Karl Girolamo - Curt, Emma Bell - Kate Dorset, Vasilios Mantagas - Craig, Donny Gray - Donny
Soggetto: Andrew Shue, Ken Himmelman, Davis Guggenheim
Sceneggiatura: Lisa Marie Petersen, Karen Janszen
Fotografia: Chris Manley
Musiche: Mark Isham
Montaggio: Elizabeth Kling
Scenografia: Dina Goldman
Arredamento: Melanie J. Baker
Costumi: Caitlin Ward
Effetti: Digiscope
Durata: 93
Colore: C
Genere: SPORTIVO DRAMMATICO COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM (1:2.35)
Produzione: ELEVATION FILMWORKS, URSA MAJOR FILMS
Distribuzione: MOVIEMAX (2008)
Data uscita: 2008-07-18
TRAILER
NOTE
- COREOGRAFO DELLE SCENE DI CALCIO: DAN METCALFE.
CRITICA
"'Il mio sogno più grande' è un film costruito come una matrioska: nasce da una storia di famiglia e dentro ci trovi una storia di famiglia che, con i cambiamenti del caso, è la stessa. (...) La regia, affidata a David Guggenheim, marito della Shue, resta affare di famiglia." (Alessandra Levantesi, 'La Stampa', 18 luglio 2008)
"Ci sono dei film in cui non basta la sola proiezione di quei 90 minuti o più che sono stampati su pellicola. 'Il mio sogno più grande' (titolo non troppo originale ma più adatto rispetto all'anonimo e originale Gracie ) è una storia come sul grande schermo ce ne sono tante: un riscatto, una vendetta contro il destino infame, una catarsi attraverso lo sport. (...) Conta solo vincere, in questa lotta più femminile che femminista (siamo nel 1978, e Gracie è costretta a maschilizzarsi per essere accettata e integrata), così come accadeva in 'Sognando Beckham', in cui Keira Knightley cercava il superamento delle barriere razziali calciando un pallone. Ma ciò che rende quest'opera speciale è che è una storia vera. La storia della famiglia Shue. Andrew ed Elizabeth, sex symbol dei teen-movie, 'Tutto in una notte' e 'Cocktail' , e attrice sontuosa in 'Via da Las Vegas', il soccer ce l'hanno nel sangue. Lui ha giocato in Africa e nei Los Angeles Galaxy, lei dai 9 ai 13 anni ha spopolato come ala destra in vari campionati. Una famiglia malata di calcio e anche loro hanno perso un fratello, William. Così Andrew ha coprodotto, cosceneggiato e interpretato il film (è l'allenatore in seconda), Liz è la mamma di Gracie, dolcissima e intensa, John ha raccolto i finanziamenti. E Davis Guggenheim, marito di lei e regista premio Oscar di Al Gore, si è messo dietro alla macchina da presa. Una fiaba vera, supportata da ottimi attori e una colonna sonora da urlo, che schiera i bomber Aretha Franklin e Bruce Springsteen. E pazienza se come sempre le azioni di calcio sono riprese male. E' il difetto atavico del calcio al cinema: può essere raccontato, ma non riprodotto. Purtroppo e per fortuna." (Boris Sollazzo, 'Liberazione', 25 luglio 2008)