New York. Nina è una ballerina professionista la cui vita è completamente assorbita dalla danza. Al contempo, la ragazza è ossessivamente dominata dalla madre Erica, un'ex ballerina che esercita su di lei un controllo soffocante. Quando il direttore artistico Thomas Leroy decide di rimpiazzare l'etoile Beth MacIntyre per il balletto d'apertura della nuova stagione, 'Il lago dei cigni', Nina è la sua prima scelta, ma al suo posto potrebbe subentrare Lily, una nuova ballerina che lui apprezza in egual misura. Oltre alle qualità tecniche, 'Il lago dei cigni' richiede una ballerina che possa interpretare un doppio ruolo: quello del cigno bianco, aggraziato e innocente, e quello del cigno nero, astuto e sensuale. Nina è perfetta per il primo ruolo, ma la sua ossessiva ricerca della perfezione tecnica non le permette di tirare fuori il suo lato più spregiudicato, necessario a caratterizzare il personaggio oscuro. Lily, invece, sebbene non sia una ballerina di prim'ordine, riesce comunque a incarnare i due aspetti del personaggio. La competizione serrata e il duro allenamento porteranno le due rivali a stringere un forte sodalizio che metterà Nina in contatto con il suo lato oscuro, fautore di una pericolosa e letale irrequietezza.
SCHEDA FILM
Regia: Darren Aronofsky
Attori: Natalie Portman - Nina Sayers, Vincent Cassel - Thomas Leroy, Mila Kunis - Lilly, Barbara Hershey - Erica Sayers, Winona Ryder - Beth Macintyre, Benjamin Millepied - David, Ksenia Solo - Veronica, Kristina Anapau - Galina, Janet Montgomery - Madeline, Sebastian Stan - Andrew, Toby Hemingway - Tom, Sergio Torrado - Sergio, Mark Margolis - Sig. Fithian, Tina Sloan - Sig.ra Fithian, Abraham Aronofsky - Sig. Stein, Charlotte Aronofsky - Sig.ra Stein, Marcia Jean Kurtz - Georgina, Shaun O'Hagan - Sebastian, Christopher Gartin - Scott, Deborah Offner - Susie
Soggetto: Andrés Heinz
Sceneggiatura: Andrés Heinz, Mark Heyman, John J. McLaughlin
Fotografia: Matthew Libatique
Musiche: Clint Mansell
Montaggio: Andrew Weisblum
Scenografia: Thérèse DePrez
Arredamento: Tora Peterson
Costumi: Amy Westcott
Effetti: Dan Schrecker, LOOK! Effects Inc.
Durata: 110
Colore: C
Genere: THRILLER PSICOLOGICO
Specifiche tecniche: ARRIFLEX 16 SR3/416, CANON EOS 5D MARK II/EOS 7D, DIGITAL 2K, HDTV, SUPER 16 STAMPATO A 35 MM/D-CINEMA (1:2.35) - TECHNICOLOR
Produzione: PHOENIX PICTURES, PROTOZOA PICTURES, CROSS CREEK PICTURES
Distribuzione: 20TH CENTURY FOX ITALIA (2011) - DVD E BLU-RAY: 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT (2011)
Data uscita: 2011-02-18
TRAILER
NOTE
- COREOGRAFIE: BENJAMIN MILLEPIED.
- FILM D'APERTURA, IN CONCORSO, ALLA 67. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2010). PREMIO MARCELLO MASTROIANNI A MILA KUNIS COME MIGLIOR GIOVANE ATTRICE EMERGENTE.
- GOLDEN GLOBE 2011 A NATALIE PORTMAN COME MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA DI FILM DRAMMATICO. LE ALTRE CANDIDATURE ERANO: MIGLIOR FILM DRAMMATICO, REGIA E ATTRICE NON PROTAGONISTA (MILA KUNIS).
- OSCAR 2011 A NATALIE PORTMAN COME MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA. LE ALTRE CANDIDATURE ERANO: MIGLIOR FILM, REGIA, FOTOGRAFIA E MONTAGGIO.
