L'anziana Zofia, docente di filosofia morale all'Università di Varsavia, è molto apprezzata dagli allievi per la sua umanità e la sua comprensione. Le sue lezioni, popolari tra gli studenti, sono frequentate spesso anche da molti uditori stranieri. Tra costoro c'è Elzbieta, una giovane americana di origine polacca, la quale, nel corso di un dibattito del seminario "L'inferno etico", espone un caso di coscienza di cui è a conoscenza: durante l'occupazione tedesca della Polonia, nel 1943, una coppia cattolica, che si era impegnata a far battezzare un'orfana ebrea di sei anni per evitarle la deportazione in un lager, timorosa di testimoniare il falso, si era rifiutata di mantenere la promessa. Durante tutto il racconto Elzbieta non aveva mai smesso di distogliere gli occhi da Zofia: costei, improvvisamente, riconosce in lei la bambina ebrea alla quale aveva negato allora il suo aiuto. Felice di vederla viva perchè è stata sempre tormentata dal rimorso, Zofia, spiegando a Elzbieta perchè ritenne di dover agire in quel modo, cerca di ottenere dalla donna il perdono.
SCHEDA FILM
Regia: Krzysztof Kieslowski
Attori: Teresa Marczewska - Elzbieta, Artur Barcis, Tadeusz Momnocki - Sarto, Marian Opania - Preside, Maria Koscialkowska - Zofia
Soggetto: Krzysztof Piesiewicz, Krzysztof Kieslowski
Sceneggiatura: Krzysztof Kieslowski, Krzysztof Piesiewicz
Fotografia: Andrzej Jarosiewicz
Musiche: Zbigniew Preisner
Montaggio: Ewa Smal
Scenografia: Halina Dobrowolska
Durata: 55
Colore: C
Genere: DRAMMATICO
Specifiche tecniche: NORMALE
Produzione: TELEWIZJA POLSHAW (VARSAVIA) - SENDER FREIES BELIN ( BERLINO)
Distribuzione: MIKADO FILM (1990) - GENERAL VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI, L'UNITA' VIDEO
Episodi: NON DIRE FALSA TESTIMONIANZA
CRITICA
"Anche qui la contraddizione di fondo di 'Dekalo' si rivela feconda: la tematica dei comandamenti biblici spinge Kieslowski verso l'operetta morale con un giudizio globale sulla natura umana, ma il suo temperamento artistico e il modo di trattare la materia lo in ducono a compassione su singoli casi senza più giudicare. Il nucleo accusatorio della storia - perché Zofia non accolse in casa la piccola Elzbieta? - è presto superato: aveva, o credeva di avere, le sue buone ragioni. Rimane il peso del dolore e del rimorso che per quarant'anni e più le ha segnato la vita. Ora che si sono incontrate, le due donne hanno molto da dirsi. Rimane, irrisolto, un altro problema: perché c'è chi deve salvare e chi dev'essere salvato?" (Morando Morandini, 'Il Giorno', 29 Maggio 1990)