Ogni giorno, da sempre, Angela tiene un diario, scritto e disegnato, fatti pubblici, privati, incontri, letture, tutto vi viene registrato. Anche il resoconto di due viaggi in Russia (1989 -1990). Cadeva l'URSS. Diario su librini cinesi, sin da prima di Dal Polo all'Equatore (1986), del nostro ininterrotto lavoro sulla violenza del Novecento. Dai nostri tour negli Stati Uniti con i Film Profumati di fine anni Settanta, all'Anthology Film Archive di New York, a Berkeley Pacific Film Archive... Rileggo ora questi diari e rivedo il film-diario di tutti questi anni, sono rimasto da solo, dopo molti anni di vita e di lavoro d'arte insieme. L'ho portata sulle Alpi Orientali che amava e dove insieme camminavamo. Angela rivive per me nelle sue parole scritte a mano, con grafia leggera, che accompagnano i suoi disegni, gli acquarelli, i rotoli lunghi decine di metri. Guardo i nostri film privati, dimenticati. Registrazioni che stanno dietro al nostro lavoro di rilettura e risignificazione dell'archivio cinematografico documentario. La vita di ogni giorno, fatta di cose semplici, le persone vicine che ci accompagnano, la ricerca nel mondo dei materiali d'archivio, un viaggio nell'Armenia sovietica con l'attore Walter Chiari. Testimonianze che nel corso del tempo abbiamo raccolto. La promessa, il giuramento, di continuare l'opera...
SCHEDA FILM
Regia: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi
Attori: Yervant Gianikian - Se stesso, Angela Ricci Lucchi - Se stessa
Sceneggiatura: Yervant Gianikian, Angela Ricci Lucchi
Montaggio: Yervant Gianikian, Luca Previtali
Durata: 125
Colore: C
Genere: DOCUMENTARIO
Specifiche tecniche: DCP
Produzione: IN BETWEEN ART FILM
NOTE
- FOTOGRAFIA: FILMATI D'ARCHIVIO.
- FUORI CONCORSO ALLA 75. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2018).
CRITICA
"(...) Gli appassionati di cinema più sinceri e informati considerano il passaggio del 'Diario di Angela' come uno dei veri eventi della Mostra." (Emiliano Morreale, 'La Repubblica', 3 settembre 2018)
"'I diari di Angela' (questo il titolo) svela l'origine dell'operazione - i quaderni dove la regista appuntava riflessioni e fatti - ma è il sottotitolo 'Noi due cineasti' a dare la giusta misura del film. Che non è una celebrazione ma piuttosto il racconto di una passione che ha unito per più di quarant'anni l'arte e la vita dei due registi. (...) Così che accanto alla loro ininterrotta ricerca artistica sulla violenza del Novecento, ecco venire in primo piano quello che di solito resta nascosto: l'entusiasmo e l'amore per la vita." (Paolo Mereghetti, 'Corriere della Sera', 3 settembre 2018)