- CANDIDATO AL DAVID DI DONATELLO 2011 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
- CANDIDATO AL NASTRO D'ARGENTO 2011 COME MIGLIOR FILM EXTRAEUROPEO.
- IL FILM ERA STATO INIZIALMENTE VIETATO AI MINORI DI 14 ANNI. LA REVISIONE MINISTERIALE DEL FEBBRAIO 2012 HA ELIMINATO IL DIVIETO.
CRITICA
"Un po' come faceva con il precedente 'The Wrestler', solo che là c'era un attore (Mickey Rourke) che sapeva infondere una scintilla di verità a un personaggio un po' stereotipato, qui invece la pur brava Natalie Portman non riesce a salvare una storia troppo programmatica e 'metaforica'. (...) E così il film diventa, anche senza risparmiarsi momenti fanta-truculenti, uno scontro tra le due anime della protagonista, proprio come il balletto di Ciajkovskij racconta lo scontro tra Odette e Odile, il Cigno bianco e quello nero. Non è certo una novità quella della protagonista che ha in se stessa, nelle proprie paure e rigidità, il nemico più temibile, ma Aronofsky sceglie di enfatizzare troppo questo percorso di «autocoscienza», senza risparmiarci sogni lesbici ed eccessi sanguinari. E tutto diventa previsto e prevedibile." (Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera', 2 settembre 2010)
"A volte ritornano. Ma certo il regista Darren Aronofsky alla Mostra diretta da Marco Müller sembra avere l'abbonamento. (...) Quest'anno torna in concorso (e come film d'apertura) con 'Black Swan', un iperbolico viaggio all'interno della psiche di una ballerina di fila (una Natalie Portman già da Coppa Volpi nella più incisiva interpretazione della sua carriera) di un'importante compagnia di New York la cui vita è completamente assorbita dalla danza. La macchina da presa, spesso in spalla e in soggettiva, la segue in maniera ravvicinata con intensi primi piani disegnando le giornate di prove, la vestizione, lo sguardo al sognato camerino della prima ballerina. (...) Come in 'The Wrestler' c'è la competizione dei corpi. Ma ora c'è una donna in lotta con i propri fantasmi. Che naturalmente potrebbero essere declinati al di fuori del mondo del balletto. E qui sta il punto di forza del film che parla a tutti coloro che stanno sul palcoscenico della vita. Tra tormento ed estasi." (Pedro Armocida, 'Il Giornale', 2 settembre 2010)
"E il volo si ripete, più fosco e metaforico, nelle allucinazioni di Natalie Portman, la 'principessa' di 'Guerre Stellari' che volteggia su piedi insanguinati in 'Black Swan' (primo film in concorso), la dannata dalle scarpette rosse, riflessa in mille specchi, incapace di mettere a fuoco il reale. Il doppio come protagonista, nodo teorico del cinema che aspira a mantenere vivo il mito dell'altro immortale, l'altro come unica dimensione del possibile, mentre di qua ci sono solo le ossa spezzate delle ballerine, da Berkeley al Bolscioi. Regista 'senza stile', Aronofsky ne ha molti di stili e mette a dura prova lo sguardo qui reso strabico da sipari e ombre, apparizioni e miraggi che assediano Nina (Portman). (...) E allora la ballerina in tutti, la bambola, mostrerà senza ritegno la pelle gonfiarsi ed espellere schegge di piume nere, metamorfosi. Alienazione totale dell'essere nel suo doppio, magia. E il 'caro fantasticare' di Morin, il solo che farà decollare Natalie Portman, trasfigurata in una oscura maschera trionfante, finalmente il 'riflesso' ha vinto sulla copia mortale." (Merluccia Ciotta, 'Il Manifesto', 2 settembre 2010)
