Durante una incursione dei corsari algerini in un'isola del Tirreno. Alì, loro capo, si imbatte in Fiamma, fiera e bellissima isolana, e malgrado la di lei resistenza egli la violenta. Non avendo fatto in tempo a fuggire con i suoi compagni viene imprigionato ed alcuni isolani guidati da Fiamma tentano di ucciderlo. Posta di fronte al suo seduttore l'odio della donna si tramuta in amore ed ella lo aiuta nella fuga. Alì torna in Algeria dove apprende che egli, rapito da bimbo e allevato dai mussulmani, è nativo dell'isola. Preso dalla nostalgia e dall'amore per Fiamma, ritorna dalla ragazza, che vive, con il bimbo da lui avuto, in una capanna, ripudiata da tutti. I due decidono di sposarsi, ma osteggiati dall'odio dei paesani sono costretti a fuggire e nella desolata Maremma Alì è colto dalla febbre che lo riduce in fin di vita. In una piccola chiesetta dove si erano rifugiati, viene celebrato il matrimonio in extremis.
SCHEDA FILM
Regia: Duilio Coletti
Attori: Dino Di Luca - Andrea, Augusto Marcacci - Ahmed, Augusto Di Giovanni - Marco Calafato, Guido Morisi - Michele, Elena Zareschi - Francesca, Enzo Fiermonte - Ali', Annette Bach - Fiamma, Ernesto Bianchi - Lo Sfregiato, Oreste Fares - Don Liborio, Cesare Polacco - Un Mercante, Luigi A. Garrone - Il Carceriere, Roberto Bianchi - Frate Del Convento In Maremma, Lori Randi - Una Ragazza Venduta Al Mercato, Mara Ciukleva - Marta, La Zingara, Eugenio Duse - Fratello Dello Sfregiato
Sceneggiatura: Cesare Vico Lodovici, Nicola Manzari, Duilio Coletti
Fotografia: Aldo Tonti
Musiche: Piero Giorgi
Scenografia: Enrico Verdozzi, Antonio Tagliolini
Durata: 83
Tratto da: TRATTO DAL ROMANZO "I FUGGIASCHI" DI FERDINANDO PAOLIERI
Produzione: COLOSSEUM FILM
Distribuzione: ICI
NOTE
MUSICA DIRETTA DA: ROBERTO CAGGIANO.- IL ROMANZO DI PAOLIERI ERA GIA' STATO USATO NEL 1923 COME CANOVACCIO AD UN FILM MUTO REALIZZATO DA AUGUSTO GENINA, "IL CORSARO" CON AMLETO NOVELLI.
CRITICA
"[...] La prima parte fa pensare ai film del deserto di Rodolfo Valentino, ed è la più movimentata e colorita, anche se fatalmente convenzionale. Dopo, il film si fa troppo melodrammatico e prolisso, e dà l'impressione di non voler finire mai. Interpretazione piuttosto mediocre. [...]". (S.De Feo, "Il Messaggero", 29/4/1942).