Un barbiere ebreo che in seguito a ferite riportate nella guerra mondiale del 1915-18 aveva perso la memoria, dopo molti anni di degenza in un ospedale ritorna nella sua città in Germania dove riapre il proprio negozio. Nel frattempo, però, il dittatore che governa il Paese ha iniziato una feroce lotta contro gli ebrei e il malcapitato deve subire una marea di soprusi. Aiutato da una povera fanciulla sua correligionaria per la quale nutre sentimenti di affetto, il barbiere fa subire spesso ai ridicoli e inumani sgherri del dittatore - tratteggiato con sapida caricatura - dei gustosi smacchi.
SCHEDA FILM
Regia: Charlie Chaplin
Attori: Charlie Chaplin - Barbiere Ebreo/Adenoid Hynkel, Jack Oakie - Benzino Napaloni, Reginald Gardiner - Schultz, Henry Daniell - Garbitsch, Billy Gilbert - Herring, Grace Hayle - Madame Napaloni, Carter De Haven - Ambasciatore, Paulette Goddard - Hannah, Maurice Moscovich - Sig. Jaeckel, Emma Dunn - Sig.ra Jaeckel, Bernard Gorcey - Sig. Mann, Paul Weigel - Sig. Agar, Chester Conklin - Cliente barbiere, Esther Michelson - Donna ebrea, Hank Mann - Camicia Bruna, Rudolph Anders - Ufficiale tedesco, Eddie Dunn - Camicia Bruna, Nita Pike - Segretaria, George Lynn - Comandante Camicie Brune, Eddie Gribbon - Camicia Bruna, Florence Wright - Segretaria bionda, Leo White - Barbiere di Hynkel, Lucien Prival - Ufficiale, Richard Alexander - Camicia Bruna
Soggetto: Charlie Chaplin
Sceneggiatura: Charlie Chaplin
Fotografia: Roland Totheroh, Karl Struss
Musiche: Charlie Chaplin, Meredith Willson
Montaggio: Willard Nico
Scenografia: J. Russell Spencer
Arredamento: Edward G. Boyle
Costumi: Ted Tetrick, Wyn Ritchie
Effetti: Ralph Hammeras, Jack Cosgrove
Altri titoli:
Il Dittatore
The Dictator
El gran dictador
Le dictateur
Der große Diktator
Der grosse Diktator
Durata: 126
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO GUERRA COMMEDIA
Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.37)
Produzione: CHARLES CHAPLIN PRODUCTIONS
Distribuzione: UNITED ARTISTS (1945), BIM (2002), IL CINEMA RITROVATO-CINETECA DI BOLOGNA (2015) - CAPITAL INTERNATIONAL VIDEO, VIDEOGRAM, SKEMA, MONDADORI VIDEO, M&R, LASERVISION, DE AGOSTINI, SIRIO HV, CDE HV, NUMBER ONE VIDEO (IL GRANDE CINEMA, VIDEO GRAFFITI), ELLEU MULTIMEDIA, DVD TERMINAL VIDEO
Data uscita: 2016-01-11
NOTE
- PRIMA PROIEZIONE: 15 OTTOBRE 1940, CAPITOL E ASTOR THEATRES, NEW YORK.
- CANDIDATO ALL'OSCAR 1941 PER: MIGLIOR FILM, ATTORE PROTAGONISTA (CHARLIE CHAPLIN) E NON PROTAGONISTA (JACK OAKIE), SCENEGGIATURA ORIGINALE E COLONNA SONORA.
- IL 20 DICEMBRE 2002 E' USCITA IN SALA UNA RIEDIZIONE INTEGRALE RESTAURATA A CURA DELLA CINETECA DI BOLOGNA CHE COMPRENDE LE SCENE CON LA "SIGNORA NAPALONI" TAGLIATE IN ITALIA NELL'EDIZIONE DEL 1961 PER NON URTARE LA SUSCETTIBILITA' DI RACHELE MUSSOLINI.
CRITICA
"(...) capolavoro umanista e pacifista di Charlie Chaplin. (...) un pilastro della storia del cinema. (...) Una perla emersa dall'Archivio Chaplin custodito dalla Cineteca di Bologna: già, il grande cinema non muore mai. Accorrete!" (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 7 gennaio 2016)
"Torna il gran film antinazista che negli Usa isolazionisti e ancora assai morbidi col Terzo Reich nessuno voleva fare, vuoi per connivenza, vuoi per non peggiorare la situazione degli ebrei (questa era la scusa 'nobile'), vuoi per il timore di un fiasco al botteghino (fu invece fra i massimi successi di Chaplin, che finanziò tutto di tasca propria girando e rigirando per quasi due anni, da inguaribile perfezionista). (...). Da vedere e rivedere, magari con i bambini. Spiegando loro chi c'era dietro Hynkel, dittatore coi baffetti, e chi era Benzino Napaloni, dittatore mangiaspaghetti con moglie impresentabile. Perché quel film parla anche di noi". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 20 dicembre 2002)
"Ritorna, in copia integrale, il morso di satira del grande Chaplin alle dittature europee che trascinarono il mondo in guerra. (...) La memorabile scena del mappamondo basta a far tornare la voglia di vederlo in dimensioni extra-large. La destra lo tacciò di comunismo, la sinistra di superficialità. Ai posteri l'ardua sentenza. E i posteri siamo noi". (Alessio Guzzano, 'City', 10 gennaio 2002)