"'Black Swan' del giovane americano Darren Aronofsky è una vera botta, un colpo al cuore, una sincope nel respiro del cinema. Ancora più grande perché totalmente inaspettata, da parte di questo regista altalenante (...) pieno di alti quanto di bassi, capace di immaginare ma non sempre di realizzare. Con 'Black Swan', interpretato da un'inimmaginabile Natalie Portman (assieme a Vincent Cassel, Mila Kunis, Winona Rider, Barbara Hershey), Aronofky va a spiare nel mondo della danza classica, così come tre anni fa aveva fatto per quello della boxe. Stessa ossessiva fisicità, stesso sudore, stesso tormento alla ricerca del riscatto e della perfezione del gesto, stessa viscerale passione. Per l'arte, che per i due protagonisti coincide con la vita. (...) Nella parte di Nina, Natalie Portman fa un salto di qualità assolutamente inaspettato, andando molto oltre i ruoli sinora affrontati (candidata all'Oscar per 'Closer' nel 2004). Ma quello che succede alla brava attrice su questo set è qualcosa che va al di là della sua volontà. E' il frutto di un'opera d'arte che diventa tale nel suo farsi, che trascina tutto e tutti verso la perfezione, che decide essa stessa dove andare e chi portare con sé. E' la magia dell'arte che si fa cinema e il cui cammino si completa solo all'arrivo in sala. Dove noi, spettatori, mettiamo il punto finale con la nostra meraviglia e con l'emozione." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 2 settembre 2010)
"Applaudito e fischiato quasi in egual misura dalla platea stampa, 'Black Swan' di Darren Aronofsky è un potente concentrato di temi e figure viste in cento altri film, da 'Scarpette rosse' a 'Eva contro Eva' passando per 'Che fine ha fatto Baby Jane' (ma l'elenco potrebbe continuare), trattati con crudezza e sfacciataggine neopop. E il bello (e il limite) del permissivismo moderno. Dove una volta c'erano allusioni e metafore, oggi ci sono scene quasi hard. (...) Alla lunga per una carica sessuale tanto esplicita finisce per escludere ogni sottigliezza e il film scelto per inaugurare la 67ma Mostra del Cinema di Venezia imbocca la strada del crescendo obbligato, con trucchi ed effetti speciali che anziché completare oscurano e banalizzano i conflitti psicologici della protagonista, vittima di una madre ex-ballerina (Barbara Hershey) che la infantilizza, la domina, la fa dormire in una stanza rosa piena di pupazzi di peluche. Il meglio dunque è nello stile nervoso e molto fisico della regia, nella bravura del cast al completo, nel rapporto quasi sadomaso fra la povera ballerina che vuol essere perfetta e il suo pigmalione che la incita a lasciarsi andare e sorprendere se stessa, non solo sul palco naturalmente. Il peggio nelle allucinazioni sempre più violente che aggrediscono la danzatrice (c'è di mezzo anche l'ex-stella del balletto Winona Ryder, liquidata senza riguardi per raggiunti limiti d'età). Si sono viste inaugurazioni peggiori. Ma il cinema americano quest'anno rischia di essere il tallone d'Achille della Mostra." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 2 settembre 2010)
"Il film che si vorrebbe colto e profondo è ricco di psicologismi superficiali, visioni oniriche d'accatto, ovvietà, errori vistosi (neppure la protagonista Portman ha un corpo da ballerina). Nella storia la danzatrice sarebbe tecnicamente perfetta ma fredda, incapace di lasciarsi andare e di esprimere passioni perché repressa da una madre distruttiva ex ballerina; (...)Un pasticcio, ma niente affatto male." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 2 settembre 2010)
"'Black Swan', che ha aperto la Mostra, è un film presuntuoso e banale. (...) ha la struttura narrativa del musical (...) ma è girato come un horror, con abbondanza di effettacci e violente rasoiate in colonna sonora." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 2 settembre 2010)
