In Italia, all'epoca della dominazione normanna, un principe straniero ha usurpato il possesso d'un feudo, costituendo un regime di violenza e d'oppressione. Un giovane duca, figlio del legittimo signore, rientralo in patria dopo la morte del padre, decide di battere l'usurpatore con l'astuzia. Egli viene dall'estero, dove ha compiuto gli studi e si spaccia per un poeta greco: in tale veste viene ospitato al castello avito, dove l'usurpatore ha stabilito lo propria residenza. Per raggiungere i suoi fini, il giovane duca inizia una duplice esistenza: mentre al castello egli è il fatuo poeta greco, nelle segrete spedizioni notturne crea il personaggio e il mito dell'audace "Falco Rosso", che con pochi seguaci, porta il terrore nelle file normanne. Una sera assale la scorta della promessa sposa dell'usurpatore, la rapisce e, senza averle torto un capello, la rimanda al suo promesso il giorno dopo. L'usurpatore, che non la crede più degna di sé, la costringe a sposare il poeta greco, che non è altri che il Falco Rosso. E' arrivata l'ora della resa dei conti...
SCHEDA FILM
Regia: Carlo Ludovico Bragaglia
Attori: Jacques Sernas - Ranieri D'Atri, Paul Müller - Barone Goffredo, Tamara Lees - Clotilde Di Tuscolo, Victor Ledda - Il Conte Tuscolo, Carla Calò - Marfa, Pietro Tordi - Demetrio, Ugo Sasso - Pietro, Piero Palermini - Gilberto, Gemma Bolognesi - Berta, Anna Di Lorenzo - Rosalinda, Nino Javert, Arturo Bragaglia, Renato Valente
Soggetto: Bruno Valeri
Sceneggiatura: Vittorio Nino Novarese, Fulvio Palmieri
Fotografia: Carlo Montuori
Musiche: Franco Casavola
Montaggio: Mario Sansoni
Scenografia: Alberto Boccianti
Costumi: Vittorio Nino Novarese
Altri titoli:
LE FAUCON ROUGE
Durata: 87
Colore: B/N
Genere: DRAMMATICO
Produzione: RAFFAELE COLAMONICI E UMBERTO MONTESI PER FORUM FILM
Distribuzione: BRIGUGLIO FILM
CRITICA
"E' incredibile che in un epoca come la nostra possano essere ancora proiettate pellicole come questa diretta da Bragaglia: eppure bisogna arrendersi all'evidenza. L'intero film è un impasto di dilettantismo e insipienza cinematografica che non riesce nemmeno a centrare il ridicolo. Gli attori hanno recitato conformemente al livello della pellicola, con supremo sprezzo della loro reputazione". (F. Gabella, "Intermezzo", n. 7 del 15/4/1950)