Wadiya è un isolato Stato nord africano, ricco di petrolio. A governarlo è il veemente anti-occintentale Ammiraglio Generale Haffaz Aladeen, nominato Supremo Leader alla tenera età di sei anni, in seguito alla sfortunata morte del padre, tristemente ucciso in un incidente di caccia. Fin dalla sua ascesa al potere assoluto, Aladeen è stato fedelmente guidato dallo Zio Tamir, capo della polizia segreta, della sicurezza e procuratore di donne. Purtroppo per Aladeen, il suo Stato è entrato nel mirino del tanto disprezzato Occidente, le Nazioni Unite hanno ripetutamente sanzionato il Paese ed è stata anche programmata un'ispezione del consiglio di sicurezza per 'ficcare il naso' nel suo impianto segreto di armi. Dulcis in fundo, un tentativo di assassinio, mette a serio rischio la sua incolumità. Per questo, dietro consiglio di Tamir, il Supremo Leader accetta di andare a New York per parlare alle Nazioni Unite. Il Generale Aladeen, Tamir e il loro entourage arrivano così a New York, ma l'accoglienza è a dir poco tiepida - soprattutto perché i molti esiliati da Wadiya che sono in città vorrebbero vedere il proprio paese liberato dal suo dispotico dominio - e il soggiorno nella Terra della Libertà si rivela molto diverso dal previsto...
SCHEDA FILM
Regia: Larry Charles
Attori: Sacha Baron Cohen - Generale Aladeen, Anna Faris, Ben Kingsley, Megan Fox, John C. Reilly, Alec Berg, Jeff Schaffer, David Mandel
Soggetto: Saddam Hussein - romanzo
Sceneggiatura: Sacha Baron Cohen, Alec Berg, David Mandel, Jeff Schaffer
Fotografia: Lawrence Sher
Musiche: Erran Baron Cohen
Montaggio: Eric Kissack, Greg Hayden
Scenografia: Victor Kempster
Costumi: Jeffrey Kurland
Effetti: Eric J. Robertson
Durata: 83
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: ARRI ALEXA, ARRIROW
Tratto da: ispirato al romanzo "Zabibah and the King" di Saddam Hussein
Produzione: SACHA BARON COHEN, ALEC BERG, DAVID MANDEL, JEFF SCHAFFER, TODD SCHULMAN, ANTHONY HINES E SCOTT RUDIN PER FOUR BY TWO FILMS
Distribuzione: UNIVERSAL PICTURES INTERNATIONAL ITALY
Data uscita: 2012-06-15
TRAILER
CRITICA
"Per Sacha Baron Cohen, giunto al quarto e suo miglior film, non sono solo coincidenze: l'ex Borat, l'ex Brüno, l'ex Ali G. la prende un po' alta, ma si figura che come 'Il grande dittatore' di Chaplin fu girato nel '40, due anni prima che gli States entrassero in guerra (e sempre l'equivoco del doppio), questo suo «piccolo» dittatore che veste alla Gheddafi, pure architettato sul sosia, è stato realizzato mentre fioriva la primavera araba. La domanda sulla democrazia di cui il despota rischia di essere vittima, pur con risposta grottesca da fratello Marx, non pare casuale. (...) Come sempre, Baron Cohen non si nega nulla in quanto a volgarità. (...) Se i materiali comici sono spesso uguali a quelli dei nostri cinepanettoni (...), il continuo richiamo non alla solita questione di corna ma a una realtà deformata ma esistente, anzi in divenire, elimina la molestia della cacca di cammello che gira a vuoto e fa scattare il divertimento pur con qualche rimorso di bon ton. L'attore trash, che sempre si diverte nell'esercizio d'antisemitismo, fa un inno ai dittatori per esprimere brechtianamente il contrario e la privacy del personaggio idiota e crudele diverte sgretolando le regole della Libertà con le facezie del quotidiano americano. Buon gioco di squadra: con Sacha, ecco sir Ben Kingsley, Megan Fox, John C. Reilly ed Anna Faris." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 15 giugno 2012)
"Non c'è due senza tre. Purtroppo. Dopo 'Borat' e 'Brüno', ecco quest'altra sgangherata goliardata dell'ineffabile Sacha Baron Cohen. Un guitto che nel nostro glorioso avanspettacolo avrebbe faticato a ritagliarsi un ruolo di seconda fila e invece è stato incredibilmente issato sull'Olimpo dell'umorismo internazionale. A furor di critica più che di popolo, bisognerebbe aggiungere. Già, perché i suoi film, puntualmente ricoperti di premi, non è che al tirar delle somme facciano incassi mirabolanti. Anzi. Dunque, sempre diretto dal complice in zingarate Larry Charles, Baron Cohen, dopo essersi esibito nel personaggio del candido reporter televisivo kazako e dell'imbranato giornalista di moda austriaco, stavolta si trasforma in un improbabile leader di uno staterello nord africano, la repubblichetta di Wadiya. (...) Ridateci Alvaro Vitali." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 15 giugno 2012)
"Scommettiamo che... riderete come mai prima. E scommettiamo che saranno le risate meno stupide che possiate fare oggi al cinema? 'Il dittatore' è il miglior film della coppia Larry Charles (regista) e Sacha Baron Cohen ('mattattore'): dopo 'Borat' e 'Brüno', un concentrato di scorrettezze politiche, humour al vetriolo e devastanti capi d'accusa. Ce n'è per tutti, soprattutto, per noi: siamo proprio sicuri che gli Usa, e l'Occidente, siano una democrazia? No, e non ce lo manda a dire un dittatore da antologia, crasi irresistibile di Saddam e Gheddafi, che dedica commosso al fu Kim Jong-il, ospita in casa Bin Laden, gareggia in Bunga-Bunga, strapazza l'ONU e sui diritti civili può solo scoppiare a ridere. Lunga vita a lui, l'Ammiraglio Generale Haffaz Aladeen della fantomatica Repubblica di Wadiya, che fa di Megan Fox una escort di lusso, della Porsche 911I un qui pro quo sull' 11 settembre (9/11) e della parità dei sessi una chimera di frizzi e lazzi (...). Da non perdere." (Federico Pontiggia, 'II Fatto Quotidiano', 14 giugno 2012)