"In corsa per l'Oscar, 'Cigno nero' è un thriller psicologico ambientato nel mondo del balletto newyorkese: sulle punte e sugli scudi ¿ se c'è un dio del cinema, la statuetta è sua ¿ è Natalie Portman, prima ballerina e fragile donna. La sua Nina si troverà imprigionata in una ragnatela di competizione con una nuova, ambiziosa rivale (Mila Kunis), ma anche tutto il resto è ossessione, prevaricazione e paranoia. Dopo il Leone d'Oro 'The Wrestler', Darren Aronofsky abbandona il ring e mette il tutù alla tensione: estetizzante, compiaciuto, ricattatorio, quel che volete, ma sa girare, e la confezione è splendida, il cast - anche Vincent Cassel, Barbara Hershey e Winona Ryder - strepitoso. Non è il canto del cigno, ma una prova d'autore: al netto della furbizia." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 17 febbraio 2011)
"Come psicosomatizzare Ciaikovskij. (...) Aver riunito i due volti del Bene e del Male, come nel vecchio 'Specchio scuro', non è una gran novità e così neppure riesumare la disputa 'Eva contro Eva' dietro le quinte (Wynona Rider, gran perdente), ma stavolta ci sono le scarpette rosse. E del color sangue s'impregna tutto questo mélange confinante col melò e con l'horror alla Cronenberg viste le offese, le mutazioni e le mutilazioni del corpo sadomaso della vedette il cui inconscio, tenuto in libertà vigilata dalla madre (come è brava Barbara Hershey) finalmente si abbandona a fantasie lesbo, anche se il suo Pigmalione, l'unico coreografo etero su piazza (è Vincent Cassel, gli si crede), promette infine il bacio di un impossibile risveglio. Psicanaliticamente è tutto da prima elementare di sostegno, ma il cocktail visivo risulta seducente, perfino subliminale a scoppio ritardato, specie negli alterchi edipici casalinghi (ma la Magnani di 'Bellissima' non c'entra) e nello sconquassante finale finalmente sulle punte. Una storia di piume imbrattate, di voglie represse di letto e locandine: dannazione dell'arte, concetto clou del romanticismo multiuso riscoperto dagli yankee post '42ma Strada'. (...) La Portman si è dedicata al film con espiazione monacale con risultato evidente, è angelo e demone di ambiguo candore e così paranoica (...) che forse l'Oscar, lottando con Kidman, le spetta di diritto." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 18 febbraio 2011)
"Piacerà a quelli che sono d'accordo col regista Aronofsky e con Dario Argento. Il primo sostiene che il mondo del balletto è un covo di paranoie. Il secondo che è il luogo ideale per un thriller (vedi il suo 'Etoile')." (Giorgio Carbone, 'Libero', 18 febbraio 2011)
"Anima sgorga, vieni fuori. Così sulle punte, in estenuanti esercizi, Nina (Natalie Portman), ballerina del New York City Ballet, chiede ai lacci e lacciuoli che l'avvinghiano di lasciare uscire tutta la passione, che la tiene inchiodata alla sbarra per ore, oltre l'orario consentito e ragionevole per la fibra del suo corpo. (...) Come riuscire ad arrivare alla spontanea e maliarda indolenza di Lily (Mila Kunis), fascinosa corruttrice? È su questa dualità, tanto invocata dalla dolce Nina, che si impernia il thriller psicologico 'Il cigno nero' di Darren Aronofsky. Come la lotta in 'The Wrestler' - con cui il regista americano vinse il Leone d'oro nel 2008 -, il balletto in 'Il cigno nero' non è che il pretesto per dare corpo a un thriller psicologico, basato su una competizione esasperata con gli altri e con se stessi fino alla mortificazione corporale e autodistruttiva È un film godibile, anche per la bravura di Portman, che per sei mesi si è allenata cinque ore al giorno pur di sostenere senza controfigure la parte. La giovane Natalie era stata infatti sottratta al mondo del balletto da Luc Besson che la volle in 'Léon' al fianco di Jean Reno. Al 'Cigno nero' manca però la grazia disperata di 'The Wrestler' e il volto dolente di Mickey Rourke." (Cristina Battocletti, 'Il Sole 24 Ore', 18 febbraio 2011)