La figura di Joe Strummer, leader e cantante dei Clash dal 1977 fino alla sua morte, avvenuta a Broomfield nel 2003, ha cambiato la vita di molte persone. Con il suo carisma, Strummer è riuscito ad infiammare le platee mondiali e a lasciare per sempre la sua impronta nel percorso della musica punk. Nel 2007, a quattro anni dalla sua morte, Joe Strummer esercita ancora una forte influenza nel mondo della musica e del costume. Attraverso le immagini di repertorio e le parole di quanti gli sono stati vicini negli ultimi anni, il regista Julien Temple cerca di disegnare un ritratto che comprenda il musicista, l'uomo leggendario e il comunicatore eccezionale.
SCHEDA FILM
Regia: Julien Temple
Attori: Joe Strummer - Se stesso (immagini di repertorio, Peter Cushing - Winston Smith (immagini di repertorio, Bono - Se stesso, Steve Buscemi - Se stesso, Terry Chimes - Se stesso, John Cooper Clarke - Se stesso, John Cusack - Se stesso, Johnny Depp - Se stesso, Matt Dillon - Se stesso, Dick Evans - Se stesso, Alasdair Gillis - Se stesso, Ian Gillis - Se stesso, Topper Headon - Se stesso, Jim Jarmusch - Se stesso, Mick Jones - Se stesso, Steve Jones - Se stesso, Anthony Kiedis - Se stesso, Don Letts - Se stesso, Bernie Rhodes - Se stesso, Martin Scorsese - Se stesso, Peter Cushing - Se stesso
Soggetto: Julien Temple
Fotografia: Ben Cole
Musiche: Ian Neil - supervisione
Montaggio: Niven Howie, Tobias Zaldua, Mark Reynolds (II)
Effetti: Paul Dunn, Danny Pagan
Altri titoli:
Joe Strummer: il futuro non è scritto
Durata: 119
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: 35 MM
Produzione: ANNA CAMPEAU, ALAN MOLONEY, AMANDA TEMPLE PER PARALLEL FILM PRODUCTIONS, FILMFOUR, HANWAY FILMS, NITRATE FILMS, SONY BMG FEATURE FILMS
Distribuzione: RIPLEY'S FILM, DVD: SONY PICTURES HOME ENTERTAINMENT (2008)
Data uscita: 2008-02-29
TRAILER
NOTE
- GRAFICA DI JONNY HALIFAX.
CRITICA
"Ne esce il ritratto di un libertario radicale, contraddittorio, potenzialmente autolesionista ma anche maestro di vita e di filosofia punk: come tale lo vede Johnny Depp, in costume di scena da pirata dei Carabi. Di un uomo geniale dall'ego ipertrofico anche; che il film non mette in discussione facendo, se non il 'santino' di Joe, di certo il suo monumento."(Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 29 febbraio 2008)
"Procedendo in modo così analitico e poco guizzante, il film finisce per raccontare una band che alla fine sembra impietosamente come tante, che negli stadi canta canzoni sulla disoccupazione e se ne vergogna, lasciandosi assassinare dal successo. Un film che quasi danneggia chi cerca di beatificare." (Francesco Adinolfi, 'Il Manifesto', 29 febbraio 2008)