Il grande salto

2/5
Tirabassi dirige e interpreta la crisi quotidiana e universale, senza colpo ferire

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ITALIA 2017
I quarantenni Rufetto e Nello sono due rapinatori maldestri che, dopo aver scontato quattro anni di carcere per un colpo andato male, vivono in un quartiere della periferia romana. I due non demordono e progettano una rapina che potrebbe dare una svolta alle loro vite mediocri. Riprendere in mano l'attività e soprattutto portarla a buon fine, però, non è per niente facile: si convincono, così, che il destino non sia dalla loro parte......
SCHEDA FILM

Regia: Giorgio Tirabassi

Attori: Ricky Memphis, Giorgio Tirabassi, Marco Giallini, Roberta Mattei, Valerio Mastandrea, Gianfelice Imparato, Paola Tiziana Cruciani, Lillo , Cristiano Di Pietra, Mia Benedetta, Salvatore Striano, Federica Carruba, Toscano Liz Solari

Sceneggiatura: Giorgio Tirabassi, Daniele Costantini, Mattia Torre

Fotografia: Massimo Intoppa

Musiche: Battista Lena

Montaggio: Luigi Mearelli

Scenografia: Massimiliano Mereu

Costumi: Agata Cannizzaro

Suono: Francesco Cavalieri - presa diretta

Durata: 94

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 4K, DCP

Produzione: ALESSANDRO CARPIGO, BRUNO FRUSTACI PER SUNSHINE PRODUCTION

Distribuzione: MEDUSA FILM (2019)

Data uscita: 2019-06-13

TRAILER
CRITICA
"(...) a distanza di oltre dieci anni tornano a recitare in coppia Giorgio Tirabassi e Ricky Memphis, che da guardie si trasformano in ladri nella riuscita opera prima di Tirabassi 'Il grande salto'. Una commedia amara attraversata costantemente da un velo di malinconia e tristezza che ricorda la poetica di Citti e Pasolini, con riferimenti anche ai film di Risi, Monicelli e Scola. (...)." (Giulia Bianconi, 'Il Tempo', 13 giugno 2019)

"È una bella sorpresa il primo film di Giorgio Tirabassi sulle storie parallele di due perdenti nati, due soliti ignoti incastrati nella periferia romana dove nessuno ha più voglia di fare la commedia. (...) Caso raro, 'Il grande salto' è ben diretto e scritto dal regista con Mattia Torre e Daniele Costantini, evitando ogni tipo di sdolcinatura sociale perché ormai i giochi sono fatti e Ricky Memphis, bravissimo, vive in una casa-tana in cui mangia carne in scatola e tv. Neorealismo anni 50, con echi di Emmer, Germi e Steiger, ma capace di sorprendere quando il Destino offre carte giuste. In realtà non c' è alcun fato, né innocenti, ma Tirabassi non tira di moralismo, ha riserve intatte di malinconia e sta per crollare a ogni sequenza, in bilico tra volere, violenza, assuefazione. Racconta comunque una storia contemporanea facendo prestito di echi migliori passati: sembra un film anacronistico, ma invece ci sta addosso, ci parla all'orecchio, ci invita a misurare due mesti finali di partita col jolly surreale." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 13 giugno 2019)

"(...) Il tema del destino, con qualche simpatica trovata e un finale degno della miglior commedia all'italiana." (Maurizio Acerbi, 'Il Giornale', 13 giugno 2019)

"(...) Il debutto alla regia di Giorgio Tirabassi azzecca la coppia protagonista, ma non si capisce mai dove voglia andare a parare: parte in tono di commedia, poi volge al dramma, infine diventa tragedia, con un'appendice satirica un po' incongrua sulla tv del dolore. L'aspetto complessivo è quello di un catalogo della jella che perseguita i due balordi. Con "cammei" amichevoli di Valerio Mastandrea, Marco Giallini, Lillo." (Roberto Nepoti, 'La Repubblica', 13 giugno 2019)

"(...) Piacerà perché Giorgio Tirabassi (l'eterno secondo nei cast dei polizieschi in tv) prima di tentare il grande salto della regia deve essersi passato a memoria i vecchi classici di Monicelli sulla delinquenza italiana a scartamento ridottissimo. Ha imparato parecchio, occorre riconoscere. Specie a guidare gli attori (ha coinvolto Giallini, Mastandrea e persino Lillo)." (Giorgio Carbone, 'Libero Quotidiano', 13 giugno 2019)

"(...) Il primo film di Giorgio Tirabassi ha buone idee - non è male neppure la rapina con il nano chiuso dentro il pacco postale, con partecipazione speciale dell'impiegato Valerio Mastandrea. Gli attori sono bravi, certi modelli da commedia all'italiana si riconoscono scena dopo scena. Poi il ritmo rallenta, i generi cambiano fino al disorientamento dello spettatore. Ambientazione fuori dal tempo e dallo spazio, vizio numero uno del cinema italiano: c'è la crisi, senza indizi per capire quale." (Mariarosa Mancuso, 'Il Foglio', 15 giugno 2019)