Un delitto avviene nei giardini vaticani (un giovane sacerdote che vi passeggia di notte è assassinato) ed il Commissario Lo Gatto, che si occupa delle indagini, in quanto responsabile del Posto della Polizia italiana della Città del Vaticano, avendole cominciate nientemeno che interrogando Sua Santità, viene subito trasferito nell'isola di Favignana. Lo accompagna il bravo agente Gridelli. Nella bella località siciliana si fa vita beata: non succede mai nulla, le tre eccitate sorelle che gestiscono l'unica locanda blandiscono Lo Gatto e, al momento della stagione estiva, bionde e seminude bellezze arrivano a frotte per godere di mare e di sole. D'improvviso un'appariscente ragazza, Wilma, scompare misteriosamente poco dopo essere sbarcata sull'isola. Lo Gatto inizia l'inchiesta: le tracce di un delitto si fanno gradatamente più marcate. Ma dov'è mai il cadavere? Il Commissario, tallonato da un giornalista dell'"Eco di Trapani" in vena di scoop, procede a sopralluoghi ed interrogatori, poichè ai suoi occhi quasi tutti hanno avuto qualcosa a che fare con Wilma: parla dunque con un amico della scomparsa, a sua volta amico di un ambiguo professionista, marito di una bella donna (anomala per conto suo); e poi ancora con il prestante bagnino locale; con una vistosa tedesca venuta in Italia per saporose avventure; con il tipico barone indigeno, attorno al quale il commissario avverte odore di droga e di mafia. Senonchè, proprio quando le indagini sembrano finite e l'assassino individuabile, ecco che Wilma ricompare, stupita per il chiasso cui ha dato origine: essa era stata semplicemente a bordo di una unità della Marina Militare, ospite del Presidente del Consiglio. Scoppia lo scandalo, cade il Governo e un parlamentare della Democrazia Cristiana riprende il potere, con conseguente trasferimento di Lo Gatto - promosso a vice questore - a Milano. Ma la sede, pur sospirata, si rivela pericolosa. In occasione del vertice della CEE e di un ricevimento ufficiale in un bel parco, il neo-promosso ha la sensazione che un attentato stia per prodursi e lancia l'allarme: da ciò scompiglio generale, con i massimi esponenti governativi dei nove paesi gettatisi in una piscina. Prevedibilmente ci sarà per Lo Gatto all'orizzonte un'altra isola, per meditare adeguatamente sui casi propri.
SCHEDA FILM
Regia: Dino Risi
Attori: Lino Banfi - Commissario Lo Gatto, Maurizio Ferrini - Agente Gridelli, Isabel Russinova - Wilma Cerulli, Galeazzo Benti - Barone Fricò, Maurizio Micheli - Vito Ragusa, il giornalista, Nicoletta Boris - Annunziata Patanè, Roberto Della Casa - Arch. Arcuni, Gianni Franco - Don Giacomo, Armando Marra - Il barbiere, Albano Bufalini, Alberto Capone, Renata Attivissimo
Soggetto: Dino Risi
Sceneggiatura: Enrico Vanzina, Dino Risi
Fotografia: Sandro D'Eva
Musiche: Manuel De Sica
Montaggio: Alberto Gallitti
Scenografia: Luciano Sagoni
Costumi: Silvio Laurenzi
Durata: 94
Colore: C
Genere: COMMEDIA
Specifiche tecniche: PANORAMICA, AGFACOLOR, TELECOLOR
Produzione: PIO ANGELETTI E ADRIANO DE MICHELI PER INTERNATIONAL DEAN FILM, FULVIO LUCISANO PER ITALIAN INTERNATIONAL FILM, MEDUSA DISTRIBUZIONE (ROMA), RETEITALIA (MILANO)
Distribuzione: MEDUSA DISTRIBUZIONE - PENTAVIDEO, MEDUSA VIDEO (PEPITE)
NOTE
- ESTERNI GIRATI NELL'ISOLA DI FAVIGNANA.
CRITICA
"Lo schema dell'investigazione poliziesca è il pretesto per una tipica commedia di costume con intenti di satira sociale. Dino Risi dirige con la solita pulizia ma senza estro o scatti che riscattino la mollezza di fondo". (Laura e Morando Morandini, 'Telesette')
"Un Risi ormai incamminato sul viale del tramonto al servizio di una commediola a tinte gialle che offre a Banfi il pretesto per i consueti lazzi verbali. Davvero un film piccolo piccolo". (Francesco Mninni, 'Magazine italiano tv')
"Se fosse nato prima, Lino Banfi sarebbe diventato uno dei 'colonnelli' della commedia all'italiana: qui si conferma un comico d'assalto capace di sottigliezze recitative: cavallo di razza. Ma oggi le corse alla risata percorrono altre piste: nella dimensione tradizionale, anche in questo filmetto di Risi, il genere non offre più novità e quando non si impiglia nell'intrigo si sbriciola nella barzelletta". (Tullio Kezich, 'Panorama', dicembre 1986)