Ai maggiorenni di Cuadu - un piccolo paese della Gallura - che hanno deciso (siamo nel 1922) di erigere un monumento ai Caduti della grande guerra, perviene una offerta che contrasta con la tiepida accettazione generale. Essa è di un'entità più che rilevante: sono le 830 lire che Mariangela si è vista accantonare dal prete Coi, che l'ha come domestica, in quindici anni di lavoro. La donna vive con il marito Gregorio e passa il suo tempo fra la canonica e la faticosa raccolta di fascine sui monti: essa ha perduto in guerra due figli, è quindi contenta che anche i nomi di Giovanni e Saverio siano ricordati e vuole contribuire a che essi siano incisi sul marmo. In realtà, tuttavia; prima che la guerra finisse, Saverio aveva disertato, era di nascosto tornato a casa, per vivere alcuni mesi affetto da malaria in una capanna sul monte. Al corrente di ciò erano stati posti solo il padre e don Coi. Mariangela aveva assistito e curato con infinito amore il figlio che, alla sua morte, venne tumulato lassù, tra i sassi e gli arbusti della montagna. La donna detesta e maledice la guerra che l'ha privata di due figli e pietrifica nel suo dolore il culto ed il segreto del figlio disertore (e, per di più, uccisore, durante un assalto; del proprio capitano). I maggiorenti del paese sardo, nel quale già si avvertono le prime avvisaglie delle provocazioni e degli scontri fra i giovani lavoratori della vicina miniera, i reduci della guerra ed i proprietari terrieri pronti a cedere alle lusinghe del fascismo, fanno di tutto perché la inaugurazione del monumento si risolva anche in un più largo consenso popolare da parte della gente di Cuadu. Essi decidono di restituire a Mariangela la esorbitante somma da lei offerta (trattenendo solo un contributo di cinque lire: lei, testarda, continuerà furtivamente e giorno dopo giorno a versare l'importo che aveva stabilito) e organizzano una grande festa. Ma nel giorno della manifestazione, che si svolge in una cornice più patriottarda che sinceramente patriottica e che presto si trasforma in rissa tra fascisti e giovani minatori (con l'assassinio a bastonate di uno di questi), Mariangela non sarà sulla piazza. Il suo posto è dalla parte del perdente: esso è e resterà lassù, vicino all'anonimo tunnel di pietre grigie, là dove Mariangela ha curato e visto morire il figlio Saverio. In una consapevole adesione a tanto dolore, anche don Coi sarà assente dalla cerimonia ufficiale.
SCHEDA FILM
Regia: Giuliana Berlinguer
Attori: Pasqualino Satta - Gregorio, Edoardo Ricciu - Maresciallo, Enrico Pau - Monsignor Pau, Antonio Cipriano - Roberto Manca, Pierpaolo Erriu - Gino Comina, Adolfo Lastretti - Urbano Castai, Paolo Meloni - Sindaco, Omero Antonutti - Don Coi, Renzo Muzzu - Antonio Isalle, Mattia Sbragia - Saverio, Piero Nuti - Alessandro Comina, Isella Orchis - Lica, Giacomo Pala - Farmacista, Irene Papas - Mariangela, Franco Noe' - Danre Tavera, Salvatore Mossa - Francesco Isalle
Sceneggiatura: Giuliana Berlinguer, Massimo Felisatti
Fotografia: Sandro Messina
Musiche: Romano Trina
Durata: 92
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI
Tratto da: DAL ROMANZO DI GIUSEPPE DESSI'
Produzione: RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA RETE 2
Distribuzione: ITALNOLEGGIO CINEMATOGRAFICO (1984)